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La grammatica di Dio - Stefano Benni | Recensione

Creato il 28 ottobre 2013 da Xab @Xabaras89

La grammatica di Dio - Stefano Benni | Recensione

Storie di solitudine e allegria

Prima di tutto ringrazio il buon Cyano, mio sommo mentore/divinità protettrice, per il suggerimento letterario :D
In secondo luogo consiglio a tutti quelli che non lo conoscessero di farsi una veloce wikipediata su Stefano Benni che, detta in breve, è semplicemente un autore straordinario
Personalmente "conobbi" la figura di Benni circa una decina d'anni fa, quando scrisse una piccola storia su Rolling Stones (primo o secondo numero dell'edizione italiana, vatti a ricordare) ispirata a Valentino Rossi, poi per via del film Bar Sport (basato sul suo omonimo racconto del '76) e i vari "sentito dire" del caso...si può dire che questa sia la prima volta in cui lo scopro ufficialmente

La grammatica di Dio

Stefano Benni

Stefano Benni

Scritta nel 2007, si tratta di una raccolta di 25 racconti tra loro estremamente diversi (taluni quasi sul fantasy, altri satirici, comici, e qualcuno con qualche spiccata vena drammatica) con un unico unico vero e proprio filo conduttore: la solitudine (e il primo che mi nomina la Pausini lo denuncio alla buoncostume)
L'argomento, come già dissi in altra sede, è uno di quelli che da sempre più mi affascina/sconforta:
Non credo quindi sia un caso che io mi sia ritrovato immediatamente rapito dalle pagine di questa serie di storie (l'ho praticamente finito nell'ora e mezza di treno che passa tra Milano e Genova)
Aldilà del tema di fondo comunque, l'interesse principale generato dal libro è dovuto alla squisita varietà che Benni propone, alternando stili e prose tra loro diverse tanto quanto lo sono le storie che decide di portare in scena

Chi dovrebbe leggerlo

Si tratta di una raccolta potenzialmente bella per chiunque: leggera, simpatica, breve e di compagnia (lo so, detta così sembra che stia parlando di una escort) perfetta per essere sfogliata in viaggio anche vista la brevità (sono solo 182 pagine)
Personalmente ho apprezzato tutte e 25 le storie, sopratutto Alice (che paradossalmente è una delle più tristi e praticamente priva d'umorismo, ma ho trovato estremamente significativa e potente)
Va detto infine che, anche se un lettore dovesse avere qualche remora su questo o quel pezzo, la variabilità di cui sopra scongiura il rischio di annoiarsi.
Per quel che vale quindi, consigliatissimo !

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