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La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!

Da Rc
La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!« Cara Mafalda,
sono rimasta molto turbata dagli insulti e gli sfottimenti rivolti alla nuova Miss Italia per le sue parole sulla guerra: a me sono sembrate molto cristiane e non capisco cosa ci sia di male a dire che le donne non devono fare la guerra, ma aspettare i loro uomini a casa sul divano. 


In fondo dove sono le donne che fanno la guerra? Solo in Medio Oriente! Quindi sono tutte Mussulmane, Certo non Cristiane! Pensa! Ho letto che per la liberazione di Kobane a combattere contro l'ISIS mandano le donne! Il comandante è una studentessa di Medicina, si chiama Sorxwin Zagros: le mandano perché quelli dell'ISIS sono convinti che se ti uccide una donna non sei più un martire, ma un pusillanime e quindi non avrai diritto alle settanta vergini in paradiso così quelli sfigati dell'ISIS scappano, ma mica per paura di morire, per paura di non scopare per l'eternità! Tutta colpa di Maometto che a loro ha detto di fare la guerra santa, mentre Gesù a noi ha detto di volersi bene e di porgere l'altra guancia: perché è così, un vero cristiano non deve andare in giro a sparare agli altri, se no i martiri che li facevano a fare tutti santi, non erano mica dei cazzoni, giusto?
E se proprio c'è la guerra, le brave Cristiane non devono stare ad aspettare sul divano proprio come ha detto Miss Italia?
Perché, diciamocelo, io mi cacherei sotto ad andare in giro con un Kalashnikov a tracolla, metti che parta un colpo!
E se poi succede come in Ucraina? Quelli sono Europei come noi, mica Africani (la Siria è in Africa vero?)! E se venisse la guerra anche qui come in Ucraina, cosa dovrei fare? Non potrei restare sul divano ad aspettare?
Io voglio essere una brava cristiana: aiutami tu.
Costanza
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Sorella in Cristo Costanza,
Certo che ci sono! Mafalda c'è sempre per le devote ragazze che la chiamano. Certo, sono molto indaffarata in parrocchia: Don Fecondodàmoltolavoroa noi catechiste, e abbiamo un sacco dibambinia cui insegnare a inginocchiarsi per prenderlo in bocca e a non sputacchiarlo, il corpo di Cristo, quando si appiccica al palato e tante altre amenità, che non sto qui a raccontarti, ma sono sempre qui per voi!
Bisogna fare la pace o la guerra? E se proprio c'è da combattere, una buona cristiana deve partecipare alla lotta o stare a grattarsela sul divano?
La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!La devota cristiana attende il suo guerriero grattandosela sul divano?Gran bella domanda! Sono andata a ristudiarmi le Sacre Scritture e ho trovato che Nostro Signore Gesù Cristo ha detto cose che mi sono sembrate contraddittorie, per cui ho dovuto studiare gli appunti delle omelie di Don Fecondo e del parroco che c'era prima di lui, Don Tospingo: un africano, che quindi veniva proprio da quelle parti (o giù di lì).
Vediamo come stanno le cose: la frase più famosa, e più fraintesa, di Gesù è (Lc 6, 28) A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; sembrerebbe quindi assoluta nonviolenza; infatti, al discepolo pronto a infilzare il servo del sommo sacerdote ordinò: (Mt 26,51-52) Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada periranno. Anche in questo caso, Nostro Signore sembrerebbe contrario alla guerra, anche se il dubbio che l'ordine all'apostolo dipendesse dall'essere in inferiorità numerica è lecito: secondo alcuni apocrifi pare, infatti, che  abbia detto: "ma sei fatto? metti via il ferro che questi ci scassano!". Dubbio lecito, infatti in altra occasione, lontano da orecchi indiscreti, a chi sparava stronzate pacifiste, disse: (Mt 10,34) Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non la pace, ma la spada! Qui, Gesù mostra il suo vero spirito battagliero e sembra tutto, meno che pacifista! E il discorso diventa coerente anche col porgere l'altra guancia, infatti in quell'occasione concludeva con (Luca 6, 29) a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica; fateci caso: Gesù dice di tenersi il mantello e di cedere la tunica! Perché mai? Perché sapeva che durante l'ultima cena egli stesso avrebbe ordinato agli apostoli: (Luca 22,36) Chi non ha una spada venda il mantello e ne compri una! Certo, senza tunica e senza mantello, te li immagini gli apostoli a combattere con lo spadone in mano e la minchia al vento (o viceversa)?In ogni caso, evidentementeilmomento di menare le maniper il Salvatore si avvicinava e non bisognava essere impreparati. D'altra parte, a Pasqua è inverno, e Gesù sapeva che gli apostoli, tendenzialmente pigri, una volta denudati, se non altro per scaldarsi, all'occasione giusta si sarebbero messi a menare fendenti a destra e a manca: altro che Gesù nonviolento! Quello eraGandhi,cheinfattierapagano,eorabrucia tralefiammedell'inferno.La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Gesù Cristo e la sua KatanaLa guerra è dunque cosa santa per il Signore, e al Figliolo piace farla con la spada. E al Padre? Ebbene, in effetti, i gusti sono spesso ereditari: non ci crederai, mia cara Costanza, ma lo sai quante volte Dio Padre ha detto agli Ebrei di passare i nemici "fil di spada"Il passo più famoso è sicuramente (Dt 13,16) dovrai passare a fil di spada gli abitanti di quella città, la dovrai votare allo sterminio con quanto contiene e dovrai passare a fil di spada anche il suo bestiame; ma le stesse parole le ritroviamo ripetute in tutto l'antico testamento, ben una quarantina di volte: (Gen 34,26), (Es 17,13), (Nm 21,24), (Dt 20,13), (Gs 6,21), (Gs 8,24), (Gs 10,28), (Gs 10,30), (Gs 10,32), (Gs 10,35), (Gs 10,37), (Gs 10,39), (Gs 11,10), (Gs 11,11), (Gs 11,12), (Gs 11,14), (Gs 19,47), (Gdc 1,8), (Gdc 1,25), (Gdc 4,16), (Gdc 18,27), (Gdc 20,37), (Gdc 20,48), (Gdc 21,10), (1Sam 15,8), (1Sam 22,19), (2Sam 15,14), (2Re 10,25), (Gdt 2,27), (Est 9,5), (Est 19,5), (1Mac 5,28), (1Mac 5,51), (1Mac 12,48), (Gb 1,15), (Gb 1,17), (Sir 28,18), (Ger 21,7), (Ez 26,11).
Alcune dicono: "sì, ma l'Antico Testamento è out! è da sfigati, da Cattonerd, adesso tirano alla grande i Vangeli!"; sarà anche vero, ma è proprio nel Nuovo Testamento che Gesù ci dice: (Mt 5,17) Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
E quale è il pieno compimento in questo caso? Che, alla spada intrisa di sangue, si aggiunga la spada simbolica che penetra fino a trovare lo spirito eterno, per separarlo ed elevarlo sull'anima mortale: lo spirito cristiano! Si aggiunge, non si sostituisce: è la nuova spada di Cristo, una spada a doppio taglio che penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito (Ebrei 4,12). Il Cristo dipinto da Giovanni nell'Apocalisse infatti dice: dalla sua bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio (1,16), e San Paolo, nella Lettera agli Efesini, rimarca l'importanza della spada dello Spirito, che è la parola di Dio (Ef 6,17). 
Abbiamo capito che il pacifismo allora non è altro che un equivoco teologico.
Equivoco che va a produrre e si alimenta di forzature ed errori di traduzione: non uccidere, secondo diversi esegeti, va tradotto come non assassinare, quindi niente a che fare con l'uccidere faccia a faccia in un onesto combattimento, che è invece cosa santa; troviamo ancora che non contrastate al malvagio (Mt 5,39), non vuol dire che bisogna essere vigliacchi e subire le angherie, ma significa non cercare la vendetta contro chi ti ha fatto un torto: Gesù esprime il semplice concetto di non esacerbare i litigi con gli amici e i conoscenti. Se un amico ci tira un ceffone, non dobbiamo restituirglielo, ma dobbiamo porgergli l’altra guancia, fare pace con lui, sbronzarci insieme con una birra, tornare a casa insieme cantando e pisciando sui portoni, schiacciare tutti i pulsanti dei citofoni, gridando "Testimoni di Geova!" e scappare via di corsa.Se un nemico invece tenta di ucciderci, allora bisogna reagire, e colpire per primi, per non fare la fine di Piero: questo dice Gesù! E l'elogio del martirio? Minchiata assurda pure questa! Che ha fatto sì che un sacco di cristiani andassero sorridenti incontro alla morte, invece di ribellarsi e reagire nel nome di Cristo!Anche in questo caso, l'errore teologico si rafforza a causa di una traduzione sbagliata, che distorce completamente il senso delle parole di Gesù (Mt 5,10): Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Secondo voi, il Gesù della spada voleva davvero insegnare che è bello subire persecuzioni? No! La traduzione corretta è invece la seguente: Beati coloro che perseguono la giustizia…I traduttori affermano che la confusione è possibile, perché la parola ebraica rōdep ha due significati:
  • perseguire
  • perseguitare.
Ma più che di errore, anche in questo caso, si tratta di malafede. Perché malafede? Perché l'esaltazione della sofferenza passiva aveva uno scopo preciso: generare un'epopea della sottomissione, e indurre il popolo a subire le violenze e i soprusi dei potenti, in cambio di un premio ultraterreno, trasformando, così, il Cristianesimo da religione della rivolta contro il potere in strumento del potere stesso, da anfetamina dei popoli in oppio dei popoli, stravolgendo il senso della frase (Mt 22, 21) Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio che Gesù pronunciava ponendo la destra sull'elsa della spada.
Bernardo di Chiaravalle, partendo dal concetto di Guerra Santa, di cui già primamente disquisì Sant'Agostino d'Ippona, afferma che l'uccisione di un nemico della fede non deve essere considerata un omicidio, ma un malicidio, un servizio reso al Signore: Il Cavaliere di Cristo uccide in piena coscienza e muore tranquillo: morendo si salva, uccidendo lavora per il Cristo; il soldato di Cristo è strumento di Dio per la punizione dei malfattori e per la difesa dei giusti (Liber ad Milites Templi de Laude Novae Militiae, III, 4).
Persino Papa Francesco, invero tacciato più volte di comunismo, commenta in modo analogo le parole di Gesù ai discepoli: sono venuto a portare non pace, ma spada! (Lc 12,51). Il Papa afferma che la fede comporta di scegliere Dio, e scegliere Dio non è mai un atto neutrale, è sempre atto positivo: Dio è amore, e l’amore è positivo! Interpretiamo chiaramente che per Francesco il cristiano non deve essere violento, ma forte e netto nelle sue scelte: quindi non dovrà mai attaccare per primo, ma neanche subire passivamente l'ingiustizia; dovrà
quindi sempre scegliere l'atto positivo, cioè combattere per la vera fede e la libertà.

Cara la mia Costanza, abbiamo dunque appurato che Dio Padre, Gesù e i grandi esegeti del passato, e persino il Papa, sono concordi nell'insegnarci che, se necessario, occorre usare la forza per difenderci dai malvagi e per difendere le nostre idee e la nostra libertà. Ma cosa devono fare le donne? Vediamo cosa dice innanzitutto San Paolo.
Capiamo subito che San Paolo è stato il primo femminista della storia, mica come quel pedofilo di Maometto, infatti egli ha detto: (Gal 3 28) Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù; ed anche: (1 Cor 11,11-12) Né l’uomo può far senza la donna, né la donna senza l’uomo. Poiché come la donna fu tratta dall’uomo, così l’uomo nasce dalla donna, e tutto viene da Dio. Più pari di così! 

Certo, ha anche detto: (1 Cor 14, 34-35) Tacciano le vostre donne nelle chiese, perché non è loro permesso di parlare, ma devono essere sottomesse, come dice anche la legge. E se vogliono imparare qualche cosa interroghino i propri mariti a casa, perché è vergognoso per le donne parlare in chiesa. Ma questo sembra proprio un grido disperato: sta scrivendo agli abitanti di Corinto, le cui mogli, evidentemente, in Chiesa facevano un gran casino e si mettevano in ultima fila per spettegolare, invece di seguire con rispetto le omelie. 
Sì, è vero, in un'affermazione molto discussa il Santo dice: (Ef 5,22-24) Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; ... così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. Ma anche questa è stata fraintesa: riguarda infatti il problema della dispersione del seme, cosa che a suo tempo costò la vita al povero Onan. San Paolo, dal ridotto numero di gravidanze fra i cristiani di Efeso, capì che era diventata di moda la pratica dello smorzacandela: pratica che, volgendo verso il basso la vagina, lo sfilarne via il membro virile provoca grandi fuoriuscite di seme. Per evitare che gli Efesini venissero puniti, come il povero Onan, San Paolo impose, quindi, questa semplice regola: la donna stia sempre sottomessa, cioè messa di sotto, ma fisicamente, non intellettualmente; quindi niente di antifemminista, ma "messa di sotto" semplicemente per essere farcita a dovere! Proprio di posizioni gradite al Signore e di erotismo cristiano, parla questo interessante libro di educazione sessuale, scritto da una tua omonima, Costanza Miriano; di cui ne consigliamo a tutte le donne adulte la lettura (il capitolo sulle pratiche estreme è un po' forte, potrebbero esserci immagini di donne che snocciolano il rosario a grani grossi di porfido in modi che potrebbero turbarele minorenni).
La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Kamasutra per donne devoteSan Paolo ribadisce ancora la parità fra uomo e donna quando afferma che entrambi possono pregare e profetizzare in Chiesa, senza alcuna discriminazione: (1 Cor 11, 4-5) Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto, fa disonore al suo capo; ma ogni donna che prega o profetizza senz’avere il capo coperto da un velo, fa disonore al suo capo. Impone solo, alle donne, l'accortezza di coprirsi il capo per esaudire le preghiere dei produttori di foulard, come, parimenti, all'uomo di scoprirselo, magari anche nei freddi inverni, a riprova che i produttori di cappelli, servi del demonio, non pregavano abbastanza! 
La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Cristiana pronta alla preghiera col capo coperto secondo la volontà di San PaoloInfine, la più frase ambigua: (1 Timoteo 2:12) Non permetto a nessuna donna d’insegnare, né di comandare al marito. Cosa voleva dire il Santo? Semplicemente che le donne potevano fare quel che volevano fuori di casa, ma che in casa o in chiesa dovevano obbedire al marito, e che non potevano insegnare la religione (a causa del peccato originale), cioè diventare sacerdoti, compito che quindi toccava ai maschi.
Nulla dice il Santo, su un improbabile divieto per le donne di fare la guerra o comandare eserciti!
Dalle sue lettere emerge invece una chiara ripartizione dei ruoli, che
grazie alle manipolazioni della Bibbia è stata volutamente messa da parte dal potere maschilista, con l'evidente scopo di consentire ai maschi di trattare le donne come esseri inferiori e di perseguitare coloro che si ribellavano, mandandole al rogo. San Paolo, invece, guidato dal Signore, voleva: 
  • le donne fuori di casa a comandare, sia in politica che in guerra, 
  • gli uomini, invece, tutti "casa e chiesa".
Ma Dio Padre la pensava diversamente? Certo che no! Se andiamo indietro nel tempo, l'Antico Testamento ci parla infatti di una donna: Debora, che era profetessa, giudice e guerriera, stimata e amata dal suo popolo, tanto esser nominata, nella Bibbia, addirittura, madre di Israele (Gdc 5,7).
Debora ebbe una visione, ed espose al generale Barak l'oracolo ricevuto dal Signore: (Giudici 4, 6-7) Sappi che il Signore, Dio d'Israele, ti dà quest'ordine: "Va', marcia sul monte Tabor e prendi con te diecimila figli di Nèftali e figli di Zàbulon. Io attirerò verso di te, al torrente Kison, Sìsara, capo dell'esercito di Iabin, con i suoi carri e la sua gente che è numerosa, e lo consegnerò nelle tue mani". Barak, che era un fifone, le rispose: (Giudici 4, 8) Se vieni anche tu con me, andrò, ma Debora, chiaramente ispirata da Dio, completando il suo oracolo, aggiunse: (Giudici 4, 9) Bene, verrò con te; però non sarà tua la gloria sulla via per cui cammini, perché il Signore consegnerà Sìsara nelle mani di una donna.
Quindi fu Debora a salire sul suo cavallo bianco e a condurre l'esercito alla vittoria per volontà del Signore, mentre Barak se la faceva nelle mutande!
Ma
Debora non è la sola femmina tosta che contribuì alla vittoria del Signore: infatti, alla fine della battaglia, il re nemico riuscì a fuggire, ma un'altra donna, Giaele, lo attirò nella sua tenda, lo fece addormentare, (Giudici 4, 21) prese un picchetto della tenda, impugnò il martello, venne pian piano accanto a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo penetrare in terra.
Quindi una donna (come
già avevamo capito, dalle traduzioni volutamente errate della parola del Signore) non solo può, ma deve uccidere in guerra, ed anche a tradimento, se ciò serve per difendere il suo popolo e la sua fede.
D'altra parte, in tempi più recenti, troviamo santa Giovanna d'Arco al comando dell'intero esercito francese; la quale, guidata dalle "voci", inviatele da Nostro Signore, a soli diciassette anni, prese il comando delle truppe e riuscì a liberare la città di Orléans dopo mesi di assedio
inglese.
Grande, l'interpretazione di Milla Jovovich nel film di Luc Besson. 
La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Milla Jovovich interpreta Giovanna d'ArcoPersino la Madonna è apparsa a cavallo con una lancia in mano per guidare la rivolta contro gli invasori. Secondo gli storici, la Madonna a cavallo apparve agli abitanti di Scicli, incoraggiandoli a fronteggiare lo sbarco dei Saraceni dell'emiro Belcane sulla spiaggia di Donnalucata, in attesa che giungessero a rinforzo le milizie del conte Ruggero; per questo motivo venne detta Madonna delle Milizie. Secondo la narrazione,la Madonna delle Milizie, schiacciando con il suo cavallo la testa di un Saraceno, avrebbe gridato: Ecco, son qui ad assisterti, o mia città diletta: ti proteggerò con la mia destra, appunto la mano che impugnava la lancia.La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Scicli: la Madonna delle Milizie che, lancia in resta, schiaccia gli infedeliDa allora, la Madonna preferisce apparire in incognito, ma combatte sempre a fianco delle donne il tutto il mondo.La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!La Madonna del Kalashnikov che combatte con tutte le donne oppresse nel mondoE come la nostra Madonna delle Milizie, a Kobane, è apparsa la ragazza di cui parli, cara Costanza, nella tua lettera, e ha detto: Lo Stato islamico sta cercando di commettere un genocidio contro di noi. Veniamo attaccati da questi mostri, perché abbiamo la parità tra uomini e donne.
La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Il sorriso dei Giusti sui volti delle combattenti di KobaneCome la Debora del Libro dei Giudici, la Madonna che è in lei combatte per il suo popolo e per la libertà delle donne Con il nome di battaglia di Narin Afrin, è comandante generale delle truppe a difesa della sua città, e il Nostro Dio sicuramente protegge questa coraggiosa ragazzina, che vorrebbe solo terminare i suoi studi.La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!In Armenia non c'è età giusta per smettere di lottare!Forse che le donne curde di Kobane, le Armene, le Afgane e le nostre partigiane, che col loro sangue hanno liberato l'Italia dal fascismo, sono state ad aspettare sul divano?La guancia o la spada? Amazzoni armate nel nome del Signore!Partigiane benedette dal Signore che combattevano il fascismo come le Ucraine di oggiCome tutte le donne combattenti dei popoli oppressi, benedette dal Signore, anche tu, mia cara Costanza,dovrai combattere per la tua libertà e i tuoi diritti, se vorrai salvare la tua anima, qualora dovesse tornare il fascismo (come oggi in Ucraina), ma, se invece avrai avuto dal Signore il dono di vivere in pace, dovrai farlo comunque per la libertà degli oppressi: di quei perseguitati che non possono ribellarsi, ovunque essi siano, e dovrai agire cercando di fare del tuo meglio Se lo spirito del Don Abbondio alberga in te, firma pure solo petizioni on line, come fanno i leoni da tastiera, oppure prendi carta e penna, e scrivi insulti ai potenti, o, meglio ancora, vai, urla e sventola una bandiera in un corteo Ma se hai le "palle", come quelle donne, impugna un kalashnikov e sali sulla barricata giusta: l'unica certezza è che non puoi restare ad aspettare sdraiata sul tuo divano e pensare di conservare il diritto al Regno dei Cieli.

Ho chiesto a Tancredi di dedicare a tutte le donne che combattono le solite tre benedittanze
Benedittanza

quanta le sante donne che attraversano il mare su un gommone per dare un futuro di speranza ai loro figli
quanta le donne di Kobane che combattono per liberare la loro terra e non perdere i loro diritti benedetti dal Signore
quanta le nostre partigiane che hanno dato la vita per la libertà non pensando che le loro nipoti l'avrebbero usata per aspettare sdraiate sul divano
Mafalda

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