La Cover del libro
Se cercate un romanzo duro, dolce, coinvolgente, ricco di spunti di riflessione, allora ecco il titolo giusto: La Frivolezza del Cristallo Liquido di Irina Turcanu. Non è un thriller, nonostante abbia gran parte delle caratteristiche tipiche del genere. Sì, vi farà rabbrividire. Un assassinio, dà il via alla narrazione. Non il classico crimine. A morire non è un corpo, bensì un’esistenza, un’anima, quella di Marta, giovane ragazza alla quale il destino riserva un’esperienza sconvolgente. La firma Sandu, il risultato di una società profondamente maschilista nella quale non c’è spazio per la donna, per la sua libertà di vivere secondo le proprie scelte. La donna, certe volte, non ha il diritto di dire “no”.Se a un uomo cade in terra il cappello, con una scrollata allontana la polvere e lo può indossare nuovamente. Non vale lo stesso per la donna, recita un detto popolare. Non nei paesi dell’Est Europa, per la precisione a Chisinau. Ma forse non è un aspetto tipico dei paesi con clima temperato e gli inverni rigidi. La donna che stimola gli appetiti, colpevole delle reazioni, è pensiero comune in molti luoghi del mondo, anche laddove il sole riscalda ancora persino a novembre.Con mano ferma e sapiente, Irina Turcanu traccia i contorni di una realtà che non può essere ignorata, una realtà troppo vicina nonostante l’ambientazione. Alla narrazione non manca nulla perché vi tenga incollati alle pagine: nero quanto le strade buie dove troppe ingiustizie accadono, un spruzzo di giallo come le luci soffuse di un focolare che appartiene ad altri, una sfumatura di rosa che nasce dalla sete d’amore di Marta, il rosso scarlatto sintomo di passione ma non solo, bianco come la neve che rallenta la corsa verso la salvezza, verde quanto la speranza che la giustizia fatta da soli ha lo stesso effetto di un’esecuzione in piazza. Forse Turcanu ha creato un nuovo genere: il bianco, appunto perché l’insieme di tutti i colori.Inizia così la storia:
L’odore di ortica le invadeva le narici. Lo shampoo, mal diluito nell’acqua in un torbido verdastro, gorgogliava attraverso il troppopieno della vasca da bagno. Marta chiuse il rubinetto e s’immerse frettolosa nell’acqua gelida, prese la spugna e la strofinò con forza sulla pelle arrossata. I denti battevano con violenza. La ragazza si alzò di scatto lasciando la schiuma scoppiettare sotto la stretta dell’asciugamano. Le labbra violacee tremavano con un respiro corto che appannava lo specchio così illuminato da rendere fastidiosamente visibili le imperfezioni del giovane volto. Aveva soltanto sedici anni, ma quegli occhi di un insolito bluette ipnotico nascondevano le incisioni di segreti inconfessati. Erano segreti dal sapore nauseabondo, un cocktail di orrendo e di repulsione che la rendevano fragile e sporca.Info e acquisto.