Ora, nel film di ieri sera al cineforum, Anni Felici di Daniele Lucchetti, di cani non ce ne erano. E non ce ne potevano essere ("perché ci si affeziona e poi si soffre quando muoiono") Ma bambini sì. Due in particolare e in un ruolo non certo secondario.
Samuel Garofalo, nel ruolo di Dario, e Niccolò Calvagna, nel ruolo di Paolo vanno oltre qualsiasi stereotipo infantile nel cinema e sono così sorprendentemente in parte che si fa quasi fatica a crederlo.
Comprimari di Guido e Serena, Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, disegnano un ritratto non agiografico di una famiglia in trasformazione in un mondo in trasformazione.
Un mondo di arte concettuale e di performance d'autore, un mondo, anzi, un momento, nel quale il divorzio è appena stato approvato, un mondo in cui c'erano le cineprese Super-8 e i collettivi femministi.
Un mondo in cui quando l'uomo tradisce non è una storia seria, ma quando lo fa lei diventa qualcosa di importante.
Un mondo in cui i figli chiamano per nome i genitori e nel quale l'assenza diventa, nel finale, presenza.
Non male, davvero, sebbene a tratti lentino.
Imbarazzantemente belli i protagonisti.