L'altro giorno leggevo una citazione attraverso la vetrina di una libreria. Una citazione che mi ha turbato e che mi ha fatto riflettere a lungo. Perdonatemi se non riesco a riproporvela qui sotto ma, è passato un mesetto da quando l'ho letta al momento in cui dopo qualche elucubrazione glauchina, ho deciso di scrivere questo post. A ogni modo, il concetto della citazione è che scrivere, per l'autore della citazione, è una gioia irrinunciabile, l'unica attività che veramente lo renda felice.Così mi son messo a riflettere su questa terribile domanda: Provo la stessa emozione verso la scrittura?
La risposta, incredibilmente, è no.
Io sono veramente felice, estremamente felice, assolutamente felice, quando leggo. La mia gioia più grande è la lettura. Leggere è, per me, molto meglio di viaggiare, molto meglio di vivere. Vivendo, io mi trovo costretto in quella che è la mia realtà. Leggendo posso vivere esperienze diversissime, in luoghi incredibilmente differenti da quello che è il mio ambiente. Posso essere giovane o vecchio; uomo, donna e persino un bambino. Posso essere anche un animale. Posso essere coraggioso, oppure pavido; posso essere innamorato, posso essere freddo come il ghiaccio... leggendo ho l'opportunità di fare esperienze che probabilmente mai e poi mai avrei occasione di provare nella vita reale. Per questo la gioia più grande è la lettura.
In pratica, leggere è una gioia; scrivere è una necessità.
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