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La grande bellezza non è un film per tutti. Con questo non voglio certo dire che non sia comprensibile da alcuni e da altri sì, non sono nessuno per poterlo affermare. Quello che voglio dire è che è un film potente, che divide come solo i grandi film sanno fare e che non tutti riescono ad apprezzare.Così, in seguito alla vittoria agli ultimi Oscar, chiunque si è sentito quasi in dovere di dire la propria, politici compresi, che hanno colto l'occasione per gonfiare la storia come solo loro sanno fare: Vendola ringrazia «tutti coloro che hanno reso possibile questa magnifica opera», la Boldrini afferma che «il cinema è risorsa fondamentale per la cultura», Napolitano parla di «una grande vittoria per l'Italia» e la ministra europea alla Cultura Vassiliou esclama: «Fantastica Italia» ... Sì, fantastica, peccato che poi si scordino tutti di sovvenzionare la cultura come dovrebbe essere fatto in un paese normale.La forza dei social ha poi facilitato la divulgazione del dibattito, alimentando polemiche infinite che spesso lasciano il tempo che trovano. Martedì sera hanno mandato in onda in prima serata questa chiaccheratissima pellicola (gesto peraltro scontato come i saldi di fine stagione). Il web tanto per cambiare si è diviso: ti è piaciuto La grande bellezza? solo perché sei uno pseudo intellettuale! Non ti è piaciuto? probabilmente è perché per te sono adatti solo programmi d'alto livello culturale come quelli condotti dall'odiosa Barbara d'Urso.Il fondo poi si è toccato con i sostenitori accaniti di un certo Silvio, che tanto per cambiare si è preso il merito di tutto, proprio lui che ha "fatto tanto bene all'Italia": Mediaset vista come il "volano del migliore sapere italiano" scrive qualcuno. Mi vengono i brividi.
Non volevo scriverne, perché mi sembrava di contribuire in qualche modo alle polemiche, ma leggere certe cose fa arrabbiare. Fa arrabbiare il fatto che non si parli più neanche del film stesso e dei suoi contenuti, fa arrabbiare il fatto che tutto venga plasmato per poter diventare motivo di vanto per alcuni, fa arrabbiare l'ipocrisia che si nasconde dietro a certe trovate pubblicitarie, fa arrabbiare il fatto che tutti (o quasi) si sentano in diritto di poter criticare in maniera arrogante e presuntuosa una pellicola solo perché in questi giorni "va di moda" parlarne. Nanni Moretti in Sogni d'oro dice «E poi diranno che è un film furbo, banale, scontato, facile. Tutti si sentono in diritto, in dovere, di parlare di cinema […] Parlo mai di astrofisica, io? Io non parlo di cose che non conosco». Ma se proprio ne devi parlare informati prima e cerca almeno di pensare a quello che dici.Parlare e discutere di cinema è una cosa meravigliosa basta però non scadere nell'ovvio, nell'insulto gratuito, nella pochezza. Se il cinema è definito la settima arte un motivo ci sarà, vorrei solo che venisse ricordato più spesso.
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