Magazine Rugby

La Francia doppia le scogliere irlandesi

Creato il 14 febbraio 2011 da Rightrugby

La Francia doppia le scogliere irlandesiSix Nations - Aviva Stadium. Dublin

Ireland 22 - 25 FranceLa Francia che aveva così impressionato la settimana scorsa contro la Scozia, esce salva ma col brivido e molti danni al morale dalla navigazione nelle tempestose acque dell'isola Smeraldo; l'Irlanda che molti avevan dato per cotta prima ancora che cominciasse il torneo si rivela ancora vitale, pur subendo una sorta di contrappasso della gara di Roma: stavolta niente sorpasso finale, anche se c'è in qualche modo andata vicina.
E per venire ai casi nostri e chiudere un weekend poderosamente negativo con una nota un po' meno tragica, da questo confronto ne esce ulteriormente ridimensionata la Scozia - che aveva illuso i francesi ma è stata smascherata dal Galles - e nel suo piccolo ne emerge un po' rinfrancata l'Italia, che quando gioca conservativa e umile come a Roma non come a Twickenham, sa mettere in crisi chi stava per fare il colpaccio contro i campioni in carica. Per salire ai piani alti, quanto visto nell'ultima gara domenicale corrobora l'idea, a quindici giorni dallo scontro cruciale di Twickenham tra le due squadre rimaste a punteggio pieno, che la favorita del torneo nell'anno "giusto" sia nettamente l'Inghilterra.
- La cronaca "ragionata": Gara complessivamente bella, a tratti spettacolare, in un impianto bello e spettacolare. Lasciatemi iniziare con un inciso "ingegneristico" sullo stesso: il pur apprezzabile, informatissimo e simpatico cronista Pierantozzi, il database vivente, se invece di ripetere come un nonno un po' arterio sempre le solite menate biogafiche sul numero di piede e il titolo di studio di
chiunque passi, s'informasse e informasse piuttosto i telespettatori che quella meraviglia di nuovo stadio di Dublino nella sua parte più caratteristica e spettacolare - la struttura portante in carpenteria - è opera italiana (ditta Cimolai, friulana), come del resto il tetto del Millennium Stadium a Cardiff, annoierebbe meno e compirebbe opera meritoria nel 150 anniversario dell'Unità, celebrando conquiste italiane vere e positive, non menate retoriche. Fine inciso.
L'Irlanda parte col piede basso sull'acceleratore, ha molto da dimostrare dopo la risicata vittoria al Flaminio; la Francia è messa sul piede arretrante. Film già visto anche con la Scozia, solo che i Verdi orchestrati da Sexton e O'Leary non si fanno fermare a metà campo e nemmeno infilare in contropiede. E non è che i francesi non ci provino: alla prima palla recuperata ripartono alla mano, arrivando fino a Poitrenaud che perde palla in avanti dentro la sua area dei 22 metri; ne approfitta l'alona Fergus McFadden per marcare la prima meta che Sexton trasforma facile per il 7-0 del quarto minuto di gioco.
I Bleus sono probabilmente disturbati dal gameplan di questa Irlanda che immaginavano più "tradizionale", più "rispettosa" nei loro confronti che contro l'Italia: invece i Verdi fanno pochissimo gioco al piede (alla fine i possessi calciati saranno solo il 22%, contro il pur basso 32% della Francia) e tante percussioni. Si trovano così ad avere in campo un'arma spuntata, il triangolo allargato tutto dinamismo Poitrenaud, Medard e Huget.
Uno dice vabbè, se la loro arma con la Scozia sono state le ripartenze, lo potranno rifare a maggior ragione contro una squadra che fa molti errori come l'Irlanda vista in Italia. Alla fine i padroni di casa commetteranno di fatto molti errori (ben 17 contro i soli nove dei francesi) ma al contempo confermeranno la solidità difensiva: gli attacchi francesi tentati al largo da Huget, in mezzo da Traille e Rougerie vengono regolarmente fermati (96% di successo nei placcaggi).
Qui si rivela la vera forza di questa Francia: se questo non funziona, identificano un punto debole alternativo dei padroni di casa e applicano immediatamente il piano B. E' la disciplina: se l'arbitro Pearson fa un po' finta di niente nelle mischie ordinate, penalizzando indirettamente i più forti francesi, non può non vedere il solito florilegio di manine, fuorigiochini, ritardini e furbatine tipiche del repertorio irlandese nel gioco dinamico.
Anche i francesi sono fallosi (alla fine saranno nove le penalità concesse dai Verdi contro le otto dei Bleu), ma gli irlandesi un po' come i neozelandesi accentuano il gioco borderline man mano che l'avversario si avvicina ai loro 22 metri, mentre i francesi fanno il contrario. Così può entrare in scena il piede di Morgan Parra che alla fine risulterà perfetto: quattro piazzati tra il decimo e il 27', intervallati dall'unico concesso in range agli irlandesi e piazzato da Sexton, a poco a poco portano in vantaggio gli ospiti 10-12.
Gli irlandesi non demordono col loro gioco niente tattico e tutto d'attrito; fanno molta fatica ad arrivare nei 22 metri avversari (gli avversari anche, ma capitalizzano lo stesso coi tiri da fuori, si direbbe nel basket) a causa dei detti errori e soprattutto di una difesa francese stavolta molto attenta (alla fine saranno solo 3 i placcaggi mancati dai francesi, contro i 25 con la Scozia); ma quando ci riescono sono letali: al 37' è il mediano O'Leary a concludere in meta una fase d'attacco; Sexton non trasforma e si va al riposo sul 15-12, due mete a zero. A proposito di efficacia dell'attacco, il dato che farà più impressione alla fine sarà il numero di possessi dentro ai 22metri avversari: 44 irlandesi contro 7 francesi.
La ripresa prosegue sulla falsariga del primo tempo, solo col pallino sempre più in mano agli ospiti che continuano a non farsi superare in difesa, mentre questi continuano a usare "il tiro da fuori" concesso dalle indiscipline irlandesi: pareggiano al 48' con la quinta punizione su cinque di Parra.
Al 50' il giro di cambi che porta fortuna ai francesi: Yachvili per Parra, Chabal per Bonnaire con Harinordoquy spostato flanker, Marconnet per Domingo meno brillante dell'altra settimana (ma c'entra un po' anche Pearson), Clerc per un frastornato Poitrenaud mandando Medard estremo.
Alla prima mischia ordinata in mezzo campo, nasce l'azione perfetta: siamo al 52', ovale tallonato pulito, Yachvili lancia Trinh Duc (al solito tanto perfetto che pare non ci sia, ma quando non c'è si vede) già quasi sulla sua verticale alla sua destra, che a sua volta mentre le linee collidono apre a Rougerie. Sarà la potenza unita alla velocità, fatto sta che il biondo passa d'Arcy come non ci fosse, in uno dei pochissimi "buchi" nei placcaggi dell'intera partita (3 mancati dai francesi su 88, 4 su 104 dagli irlandesi); e qui scatta il rallenty (Kirwan direbbe: guardate voi che state a casa): una volta guadagnata la linea del vantaggio, mentre i difensori convergono su di lui, il trequarti del Clermont immediatamente pianifica l'offload, non il correre per arrivare in meta da solo o il tener ben stretta la palla per guadagnare il primo down. Si guarda attorno, vede che Medard, uno che sa come si fa il sostegno, ha accelerato alla sua destra e appena O'Driscoll converge su di lui tac, passa e lo manda in meta. Con la trasformazione fa 15-22, rimarrà l'azione che caratterizza la giornata.
Ovviamente gli irlandesi non mollano ma poco cambia: Yachvili può marcare "da fuori" il 15-25 dopo pochi minuti.
All'ora di gioco anche gli irlandesi rimescolano le carte e fa tra gli altri ingresso in campo O'Gara "il risolvi problemi". Qualche minuto dopo gli irlandesi riescono finalmente a entrare nei 22 metri francesi e producono lo sforzo massimo, contrati in modo eccellente dalla impeccabile difesa. Accumuleranno 30 fasi veementi tra i cinque metri e la linea di meta, fino a quando O'Gara inventa un repentino cambio di fronte d'attacco, portando i trequarti sul lato destro; i difensori francesi non dormono e "scramblano" veloci, a quel punto l'apertura di Munster tenta un calcetto a lanciare Fitzgerald ma forse impaurito dai difensori oramai addosso gli vien fuori sbilenco; è la sua fortuna, perchè incoccia nel piedone di Thion e finisce in mano a Heaslip che lo deposita sull'angolo destro. O'Gara trasforma dalla linea laterale colpendo il palo, e siamo al film già visto, tra l'altro anche a Monigo in giornata: 12 minuti per marcare tre punti e pareggiare.
Tra alterne vicende i francesi riescono a tenere gli irlandesi distanti, anzi paiono pianificare per bene il drop della sicurezza, fino a quando Chabal s'inventa un passaggio pazzo e perde palla. Mancano due minuti alla fine, c'è un parapiglia incredibile co Medard ultimo uomo che perde palla all'indietro sulla corsa di Fitzgerald e Earls, ma da qualche parte sta scritto che gli irlandesi han già consumato tutta la loro fortuna al Flaminio, così terminano i sostegni quando il campo era aperto. La gara si conclude con una mischia per i francesi, eppure nel finale ce l'han messa tutta per perderla: il finale "frantic" infatti ha rovinato quell'impressione di cinica calma a fronte degli imprevisti offerta inizialmente dai Bleus, che pure han saputo rinforzare in modo impressionante la difesa da un weekend all'altro.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines