“Candelora, Candelora,
se nevica o se plora
dell’inverno siamo fora;
ma se l’è sole o solicello
siamo sempre a mezzo inverno”
La festa della Candelora ha origine nel bacino del Mar Mediterraneo. Candelora, ovvero, dal latino festum candelarum. Nel mondo romano la Dea Februa (Giunone) veniva celebrata alle calende di febbraio (nel calendario romano i mesi seguivano il ciclo della luna. Il primo giorno di ogni mese corrispondeva al novilunio ed era chiamato “calende”.
Un’altra celebrazione romana era quella dedicata a Fauno Lupercus. Essa consisteva in un particolare rito: due ragazzi di famiglia patrizia venivano condotti in una grotta sul palatino, consacrata al Dio, al cui interno i sacerdoti, dopo aver sacrificato delle capre, segnavano loro la fronte con il coltello tinto del sangue degli animali. Il sangue veniva asciugato con della lana bianca bagnata nel latte. Di seguito i due giovani dovevano indossare le pelli degli animali sacrificati e farne delle strisce da usare come fruste. Così vestiti i due giovani dovevano correre attorno alla base del Palatino percuotendo chiunque incontrassero, in particolare le donne che si offrivano volontariamente ad essere sferzate per purificarsi e ottenere la fecondità.
La Candelora era celebrata anche in altre tradizioni pagane e neopagane, ed alcuni studiosi rilevano come si tratti di una festività introdotta appunto in sostituzione di una preesistente. Chiamata Imbolc nella tradizione celtica, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce. La celebrazione iniziava al tramonto del giorno precedente, in quanto il calendarioceltico faceva iniziare il giorno appunto dal tramonto del sole.
Il termine Imbolc in irlandese significa “in grembo”, in riferimento alla gravidanza delle pecore. In questo periodo venivano infatti alla luce gli agnellini e le pecore producevano latte. Il latte fresco, il formaggio, il burro e il siero di latte, e la carne degli agnelli, costituivano un pasto importante ed unico per le popolazioni celtiche, specie durante il gelo dell’inverno Era tradizione celebrare la festa accendendo lumini e candele.
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