La signora è un perfetto esempio di pendant cromatico: la borsa shopping rossa da cui si affacciano due sinuosi gatti a pois si combina con le scarpe rosse su calze blu, a loro volta dirette parenti di una vistosa collana azzurra. Mentre questa si appoggia mollemente sull’impermeabile verde, che riprende, ton sur ton, la montatura degli occhiali e il foulard, la copertina del libro che tiene in mano spezza l’armonia globale dei rimandi multicolori, con un beigiolino un po’ fumé. Un arcobaleno in viaggio sulla metro A.
La Donna Policromatica non è molto alta di statura, e sostiene tra le mani il tomo, alto e pesante, ruotandolo di tanto in tanto per guardare una figura riportata nelle prime pagine e tornare poi al testo. Mi torna alla mente la mappa della Terra di Mezzo del Signore degli anelli, poi torno su di lei. Non mi sembra un hobbit, no, ma forse un folletto. O una fatina. Sì, potrebbe darsi. E non mi stupirebbe, ora, se all’apertura delle porte declamasse fiera un sonoro bibidi-bobidi-bu.