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La fuga dei biberon

Creato il 13 gennaio 2014 da Bussola
Bussola lo scorso week end ha iniziato ad assentarsi dal nido domestico perché si è ritagliata un impegno che esula dalle sue giornate lavorative. Si, perché lei si è inventata un altro onere come se la sua vita non si fosse già troppo saturata di responsabilità.
Durante la settimana precedente al suo esodo lei si è munta come fosse la mucca Carolina, roba che se l’avessero vista quelli della Lindt l’avrebbero inserita nel ciclo produttivo della famosa cioccolata. Bussola pertanto ha ceduto a quell’arnese infernale che è il tiralatte elettrico, aggeggio che dovrebbe esser vietato dalla Convenzione di Ginevra.
Per una settimana Bussola è diventata madre di gemelli: il boss e il tiralatte; entrambi molto famelici. Ad ogni modo, grazie ai suoi sensi di colpa Bussola è riuscita a riempire il suo ultimo cassetto del congelatore con bustine di plastica trasparenti adeguatamente chiuse e identificate con nome, data e quantitativo di latte riposto.
Venerdì la tapina si è truccata come erano mesi che non faceva, si è messa in tiro o quasi, ed è uscita da casa affidando i suoi due gemelli alle cure amorevoli di padre e suocera. Durante la sua piccola fuga dalle mura domestica la stessa si è sentita leggera ed eccitata per esser ancora in grado di azionare il cervello oltre alla conta delle ore che distanziano una poppata dall’altra.
La stessa non poteva immaginare che nell’accampamento domestico le truppe stavano subendo una completa disfatta: Il boss rifiutava categoricamente il biberon con ogni forma di latte ci fosse al suo interno, e scendeva a compromessi solo con la frutta al cucchiaino.
Tornata a casa da questa sua fuga di cervelli Bussola ha trovato un marito demoralizzato, una suocera esausta, un figlio che si è fiondato a ventosa sul suo seno.
La notte è passata insonne per la tapina, che si è arrovellata più volte sulle sue responsabilità, le sue disfatte, i suoi buoni propositi. Durante la notte al boss è bastato schioccare le dita per vedere sua madre “caracollarsi”più volte sul suo lettino  per riempirlo di coccole e di buon latte materno.
Il sabato mattino Bussola si è richiusa la porta di casa dietro di sé, augurandosi di subire minori perdite del giorno precedente, sfanculando i cervelli con tutte le loro fughe, e sperando di esser presto di ritorno a casa. Sulla metro la stessa ha sentito un groppo in gola sorgere dalla sua parte più intima ed ha ceduto al desiderio di piangere.
A differenza di tutte le previsioni, il secondo giorno è andato un po’ meglio, o forse, un po’ meno peggio. Il boss con mille fatiche è riuscito a ingurgitare un po’ di latte materno, tra canti della nonna, danze del papà, e pupazzetti sventolati in aria. Il biberon rimane ad ogni modo un suo acerrimo nemico, sembrerebbe essersi dimenticato come si usa, nonostante fino a quindici giorni fà saltuariamente lo avesse usato senza problemi.
Si accettano consigli e pacche sulla spalla, in questa nuova lotta verso la riconciliazione che si dovrà superare prima di Marzo quando Bussola dovrà definitivamente riprendere le attività lavorative.
La fuga dei biberon

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