Il migliore cinema di Mazzacurati. Il suo natio Veneto. Con questo noir padano mi avvicino a uno dei suoi migliori film proprio per rendergli omaggio. "La giusta distanza" è la misura che ci viene richiesta per non alterare il corso degli eventi. Per essere conformi al conformismo, abbracciare un male che sfuggiamo, camuffiamo, ma che è la normalità. Cani uccisi. Trasgressione. In una provincia troppo chiusa. La giusta distanza, alla fine, capirete che non esiste, o almeno, esiste per non essere rispettata. Giovanni, il protagonista, aspira a fare il giornalista, ma non parla della sua maestra ammattita, giornalista si, ma non ad ogni costo. E dalle foci del Po, per lui arriverà Milano. Mara. La supplente della maestra ammattita che prende con sè questi bambini dai sette ai dieci anni, nel paese sono pochissimi. Mara rappresenta il mondo sconosciuto, nuovo, la trentenne "ancora fresca", bellissima, burrosa, dolce, ma fuoriposto tra quelle pianure arcaiche e chiuse.Appostamenti notturni per spiare quella donna così diversa, colei che è immediata con tutti e non conosce la regola della "giusta distanza", ha una relazione con il meccanico tunisino. Un uomo che non ama “… questa nostalgia degli stranieri”, e che "sente la vita dopo tanto tempo" proprio grazie a Mara.Immigrata anche lei, toscana, ma così diversa in quel paesino così chiuso. Grazie Carlo per il tuo essere stato sempre autentico, per il tuo non esserti mai omologato, per l'anima dei tuoi film. Non ti dimenticheremo mai!
Magazine Cinema
Il migliore cinema di Mazzacurati. Il suo natio Veneto. Con questo noir padano mi avvicino a uno dei suoi migliori film proprio per rendergli omaggio. "La giusta distanza" è la misura che ci viene richiesta per non alterare il corso degli eventi. Per essere conformi al conformismo, abbracciare un male che sfuggiamo, camuffiamo, ma che è la normalità. Cani uccisi. Trasgressione. In una provincia troppo chiusa. La giusta distanza, alla fine, capirete che non esiste, o almeno, esiste per non essere rispettata. Giovanni, il protagonista, aspira a fare il giornalista, ma non parla della sua maestra ammattita, giornalista si, ma non ad ogni costo. E dalle foci del Po, per lui arriverà Milano. Mara. La supplente della maestra ammattita che prende con sè questi bambini dai sette ai dieci anni, nel paese sono pochissimi. Mara rappresenta il mondo sconosciuto, nuovo, la trentenne "ancora fresca", bellissima, burrosa, dolce, ma fuoriposto tra quelle pianure arcaiche e chiuse.Appostamenti notturni per spiare quella donna così diversa, colei che è immediata con tutti e non conosce la regola della "giusta distanza", ha una relazione con il meccanico tunisino. Un uomo che non ama “… questa nostalgia degli stranieri”, e che "sente la vita dopo tanto tempo" proprio grazie a Mara.Immigrata anche lei, toscana, ma così diversa in quel paesino così chiuso. Grazie Carlo per il tuo essere stato sempre autentico, per il tuo non esserti mai omologato, per l'anima dei tuoi film. Non ti dimenticheremo mai!
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