Ieri mattina mi sono svegliata con un nuovo panorama fuori dalla finestra della mia camera da letto. Il terreno che regge la strada sopra casa mia, ha ceduto per le forti piogge, compromettendo la viabilità stradale.
La strada chiusa riporta pensieri surreali, di austerity e grandi disastri. Il silenzio è immacolato, rotto solo dallo scrosciare incessante della pioggia. E’ un silenzio che non amo, non mi appartiene, mi è imposto e ciò non mi piace.
La frana pare non essere pericolosa, così dicono; la terremo sotto controllo, uno sguardo ogni tanto, un passaggio; alla fine cresceranno di nuovo i rovi e ce la dimenticheremo, fino alla prossima pioggia, chissà.
Così è la vita. Siamo minacciati da frane ogni giorno, frane che ci sovrastano, che ci assillano, che incombono su di noi.
Ogni giorno, a ogni ora.
Talvolta, per fatti che accadono, parole dette, scene viste e vissute, si liberano dai rovi ed escono dal dimenticatoio, mettendoci ansia, timore, inquietudine, dolore e tristezza. Restano vive come ferite e ci lacerano i nervi scoperti; non si riesce a stare lontani, alziamo gli occhi e la frana è là, in continuo movimento verso di noi. Ci pare di soffocare; l’angoscia sale e ad ogni attimo ci ritroviamo a monitorarla, a controllarla, credendo così, di tenerla a debita distanza.
Le soluzioni sono svariate, sciocchi noi a non ricordarle:
- fuggire,lasciare le nostre cose ed andare. Ciò presuppone un cambiamento radicale importante e non sempre giusto nei nostri confronti. Dipende da come lo si vive, o come un fallimento, o come una liberazione.
- ergere un muro di contenimento. Questa è una soluzione attiva ed efficace. Se riusciamo a separarci dalla frana con un muro saldo di autostima e certezze, la frana potrà certo attaccarci, ma con minore vigore. Il muro però ha anche la doppia valenza di nascondere e con questo dobbiamo fare i conti: con la nostra capacità definitiva di separarci dalla frana.
- girare il capo dalla parte opposta. L’indifferenza è una soluzione al limite, efficace solo a metà. Occorre grandissima forza d’animo per non voltare il capo e non controllare, alle volte, la situazione della frana.
- restare e conviverci. Forse è la situazione più semplice, la più chiara ed onesta con noi stessi. Ammettere l’esistenza della frana, conviverci senza darci troppo peso, controllarla ogni tanto nell’eventualità di una sua tracimazione, è ciò che ci consente di procedere innanzi, senza abbandonare del tutto noi stessi e al contempo, senza distruggerci la vita.
Tanto, la frana, verrà ricoperta dai rovi, nascosta alla vista, ma se vi è terreno delicato, lì resterà.
Quindi, meglio salvare noi e la nostra bellezza e lasciare la frana sotto i rovi.
Chiara