E’ ancora estate, fa ancora caldo e sembra ancora di essere in vacanza, ma intorno al tavolo dell’aula professori i visi, anche se abbronzati, non hanno espressioni da vacanza, gli sguardi sono concentrati, sono già sguardi da lavoro.
I discorsi sono quelli di inizio anno, ci sono orari da far quadrare, attività da programmare, risorse sempre più simili a coperte corte che, comunque le si usi, non bastano a coprire tutto, sono discorsi basati su decine di sigle che probabilmente per un estraneo risulterebbero oscure, ma che per noi sono il pane quotidiano (almeno da ieri).
E intanto là fuori gli alberi sono ancora verdi e il sole scalda ancora e sembra innaturale stare qui, seduti intorno al tavolo, con i visi abbronzati e i vestiti leggeri a parlare un linguaggio criptico.
Aspetto con ansia la pioggia e qualche giornata uggiosa, aspetto le prime foglie secche adagiate in una pozzanghera.