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"La giovane donna e il cavallo grigio" /L'angolo del Griot

Creato il 26 febbraio 2012 da Marianna06

C’era una volta  nel Paese  degli Hausa, in un villaggio ai margini della brousse ,una giovanissima e bella donna, figlia di un ex-capo del villaggio, che doveva  presto andare in sposa ad un altro bel giovane del luogo, figlio invece questi dell’attuale  capo del villaggio, uomo saggio e ricco.

Inutile dire che i due si piacevano e si amavano tantissimo come solo i giovani sanno manifestare alla loro età.

Lui però aveva ricevuto, a suo tempo, in dono dal padre uno splendido cavallo grigio, di cui si può dire che fosse  innamorato quasi più della stessa donna.

Non si separava mai dall’animale e al rientro, all’approssimarsi della notte, si sperticava in lodi per il suo cavallo,rimproverando ripetutamente alla giovane di essere una incapace  nei lavori femminili  e nella conduzione dell’abitazione.

La cosa fu risaputa in una città vicina  dal figlio giovane di un altro capo- villaggio, il quale, avendo sentito lodare la bellezza della ragazza,in assenza del futuro sposo, che era in giro a bighellonare con gli amici ma questa volta, caso e combinazione, senza il suo cavallo grigio, andò a farle visita e non mancò di farle qualche carezza di troppo, palesando le sue reali intenzioni.

La giovane ci stette e non oppose per nulla resistenza.

Anzi chiese al corteggiatore di dimostrarle tutto il suo amore,uccidendo per lei, quale prova, il cavallo grigio del suo futuro sposo.

Il giovane non ebbe alcuna esitazione e l’atto fu compiuto in meno che si dicesse e sopratutto con tantissima sadica gioia di lei.

Vi lascio immaginare, al contrario, la disperazione del promesso sposo, al rientro, quando egli si rese conto di essere stato privato del suo animale preferito.

Quando però il giorno successivo il  promesso sposo si allontanò al mattino, senza il suo cavallo grigio e per le consuete scorribande, lei, la giovane donna, con una serva, pensò bene di recarsi in città per ritrovare il suo corteggiatore .

Quello delle languide carezze, insomma.

E soprattutto colui  che aveva, prontamente, esaudito il suo desiderio.

Fattasi ricevere per giacere con lui, nel bel mezzo dell’amplesso tirò fuori inaspettatamente un coltello, che aveva portato con sé, e lo ferì a morte.

A dimostrazione che il delitto era stato compiuto, staccò  poi dal corpo ancora caldo dell’uomo il pene e lo ripose, ben coperto, in un cestino assieme al coltello insanguinato.

Intanto sottrasse dalla stalla un altro bel cavallo grigio, di proprietà  questo del corteggiatore  ucciso,  e lo condusse con sé al suo villaggio e alla sua abitazione.

Al rientro del promesso sposo, a sera inoltrata, ella mostrò subito al suo uomo, che era di pessimo umore, tanto il moncone di pene quanto il bellissimo e nuovo cavallo grigio.

Poi gli gettò le braccia al collo, ricoprendolo di baci e con le moine di cui sono capaci le donne, se vogliono, si allontanò per appartarsi con lui.

Fuori nel cielo, intanto, le stelle brillavano  alte e la falcetta di luna faceva , davvero  molto impertinente, l’occhiolino.

  

Tratto e liberamente adattato da un racconto Hausa di "Leggende della Madre Africa"-Arcana editrice-Milano

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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