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>>La “fuga delle imprese”

Creato il 21 ottobre 2012 da Felice Monda

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Molte aziende italiane “si trasferiscono” all’estero per “sfuggire” all’eccessiva tassazione e burocrazia presenti in Italia. Poi con la crisi economica c’è anche la difficoltà di accesso al credito.

Per molte aziende del Nord e del Centro Italia diventa molto più conveniente spostarsi all’estero.

Alcuni dati: in Italia la tassazione media sugli utili d’impresa è del 31,4% mentre ad esempio nella vicina Svizzera è del 20% e in Slovenia al 18%.

Se poi sommiamo alla tassazione sugli utili d’impresa la tassazione sul lavoro si arriva ad uno sconcertante 68,6% contro il 48,2% della Germania per esempio o contro il 37,3% del Regno Unito o il 21,2% del Lussemburgo.

Tutti questi numeri fanno ben capire quanto “convenga” alle aziende italiane spostarsi all’estero e in questo modo “impoverire” sempre di più il nostro settore produttivo.

In un mondo globalizzato dove tutto è in continuo movimento e in continua trasformazione tante aziende si delocalizzano ma in Italia questo fenomeno sembra essere ancora più accentuato.

Quindi in Italia non c’è solo il fenomeno della “fuga dei cervelli e dei talenti” ma anche il fenomeno della “fuga delle imprese”.

Tutto questo porterà sempre più povertà nel nostro paese se non si decide di porre rimedio a questa situazione con misure e provvedimenti atti alla crescita e allo sviluppo: per esempio misure che cerchino di incentivare l’uso delle fonti rinnovabili.

Inoltre bisogna tra l’altro ridurre l’enorme carico fiscale che grava sulle aziende e nello stesso tempo combattere con riforme opportune la corruzione “dilagante” da Nord a Sud.

 


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