Le librerie sono piene di albi illustrati per bambini ed ogni volta che vado a fare un giro di perlustrazione vorrei uscire con le buste piene in stile saccheggio, che ve lo dico a fa’. Di titoli che centrano il mix storia ricca di significato+immagini che conquistano però alla fine non ce ne sono tantissimi. Ecco, i due albi di cui vi voglio parlare hanno colto nel segno secondo me. Si tratta de “La grande fabbrica delle parole e “La valle dei mulini” entrambi editi da Terre di mezzo ed illustrati in modo splendido da Valeria Docampo, una bravissima artista di Buenos Aires che vive a Lione.
“La grande fabbrica delle parole” di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo narra di un paese in cui le persone parlano pochissimo perché le parole non sono alla portata di tutti. Per poterle pronunciare infatti bisogna comprarle e inghiottirle. Dalla grande fabbrica delle parole vengono prodotte giorno e notte parole in tutte le lingue del mondo ed ognuna ha il suo prezzo. Alcune costano moltissimo e possono quindi essere pronunciate solo da persone molto ricche. Alcune persone pescano le parole dai cassonetti della spazzatura, altre comprano quelle in offerta speciale ed altre ancora corrono ad acchiappare con il retino quelle che a volte volteggiano in aria.
Tutto questo è una bella ingiustizia per bambini come Philèas, innamorato della piccola Cybelle alla quale vorrebbe dichiararsi pronunciando un sentito “ti amo” che però non può permettersi. Philèas dovrà accontentarsi di tre parole a caso, le migliori alla sua portata: ciliegia, polvere, seggiola. Oscar invece è un bambino ricchissimo che può permettersi di dire al Cybelle che un giorno la sposerà. Chi conquisterà il cuore della dolce bambina dai capelli bruni e il vestito rosso? Cosa conta davvero nella vita? Un libro intenso, tenero, emozionante, potente, delicato e sognante. Un must-have della propria libreria a misura di bambino (ma come al solito va benissimo per grandi!).
“La valle dei mulini” di Noelia Bianco e Valeria Docampo ci racconta invece la storia di una valle abitata da uomini, donne e ragazzi come tanti altri in cui un giorno arrivarono le macchina perfette. Queste macchine erano capaci di produrre qualunque cosa si desiderasse semplicemente schiacciando un pulsante. In modo immediato e senza sforzo si poteva quindi avere un attimo perfetto, un dolce perfetto, un amico perfetto. In tutto ciò che senso ha desiderare qualcosa? Perché sognare ancora? Nella valle si era quindi anche fermato il vento e i mulini non giravano più.
In tutto ciò ci sono però ancora due persone che hanno mantenuto intatta la capacità di sognare: Anna la sarta e l’uomo uccello. Loro sanno ancora immaginare e fantasticare cose nuove e magiche e proveranno ad diffondere di nuovo agli altri la loro capacità. Anche qui ci troviamo davanti ad un albo dalle imnagini me-ra-vi-glio-se e suggestive e dal messaggio profondo: i sogni non vanno mai mollati perché sono fondamentali per vivere pienamente. Anche se a volte non è facile per niente, soprattutto di questi tempi.
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