La forza di lottare

Creato il 12 febbraio 2013 da Lamagadioz


Sono sconvolta. Amareggiata, delusa, scioccata. Non capisco e quando non capisco mi incazzo. Perché amo razionalizzare e comprendere quello che mi circonda e quando ciò non succede, rischio di impazzire. Inizio a pensare che forse i Maya non si sbagliavano, che il 2012 forse è davvero stato l’ultimo anno “normale”.
Da gennaio 2013 il baratro si è fatto più profondo e il mio sano ottimismo che cerco sempre di coltivare ogni giorno, con costanza, comincia a tentennare.
Non sono una grande fedele, non lo sono mai stata. Bigotta si. Ci sono stati periodi in cui non saltavo una messa e mi sentivo una peccatrice da mattino a sera, poi fortunatamente il periodo da ossessionata della fede è finito e ho intrapreso un mio cammino spirituale personale. La chiesa moderna mi ha deluso, la figura di Giovanni Paolo II aveva aumentato un poco la mia fede ma dopo di lui per me c’è stato il nulla, per me fede ha significato: “veditela da sola, perché per la chiesa tanto sei una fallita”. Mai amai papa Ratzinger o meglio Benedetto Decimo Sesto (dire sedicesimo fa brutto evidentemente) ma era il papa.
Cosa fa il papa? E’ un semplice amministratore delegato della casa del Signore o è l’intermediario inferiore a Dio ma superiore agli uomini? Credevo in questa ultima interpretazione, ma a quanto pare la prima è più vicina a quanto è successo.
Come fa un papa a dire che non ce la fa a reggere un peso simile, che è stanco e preferisce tornare a meditare e scrivere preghiere in un monastero? Se non ce la fa lui a portare questo peso, chi lo può fare? Ho sentito parlare di scelta coraggiosa, quella di dimettersi. Ho letto tante giustificazioni e comprensioni per il suo comportamento. Io invece non lo capisco e non ci vedo nulla di coraggioso.
Per un fedele queste dimissioni sono uno shock. Per me, fedele dell’ultima ora, è come un padre che abbandona i suoi figli, perché non se la sente di fare il genitore. Il peso è troppo grande.
La mia domanda bastarda è: il peso è troppo grande o l’uomo Ratzinger ha fallito? Perché se ha fallito, allora lo spieghi, da uomo vero quale è. Dia una spiegazione a quei milioni di fedeli che ancora sono a bocca aperta e non sanno più a cosa aggrapparsi. Spieghi loro perché ha fallito e loro capiranno.
Ma dire “me ne vado perché sono stanco e il peso di questo incarico è troppo grande” equivale per me a un abbandono totale e senza una vera spiegazione. Ci sono stati papi che hanno tirato avanti oltre gli 86 anni, uno addirittura è stato eletto alla “giovane” età di appena 100 anni ed è morto due anni dopo. Perché il Ratzinger che è salito al soglio pontificio carico come un leone adesso abbandona perché è stanco? E’ solo questo il motivo? Ed è un motivo sufficiente?

Gli uomini di questo mondo, già afflitti da crisi economiche e politiche, si vedono di nuovo abbandonati.
Allora penso a questo 2013, alle elezioni italiane che porteranno solo peggioramenti chiunque vincerà, alle guerre nel mondo sempre più aspre, ai greci che assalgono i supermercati, al clima che ultimamente ci ha fatto parecchi scherzi. Penso alla Spagna e agli scioperi che ogni due per tre gli spagnoli organizzano di fronte ai palazzi di governo o a pochi passi dove ha sede la multinazionale per cui lavoro, i cui colleghi mi raccontano che quasi ogni mattina manifestanti sostano di fronte al bar dove fanno colazione i politici. Penso a tutto questo, penso ai miserabili che ci stanno portando alla rovina, penso al bisogno di grandi uomini che tirino avanti le sorti del nostro mondo e poi arriva papa Benedetto XVI a dimettersi per motivi che sinceramente non mi convincono.

E non convincono nemmeno i prelati, alcuni dei quali hanno fatto chiaramente capire, a malincuore, che da ora in avanti potrebbe non essere così raro per un papa dimettersi anzitempo, perché semplicemente non gliela fa più.

Vince il relativismo, se vogliamo. Quello che Ratzinger aveva tanto combattuto. Tutto è relativo, qualsiasi valore può cambiare in funzione dei tempi che si vivono e anche una missione divina come quella papale può subire “materializzazioni” come l’istituto delle dimissioni, tipico di manager o ceo.
Perché non ha fatto un filmato, guardando dritto negli occhi i milioni di fedeli che credono in lui e in quello che rappresenta e non ha detto loro la verità, non ha impiegato più di qualche riga di latino per spiegare una decisione così epocale? Settecento anni prima un tal Celestino V aveva rinunciato al papato, ma da quello che ho letto lo fece perché la carica papale gli fu imposta. Benedetto XVI invece l’incarico papale lo aveva cercato eccome. Forse domenica prossima si affaccerà da quel balcone e spiegherà meglio il suo atto. Lo spero per i fedeli e per i non fedeli che sono sicura anche loro si domandano che cosa sia davvero successo.
Piaccia o non piaccia, abbiamo perso un punto di riferimento. Chi lo sostituirà spero faccia meglio anzi me lo auguro di cuore. Spero non accetti l’incarico pensando che tanto può dimettersi, come chi si sposa tranquillo perché sa che tanto c’è la scappatoia del divorzio. Spero che prenda sul serio il suo impegno e lo porti fino in fondo, salute permettendo.

Abbiamo bisogno di grandi esempi, di uomini che lottano e vanno avanti nonostante tutto o a causa di tutto. Non è più tempo di falliti e perditempo. Non ce lo possiamo più permettere.

Abbiamo bisogno di vincenti, di figure che ci fanno sperare che le cose possono cambiare, che non tutto è perduto.
Che questo mondo non è perfetto, ma vale comunque la pena lottare per esso.


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