Chiamano se stessi Pegida, o “Europei Patriottici contro l’Islamizzazione dell’Occidente”, da ottobre marciano ogni lunedì per Dresda, ex Germania dell’Est.
Il numero dei partecipanti alle marce sta crescendo e il 15 dicembre protestavano in 15.000. I loro slogan carichi di paranoia xenofoba come “No sharia in Europa” sembrano alquanto bizzarri in una regione, la Sassonia, dove solo il 2% della popolazione è straniera e di questa misera percentuale, poco più dell’1% sono musulmani.
I manifestanti difficilmente spiegano cosa vogliono, convinti di una cospirazione, non parlano con la stampa.
Pochi tollerano i segni del neonazismo e ripudiano la violenza. La cosa che condividono è una forte ansia per i richiedenti asilo (200.000 nel 2014) e gli immigrati.
L’istigatore è Luts Bachmann, proprietario di una agenzia pubblicitaria, fuggito dal Sudafrica per evitare il carcere perché accusato di spacciare stupefacenti.
Hanno imitatori in altre città: Bonn ha la marcia di Bogida, Wutzburg la Wugida. Ma la Germania orientale, specialmente Dresda, sono la base del movimento.
Contro manifestazioni sono state organizzate, ma a marciare sono arrivati in 5.600 troppo pochi per sovrastare i numeri di Pegida.
La cancelliera Merkel accusa il movimento di essere “sovversivo e diffamatorio”; Heiko Mass, ministro della giustizia, va oltre, etichettandolo come “una disgrazia per la Germania”.
Ma la CSU, il partito di centro destra della Baviera, alleata della Merkel, è più indulgente. “Chiamare Pegida una disgrazia equivale a una massiva denigrazione di pacifici protestatori” commenta il portavoce.
La CSU è molto più sensibile alle tematiche dell’immigrazione della CDU, sostenendo la necessità che gli stranieri siano forzati a parlare in tedesco perfino in famiglia.
Il leader del nuovo partito anti – europeo Alternative for Germany, Bernd Lucke, ha detto di considerare legittime le domande di Pegida.
La Germania rimane comunque un posto tollerante in cui vivere. Spicca una ragione su tutte. Il notevole flusso di immigrati, circa 460.000 sono arrivati nel 2014, rende il paese teutonico la seconda più popolare destinazione dopo gli Stati Uniti d’America.
Pegida ricorda però che molti, specialmente nella Germania orientale covano risentimento che potrebbe essere sfruttato.
“Noi siamo il popolo”, i manifestanti tuonano per le strade di Dresda. Una frase “ostalgica”, usata dai tedeschi dell’Est nel 1989 contro i “signori” comunisti. Ai forestieri, oggigiorno questo urlo dà l’impressione di essere agghiacciante. Pensando a come è finita la DDR.
Nella foto, manifestanti di Pegida per le strade di Dresda – Credit by web.de