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La foto sulla spiaggia – Se si potesse applicare il meccanismo di Sliding Doors, talvolta…

Creato il 14 luglio 2015 da Loredana Gasparri
La foto sulla spiaggia – Se si potesse applicare il meccanismo di Sliding Doors, talvolta…Sto infilando la lettura di libri che mi arrivano regalati, uno dopo l’altro. E’ il mio modo di ringraziare chi me li manda, anche se si tratta di un intero progetto, come Io leggo perché, partito il 23 aprile di quest’anno. Contrariamente alle mie abitudini, non sono passati mesi o anni dalla ricezione del libro, che ho trovato una sera tornando a casa ad aspettarmi paziente nella mia buca delle lettere. L’inizio del romanzo è già allettante: “Quando Dio creò il mondo non è scritto che fosse solo. Difatti c’era un altro con lui, uno che si divertiva a sfidarlo.” Pensare a Crowley di Buona Apocalisse a Tutti! è stato un attimo, ma vediamo subito che le cose si evolvono in un’altra direzione. Siamo in Puglia, a Polignano a Mare (che risuona famoso per Domenico Modugno), negli anni ’50. La guerra è passata da poco, ma i suoi fantasmi sono ancora lì, tenuti a bada dalla volontà di ricostruzione e di vita degli esseri umani fiaccati da un evento distruttivo dopo l’altro. Seguiamo le peripezie di una bellissima ragazzina bionda di undici anni, Alba Manzari, che si sta avventurando in mare, cercando di non soccombere alla paura dell’acqua. Vuole raggiungere i suoi amici altolocati come lei, Carlo e Margherita, che stanno scherzando un po’ troppo e la fanno sentire esclusa…soprattutto svantaggiata nella corsa al cuore del ragazzino. Un cavalier servente accorre in suo aiuto, ed è Nicola, il nipote della cameriera della sua famiglia, che il consueto affetto fraterno (com’è interpretato da lei), un po’ scherzando e un po’ stuzzicandola, riesce a far superare l’impatto temuto ad Alba. Da questo momento, è un intrecciarsi di punti di vista sulle vicende apparentemente normali di un’adolescente alle prese con la vita e i primi scontri, ignara dell’enorme cappa malvagia che si è stesa sul mondo fino a pochi anni prima e di tutte le sue manifestazioni e implicazioni, e di un ragazzino poco più grande di lei, unico sopravvissuto della sua famiglia ad un bombardamento, che si trova a costruirsi vita e sentimenti come riesce, grazie all’amore e supporto incondizionati della zia cameriera, ultimo resto vivente del suo clan di provenienza. Alba è una ragazzina agiata, bella d’aspetto e dolce d’animo, aperta e sensibile, totalmente ignara dell’effetto dirompente su Nicola, che le ha consegnato il cuore nelle mani al primo sguardo su di lei bimba con riccioli d’oro e trotterellante incerta tra i suoi genitori. Apparentemente, sembra una storia come tante, di un amore non capito e impossibile (siamo in Italia negli anni ’50: i posti gerarchico-sociali erano chiaramente indicati e tracciati, così come i cartelli di divieto di accesso a livelli non propri), di piccole gelosie, grandi determinazioni e ricerche di riscatto. A movimentare e anche destabilizzare questa trama si aggiunge un filo nero e angosciante, che coincide con la storia di Simone Viterbo, un ebreo fiorentino deportato ad Auschwitz con moglie e figlia, Ester e Sara, che se le vede strappare con crudeltà senza esitazioni. Alla leggerezza incompresa degli eventi della giovanissima Alba, si contrappone il buio infinito della condizione di Simone, piombato in mezzo ad un inferno senza possibilità di uscita, almeno fino a quel 27 gennaio 1945, quando i cancelli dei lager vennero aperti dall’arrivo degli Alleati. Tuttavia, la vita di Alba viene rovesciata completamente all’improvviso, grazie ad un segreto rivelato in modo brutale. Niente sarà come prima. Fino alla fine, non saremo più sicuri, noi lettori, di quello che si svolge di fronte ai nostri occhi, finché le parole dell’autore non riveleranno, con rispetto dolce, quello che è davvero stato. E’ un libro veloce da leggere, nello stile. Io ho impiegato tre ore e mezza di una di queste sere caldissime, accompagnata da un ventilatore indefesso, e dalla voce calma e oggettiva dello scrittore, che sa trattare temi così orribili con il garbo dovuto. La traccia che lascia, però, è profonda, ed emerge poco per volta nei giorni successivi. La Seconda Guerra Mondiale e l’eccidio degli Ebrei sono storia lontana dai nostri tempi, attraversati da social, smartphone, vacanze intelligenti, e spettri inquietanti con sigle enigmatiche come Grexit e Isis, ma il carico di sentimenti e di emozioni collegate è fortissimo come se fosse appena accaduto. Arriva direttamente alle corde cardiache, e da lì dovrebbe salire a quelle cerebrali, per farle funzionare un po’ meglio e dirigerle verso altro che non sia la sopraffazione, il dominio, l’amore per il potere di per sé. Leggetelo se volete ricordarvi perché ci chiamiamo esseri “umani”. Scordatevelo, se desiderate avventura o record storici e statistiche.
LoreGasp

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