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La fuga di Logan - Michael Anderson (1976)

Creato il 02 dicembre 2015 da Lakehurst
(Logan's run)
Visto in Dvx.
La fuga di Logan - Michael Anderson (1976)
Un futuro postapocalittico, una città coperta dove tutto è organizzato dalle macchine (in definitiva un computer), tutti vivono comodamente, ma c'è un limite, raggiunti i trentanni devono consegnarsi al Carousel, una cerimonia dove vengono (buffamente) uccisi per esplosione nell'aria... Uno dei guardiani (si ci sono dei guardiani che ti uccidono se tenti di fuggire o se ti rifiuti di partecipare al Carousel) viene incaricato di sabotare l'unica organizzazione che finora è riuscita a far fuggire delle persone, dovrà fingere di essere uno di loro, scappare dai colleghi senza poterli avvertire e raggiungere il luogo dove vivono fuori dalla città. Ovviamente riuscirà a scappare, ma quello che troverà una volta fuori non sarà quanto era previsto dal computer centrale.
Un'action fantascientifico con la tipica estetica futuristica molto anni ’70, costumi molto brutti (rielaborazione colorfull dei peplum), ma scenografie molto buone (invecchiate è vero, abbastanza brutalista è vero, però buone) tutte tese a rendere sterile e perfetto l'interno artificiale. Gli effetti speciali risultano un pò datati quando vengono utilizzati a pieno regime, ma ancora sono ancora apprezzabili (quelli di bassa lega d’oggigiorno sono allo stesso livello, quindi per chi è anche solo minimamente avvezzo a syfy non può storcere il naso).
Come comparto estetico quindi direi che il film riesce ancora a essere all'altezza di un pubblico moderno... certo bisogna dimenticare uno dei più brutti robot della storia del cinema, ridicolo oltre ogni dire (e non voglio credere che fosse accettabile neanche all'epoca) e poi bisogna anche tollerare un Michael York come protagonista, ma accettati questi due nei, ci siamo. A stemperare c'è una comparsata di Ustinov nella parte del vecchio pazzo che è un piacere (la sua parte è da vedere in lingua originale se possibile).
Quello che manca è il mordente della storia. L'idea di base, seppure un pò abusata, avrebbe il tono e la cadenza giusta (una delle guardie, costretta dal sistema a fingersi ribelle, fugge, non trova ciò per cui era stato assoldato, non ha alternative e torna; potrebbe essere un dramma degno di Ken il guerriero). Invece si incanta nella descrizione di quel mondo, si incarta nella fuga senza fine, si concede troppo tempo nel mostrare i capisaldi dell'americanità (oltre all'americocentrismo questa parte difetta anche di ritmo) e infine conclude il tutto con un improbabile happy ending (mentre avrebbe potuto virare per un finale oscuro e orwelliano).
PS: no dai, il povero York mi sta anche simpatico, ma ha una faccia facciosa che spesso mi sospende la sospensione dell'incredulità... e poi lo confondo con Ryan O'Neal che invece non sa recitare, vabbé son tutti problemi miei.

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