LA GRAVIDANZA E' UN'OCCASIONE DI CRESCITA. (I libri che consiglierei).

Da Nina

Quello di oggi è un post impegnato, vi avviso. Un post da secchiona, con l'occhiale sul naso e la pila di libri a fianco. 
Ognuna ha il suo approccio alla gravidanza e alla maternità ed è proprio questo secondo me che bisognerebbe salvaguardare: la libertà di gestire un evento così intimo e personale, secondo i propri bisogni, le proprie necessità. Ma il punto è che spesso siamo sommerse da condizionamenti culturali, luoghi comuni o pregiudizi e invece di avere accanto persone che ci aiutano nell'esplorazione del nostro essere, delle nostre verità, del nostro sentire, riceviamo imperativi, obblighi, dogmi, regole, metodologie, convenzioni.
Insomma non siamo spronate a leggerci dentro, per trovare la nostra strada, le nostre innate e istintive competenze di donne, ma siamo spinte verso i territori del conosciuto,  dell'automatismo, del 'così è perché si fa da secoli'. Si preferisce spingere la massa verso un punto comune, piuttosto che aprirle gli occhi sulle innumerevoli possibilità che ha di fronte, sulla sua concreta libertà di scelta e giudizio. Non esiste un modo unico, valido per tutti, in nessun campo della vita e dell'esperienza umana. Perciò esistono tante forme di maternità diverse, alternative e possibili: tante quante sono le mamme coi loro bambini. Si può e si deve cercare quel che esce dalle convenzioni e dagli schemi, per poi confrontare il tutto e scegliere, decidere, in assoluta e totale libertà. Questo lo reputo un approccio di vita, applicabile in ogni campo, non solo nella gravidanza o nella genitorialità. Qualunque scelta è giusta e vera per noi se fatta con consapevolezza, con coscienza, se risponde al nostro sentire. Più informazioni avremo, più dati raccoglieremo, più saremo aperti e ricettivi, più l'idea che ci faremo su un dato argomento sarà completa, approfondita e soprattutto Nostra.
Nella mia esperienza di donna che è arrivata alla gravidanza dopo un lungo e annoso percorso di ricerca, essere incinta non rappresenta il punto di arrivo, l'obiettivo ultimo o la meta, bensì l'inizio di una nuova era, di una nuova fase di ricerca, di una nuova Nina. Sto scoprendo che questa pancia, l'esperienza della maternità, rappresentano per me fin da ora, da subito, un'occasione di crescita ed evoluzione enormi.
La gravidanza mi sta mettendo in contatto con parti sconosciute, davvero profonde del mio Io, con paure, limiti, dubbi, ma anche conoscenze e risorse inaspettate. Come ogni esperienza d'altronde, anche questa se vissuta in pieno ci può regalare dei doni preziosi e unici.
Sto andando a ritroso, fino alla mia infanzia, al mio passato più remoto. Sto ritrovando volti, mani, parole, situazioni, occhi, suggestioni, antiche ferite non cicatrizzate, nuovi dolori da accogliere e sanare.
La piccola Nina, nella sua fragilità di figlia, che vuole la sua mamma e le sue cure, che soffre oggi per quel che le è mancato ieri. La Nina adulta, che rimette in discussione le modalità di accudimento di sua madre, che non condivide certe sue scelte, che sanno più di adeguamento e omologazione, di accettazione incondizionata dei cliché, di ignoranza, che di reale ascolto dei bisogni suoi e miei.
Tutto questo da sola, senza la possibilità di un confronto, di uno scambio, senza poter chiudere il cerchio.
Per scoprire poi che è sano, è un bene questo prendere le distanze, riflettere, mettere in discussione e perdonare le mancanze, perché è ciò che mi aiuterà a fare le mie scelte di madre, che saranno solo mie.
Perché ci sono cose che è meglio affrontare prima, finché sei ancora 'sola' e puoi lavorarci con tutto il tempo e la calma, piuttosto che vederle sorgere come isole nel mare limpido, nel momento in cui tutto il tuo essere è chiamato a fare spazio ad un altro. Spesso fa male, perché si incontrano verità scomode, che si preferirebbe lasciare sotto strati di polvere, al buio, altre vorresti solo seguire i binari, la strada convenzionale, perché è più comodo. Ma questa è la via che ho scelto per me, perché so che diversamente io rischierei di trasferire su mio figlio i miei rimossi, i miei conflitti interiori. Meglio prima che dopo, perché credo che quel che non affronti oggi, ti si ripresenterà in futuro, sotto altre forme, con altre maschere e più passa il tempo più ti sarà difficile carpirne il reale messaggio, il nucleo originario.
E io per mio figlio voglio esserci senza riserve, fargli dono di tutta me stessa e di tutto il mio tempo, che meno di questo - per me - non è Amore. 

Ognuno ha il suo percorso, più o meno accidentato e per giungere a destinazione si avvale di strumenti funzionali al suo obiettivo, tutto dipende da quel che si cerca e si vuole.  I miei strumenti oggi sono l'introspezione, il dialogo aperto e sincero con le persone che amo, esprimere i miei bisogni, scegliere le figure da cui farmi accompagnare in questo viaggio affascinante, che soddisfino la mia voglia di esplorare e vivere tutti i lati della maternità, anche quello emotivo e spirituale, oltre che fisico e corporeo. 
Ci sono domande che mi sono posta e a cui sto cercando risposte. Su di me, sul tipo di madre che voglio essere, quel che posso offrire a mio figlio, al di là di quel che è stato offerto a me, coi limiti di un'epoca e di una coscienza che ormai non mi appartengono più. Sono grata a mia madre per ciò che mi ha insegnato, ma oggi so che devo andare oltre, prendere il meglio e trasformare il resto. Come passare al setaccio la farina. Tornare all'essenza e lasciarmi guidare da lei. E oggi so che per poter accogliere mio figlio in carne ed ossa io ho bisogno di accogliere prima la figlia che è in me, di riportarla a casa, nutrirla e accudirla, farla sentire al sicuro, così che non si senta più sola e abbandonata. Perché da adesso in poi sarò io la mamma.

*



In questo nuovo viaggio di esplorazione di me e del mondo che mi circonda, in cui troppo spesso non mi riconosco, mi lascio portare anche dalle letture, in un viavai continuo fra il dentro e il fuori.

Alla ricerca di quel che sento giusto e naturale per me. Oltre i condizionamenti, anche se 'Tutti fanno così'.
E sono questi i libri che oggi vi presento nell'ordine in cui li ho letti io. I primi due mi sono stati consigliati da Simona, la mia preziosa fonte di informazioni e spunti creativi, il terzo me lo avete suggerito voi nei commenti a questo post e l'ultimo viene consigliato come lettura all'interno del primo libro.
Elena Balsamo - Sono qui con te - Il leone verde Questo libro secondo me è una sorta di piccolo manuale pratico e informativo sulle varie fasi di cui si compone l'accudimento di un figlio, ma attenzione, NON di quelli che ti offrono soluzioni o metodi preconfezionati e universali, ma che ti aprono la mente e ti stimolano a cercare la TUA posizione, il tuo ruolo attivo in un processo che è prima di tutto di consapevolezza e crescita. Una prospettiva nuova e inusuale sul maternage, cioè le pratiche di accudimento della prole, che di nuovo non ha nulla perché si rifà alle pratiche utilizzate da secoli in diverse culture del mondo. Quel che rende speciale questo volume è l'approccio interculturale della sua scrittrice, Elena Balsamo (pediatra e specialista in puericultura e etnopediatria). Amo i libri come questo che non offrono risposte, ma stimolano domande e incoraggiano a trovare la propria strada, sulla base di un ripensamento critico dell'approccio occidentale, risultato di scelte culturali che spesso di fisiologico e naturale hanno ben poco. E le risposte emergono pian piano, tra i racconti veri di mamme provenienti da diverse parti del mondo, dal confronto con altre culture, con stili e modi di vita delle società tradizionali, con il loro modo di pensare l'educazione e la cura dei piccoli. Un viaggio affascinante, tra passato, presente e futuro.

"Nel mio lavoro vedo continuamente le conseguenze dei consigli, centrati sui bisogni dei genitori, su bambini che sono diventati adulti e chiedono trattamenti per una grande varietà di condizioni psichiatriche, quali depressioni, ansia, difficoltà a stabilire relazioni intime"


"La miglior risposta al pianto del bebè non è un succhiotto di gomma, ma un 'pacchetto di cure materne' ad alto contatto".

Alessandra Bortolotti - E se poi prende il vizio? - Il leone verde  Il libro per me è stato il necessario e naturale approfondimento delle tematiche affrontare nel precedente. Mi ha aperto un altro squarcio su quel mondo che avevo iniziato a intuire dentro di me da un po' di tempo, un mondo vicino al rispetto del bambino e dei suoi bisogni, così come del sacrosanto diritto di ogni genitore di gestire in prima persona la relazione d'amore con suo figlio, in quanto unico esperto in materia. Vi siete mai chiesti quanto di quel che fate e dite sia vostro e quanto invece il risultato di anni di condizionamento culturale? E cosa nel comportamento di vostro figlio è un reale bisogno fisiologico, che nulla a che vedere col capriccio e il vizio? E se molto di quel che abbiamo appreso o ricevuto in eredità sia il frutto di pregiudizi culturali, più che di risposte calibrate per venire incontro alle necessità biologiche e istintuali dei nostri figli? Nuove domande, nuovi spunti di riflessioni, nuovi stimoli per scegliere la propria strada. "I bisogni soddisfatti appena si presentano e per il tempo necessario a essere superati, sono un passaporto verso la conquista dell'indipendenza e dell'autonomia. Questi bisogni infatti non saranno estinti e repressi, ma saranno appagati e non torneranno più".
"I genitori sappiano che il proprio bambino è del tutto normale se esprime la necessità di contatto fisico continuo. Per tutti i bambini del mondo questo è un bisogno primario che va soddisfatto".

Carlos Gonzales - Bésame mucho - Coleman Editore Questo libro l'ho amato, l'ho sentito proprio dentro, nella pancia. E' il pediatra che vorrei per mio figlio, capace di mettersi dalla sua parte, di rispettare la sua dignità di essere umano, i suoi diritti di natura. In questo Gonzales è integralista, non giustifica in alcun modo l'approssimazione di certe pratiche educative spacciate per 'scientifiche', anzi ne evidenzia le debolezze, in modo spietato. Gioca molto sui toni dell'assurdo, confrontando la stessa situazione dai due punti di vista: quello del bambino e quello dell'adulto. Leggendolo ti accorgi che molte delle cose che vengono considerate inaccettabili per il mondo degli adulti, le si tollera sui bambini. O il contrario, quel che non si pretenderebbe mai da un adulto, lo si pretende da un bimbo. Eppure non dovrebbero valere le stesse regole morali ed etiche? Il bambino sa comunicare le sue necessità o stabiliamo noi quali esse siano? Di cosa ha realmente bisogno un bambino e perché noi quei bisogni li chiamiamo capricci? Chi ci ha convinti che dare amore, affetto incondizionato, contatto ai nostri figli equivale a viziarli? Gonzales è un provocatore, acuto, tagliente e radicale, sappiatelo, con una capacità incredibile di smascherare atteggiamenti ipocriti e sbagliati verso i bambini, che troppo spesso vengono giustificati sul piano educativo: cioè che è immorale per un adulto deve esserlo anche per un bambino. Per questo lo adoro e a breve mi compro anche l'altro suo volume (Un dono per tutta la vita). "Reprimiamo i bambini, ma preferiamo dire che li educhiamo, li formiamo, li guidiamo"
"Quando cediamo, negoziamo, riconosciamo i nostri errori, non perdiamo il rispetto dei nostri figli. Anzi è proprio in quel momento che lo guadagniamo maggiormente"


Frédérick Leboyer - Per una nascita senza violenza - Bompiani Questo va letto, per forza. La prospettiva è troppo estrema per non esserne affascinati e incuriositi: il parto vissuto dal punto di vista di un bambino. Mi ha sconvolto, anche shoccato per certi aspetti, se penso che è stato scritto nel 1975, da un uomo nato nel 1918,  mi chiedo come sia possibile che ancora oggi, negli ospedali, si ignorino certe accortezze che da sole potrebbero fare la differenza tra un parto traumatizzante, difficile e doloroso, e un parto dolce, rispettoso della madre e del bambino, che evita loro inutili fatiche e sofferenze. Il parto è un processo naturale, che non ha bisogno di essere ospedalizzato e medicalizzato in modo così radicale, come vediamo fare quotidianamente.  Il libro è agile, si legge in un soffio, come fosse la sceneggiatura di un film: quello delle nostre origini. "La nascita senza violenza produce bambini forti perché liberi, privi di conflitti. Liberi e pienamente svegli. La forza è sicura di sé, è sovrana. La forza è sorridente"
"La sofferenza è inutile, è puro spreco. Non piace a nessun dio"

"Il bambino sa tutto. Sente tutto. Vede fino in fondo ai cuori. Conosce il colore dei vostri pensieri. E tutto ciò senza linguaggio. Questo neonato è uno specchio. Vi restituisce la vostra immagine. Tocca a voi non farlo piangere".

Buona lettura e soprattutto buona ricerca!


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