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La Grecia come l'Argentina....il COLLASSO lo avremo a maggio 2012

Da Roxioni
La Grecia come l'Argentina....il COLLASSO lo avremo a maggio 2012L’intervento della BCE sui mercati ed il secondo salvataggio della Grecia, hanno rimandato la catastrofe. 
La Grecia come l'Argentina....il COLLASSO lo avremo a maggio 2012Nonostante la Grecia abbia già ricevuto salvataggi in eccesso per ben il 150% del suo PIL,  ha registrato una perdita del 6,8% nel corso del 2011. Inoltre, le tensioni politiche tra il Paese ellenico e la Germania sono arrivate al punto tale che i greci hanno apertamente detto ai tedeschi di essere “nazisti”, che a loro volta, hanno definito la Grecia un "pozzo senza fondo" in cui il denaro veniva gettato. Guardando a quanto successo, è chiaro che la Germania ha
voluto forzare la Grecia ad uscire dall’UE, ma non lo ha fatto in modo esplicito: hanno scelto invece di offrire un aiuto alla Grecia anche se le misure di austerità accettate sono così onerose che non vi era alcuna possibilità per Grecia di accettarle. Beh, Atene ha sorpreso tutti, e ha detto di sì all’Europa. E così l'esperimento dell’UE è ancora in piedi. Tuttavia, è chiaro che non passerà molto tempo prima di un collasso sistemico in Europa. Per cominciare, la disoccupazione complessiva della Grecia è ormai superiore al 20%. Per i giovani greci (15-24 anni) è oltre il 50%. Il paese è finito in recessione.
Infatti, lo stato ellenico ha avuto cinque anni consecutivi di contrazione portando la discesa del PIL del paese  al 17%. Per fornire qui una certa prospettiva storica, si ricorda che quando ci fu il collasso dell'Argentina nel 2001, il crollo totale del PIL fu del 20%. Con le nuove misure di austerità in corso, non vi è dubbio che anche la Grecia vedrà una contrazione del PIL del 20%, se non di più.
Mi aspetto di vedere un’altra Argentina, senza che il problema sia stato risolto. Solo un default, mi avrebbe fatto cambiare parere. Mentre i leader politici e gli altri attori guardano al default totale come un ad incubo (e potrebbe esserlo per le pensioni greche, per i pensionati e per molte banche europee), è solo un fallimento totale che potrebbe permettere alla Grecia di risolvere il problema del debito e consentirle di tornare a crescere.
Il default è come un incendio nei boschi; brucia tutto il legno morto e pone le basi per un nuovo periodo di crescita. Lo abbiamo visto in Islanda tra il 2008 e il 2011:
1) ha avuto un default delle banche di ben 85 miliardi di dollari (il PIL del paese è di soli 13 miliardi di dollari);
2) sono stati arrestati i banchieri responsabili delle frodi;
3) c’è stata una perdita del PIL del 13%.
Ora, a pochi anni dalla crisi, l’Islanda ha una crescita del PIL del 2,9%, superiore al PIL dell’Europa. In parole povere, la combinazione di un dolore di breve durata, con mosse che hanno ristabilito la fiducia nel sistema finanziario (punendo chi ha violato la legge), hanno creato una solida base per il recupero dell'Islanda.
Ora confrontate questo alla Grecia, che ha "preso a calci la lattina"; cioè non ha fatto il default, trascinando la sua economia in una delle più gravi depressioni degli ultimi 20 anni, mentre in realtà ha solo aumentato il suo carico di debito (quest’ultimo salvataggio ha aggiunto 130 miliardi di euro di debito in cambio di 100 miliardi di euro di remissione del debito). L’Islanda ha fatto un vero default ed in 2-3 anni è tornata a crescere. La Grecia e l’eurozona in generale invece, hanno fatto tutto il possibile per rimandare il fallimento ellenico.
I numeri di questo disastro parlano da soli:

Country
2011 GDP Growth
2012 GDP Growth Forecast

Iceland
2.9%
2.4%

EU (all 27 countries)
1.5%
0.0%

17 EU countries using Euro
1.4%
-0.3%

* Data from EuroStat
Quello che sto cercando di dire è che un default può essere positivo, nel senso che si può fallire e impostare contemporaneamente una solida base per la crescita. Il dolore a breve è intenso (l’Islanda, com il default del 2009,  ha avuto un crollo dell’economia del 6,7%), tuttavia una combinazione di insolvenza e di remissione del debito (per le famiglie) può ristrutturare un’economia e permetterle di crescere di nuovo. Ma i Leader europei si rifiutano di accettare questa soluzione anche se le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Questo perchè è la politica che guida l’Europa, non l’economia.
E grazie al secondo bailout greco, (e non parliamo delle voci su di un terzo, potenziale, piano d’aiuti), ora sappiamo che i capi dell’EU hanno giocato tutto sull’esperimento EU. In altre parole, i leader europei continueranno con la loro strategia fatta di salvataggi fino a quando non succederà una di queste due cose:
a) le conseguenze politiche di questa condotta, supereranno i vantaggi;
b) i mercati forzeranno le mosse dei leader europei (iperinflazione o rottura della zona euro).
Sono fermamente convinto che, a maggio-giugno, vedremo succedere una di queste due ipotesi. Abbiamo una confluenza di fattori politici, tecnici e monetari che potrebbero portare alla maggiore crisi bancaria degli ultimi tre anni. source

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