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La gastroscopia per la diagnosi di celiachia

Da La Sphiga Di Grano @LaSphigadiGrano

Oggi voglio spendere due righe sugli esami da fare per la diagnosi della celiachia: le analisi del sangue e la gastroscopia. Se le analisi del sangue ormai non preoccupano più nessuno, escluso chi ha paura degli aghi, quando si parla di gastroscopia un po’ di tremorino e sudorino freddo viene a tutti.

Ho scoperto di essere celiaca 6 anni fa, avevo 25 anni e feci la gastroscopia insieme a mia madre, anche lei sospetta celiaca.
Voglio subito rassicurarvi: non è niente di preoccupante, non è doloroso ma dà solo un po’ di fastidio. La cosa che dovrebbe tranquillizzarvi è che non dura più di 5 minuti tra entrare, fare l’esame e uscire. La gastroscopia viene eseguita a digiuno e ci sono due o tre alternative, così almeno mi disse il gastroenterologo.

Come funziona

La prima alternativa è farsi somministrare degli ansiolitici, in questo modo si resta svegli ma si è rincoglioniti per tutto il resto del dì e i nostri movimenti diventano rapidi come quelli di un bradipo.

La seconda alternativa è chiamare l’anestesista e farsi sedare, in questo caso l’effetto è ancora più marcato e si cade in un sonno profondo, per, lo voglio ricordare, fare un esame di 3 minuti.

Che si scelga la prima o la seconda alternativa nelle successive ore successive di solito non si può:

-guidare
-lavorare
-mangiare (per qualche ora)
-andare in palestra e fare qualsiasi altra coso che comporta un minimo di prudenza o coordinazione

Si deve anzi essere accompagnati da qualcuno e attendere di essere completamente lucidi per svolgere senza impedimenti e rischi anche normali attività come lavare i piatti o lavorare al computer con disinvoltura. Insomma un bradipo alla guida sarebbe molto pericoloso, quindi state bòni.

Riassumiamo facendo un calcolo approssimativo dei vantaggi/benefici: 3 minuti di, chiamiamola “tranquillità”, per 8-12 ore di impedimento/handicap psicofisico, ne vale veramente la pena? Alle ore di rincoglionimento post esame ci aggiungerei anche le eventuali ore trascorse in sala d’attesa prima dell’esame.
Ripeto, ne vale la pena? Secondo me no, a meno che non si abbiano particolari patologie e in questo caso vi consiglierà il medico.

Ma il motivo per cui scelsi la terza alternativa è chiarissimo.

La terza alternativa è restare svegli, farsi spruzzare lo spray anestetico locale sulla lingua e fare l’esame. Uscire dalla sala e zompettare con le proprie gambe verso l’uscita dell’ospedale alla ricerca di cibo.

Il mio esame, ovviamente, fu più veloce dell’attesa. Avevo la gastroscopia alle 11 con mia madre, anche lei futura celiaca, ed eravamo digiune dalla sera prima. Dopo un’ora di attesa continuavo a vedere gente che usciva dalla stanza addormentata su un lettino, non solo persone anziane ma di tutte le età. Avevo talmente fame che avrei mangiato sicuramente anche il tubicino della gastroscopia, se solo fosse stato commestibile.
Alle 14 finalmente mi chiamarono, il gastroenterologo mi pose il quesito sul tipo di sedazione da fare in maniera tutt’altro che imparziale. Ma la mia domanda fu una soltanto:

Quando esco da qui posso anche mangiare? Sì.
Ok. Vada con lo spray.

E non me ne sono pentita.
L’esame consiste nello sdraiarsi su un lettino, mi pare girata di fianco, il gastroenterologo inserisce un piccolo tubo in bocca. Attraverso un monitor i medici raggiungono lo stomaco e la prima parte dell’intestino (duodeno). Da qui prendono un piccolissimo campione (biopsia) per analizzarlo e verificare se siete celiaci. Durante l’esame il gastroenterologo inserisce un po’ d’aria nello stomaco per vedere meglio il vostro stato di salute. Anche questo passaggio non è assolutamente doloroso, sentirete solo un po’ di fastidio e gonfiore alla pancia. La biopsia non è dolorosa, non si sente niente. Ma poi scusate, parliamoci chiaro. Ci facciamo tatuaggi, piercing, cerette, sono tutte cose estremamente dolorose.

Fine. L’esame dura davvero pochi minuti.

A cosa serve la gastroscopia

Ricordatevi che questo esame è essenziale per ottenre una diagnosi certa della celichia e poter così usufruire dei buoni per l’acquisto di prodotti senza glutine rilasciati dalla vostra ASL di competenza. Evitare di pagare 3-4 euro per mezzo chilo di pasta, ogni volta che vi viene voglia di farvi uno spaghetto senza glutine, forse vi aiuterà ad eseguire la gastroscopia.


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