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La genitorialità e la matematica: due sbagli = un giusto?

Da Stefanod
 Sofia ieri è andata a far la spesa con mamma Anette e nonna Eivor. Fra le altre cose hanno comprato due pacchi di biscotti. Al momento di fare merenda voleva aprire una delle confezioni, ma visto che ce n'era una già aperta le ho detto che prima avremmo finito quella. La sua reazione è stata quella di impuntarsi per averne uno dalla nuova confezione. Sono quei momenti fra "periodo no", sfida di conquista e puro capriccio nei quali diventa intrattabile mischiando pianto da tragedia greca e arrabbiatura (quella che le fa assumere la classica espressione imbronciata che fa scoppiare a ridere il resto della famiglia e arrabbiare di più lei).
Visto che in quei momenti ragionare a volte è un'impresa, e che l'ultima cosa che volevo in quel momento era avere una bimba arrabbiata, intrattabile e in lacrime ho fatto finta di assecondarla, ho fatto un po' di rumore con il pacchetto vecchio dei biscotti nella credenza e le ho dato uno dei biscotti di quella confezione facendole credere di averne preso uno dei nuovi. Lei contenta se n'è andata a giocare con Eleonora, e io ho pensato che:
- dico sempre alle bimbe che non si dicono le bugie, ma in questo caso le ho raccontato la frottola che il biscotto era uno di quelli appena comprati
- mi riprometto spesso di non essere un genitore curling che cerca di spazzare via dalla strada delle mie figlie le difficoltà, ma in questo caso ai suoi occhi l'ho assecondata e non ho scelto ad esempio la via del "o prendi un biscotto dalla confezione aperta o niente" (in quel momento non avevo proprio voglia di gestire il suo capriccio)
Nonna Eivor, che aveva osservato tutta la scenetta, mi ha però sorriso e fatto l'occhiolino, e io mi sono chiesto se, come in matematica quando il prodotto di due numeri negativi è uno positivo, due "sbagli" possono comunque essere visti come una cosa positiva.

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