All’interno del gustosissimo spettacolo esilarante messo in scena da diversi mesi dal Movimento 5 stelle, più o meno dal momento stesso in cui i grillini hanno messo piede in Parlamento, la scena, strepitosa, di Beppe Grillo che fischiettando allegramente si dice disponibile, aperto, pronto al dialogo con il Partito democratico, ovvero con lo stesso partito considerato fino a qualche ora prima un covo di politici da mandare a fanculo più o meno tutti corrotti e più o meno tutti al soldo della mafia e governati da qualche tempo da un ebetino del cazzo, è una scena che non può che essere raccontata seguendo l’unica chiave di lettura possibile: la sua assoluta e deliziosa comicità e l’assoluta e meno deliziosa comicità di chi ancora crede che sia possibile riformare e governare il paese con l’aiuto prezioso e strategico di Grillo, Casaleggio e Di Battista. Da questo punto di vista l’intervista ragionevole, e anche per questo comica, rilasciata ieri da Grillo al Corriere della Sera – intervista che ha fatto subito abboccare all’amo del finto dialogo i nostalgici inconsolabili del governo del cambiamento, grillini democratici, vendoliani, civatiani, vetero bersaniani
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La grande comica dell’asse Renzi-Grillo.