A quasi tre mesi dal lancio, siamo tornati a verificare la situazione relativa alla problematica infrastruttura multigiocatore di Battlefield 4
Battlefield 4 sta per raggiungere i tre mesi di vita eppure quello che ci troviamo per le mani è un titolo ancora lontano dall'essere un prodotto pienamente fruibile. Le patch sono uscite regolarmente, promettendo di sistemare gli svariati problemi che flagellano il titolo, ma puntualmente hanno generato nuove criticità o non hanno risolto completamente quelle per cui sono state create. Certo, i server sono finalmente più stabili e i crash sono effettivamente diminuiti, su tutte le piattaforme, rendendo il titolo DICE meno ostico da approcciare. Ma il Battlelog, piattaforma trasversale pensata per facilitare le cose, è ancora un campo minato che sorprende i suoi utenti con problemi di sincronizzazione dei salvataggi cloud, misteriosi problemi di connessione ai server e imprevisti di ogni genere che complicano l'accesso al gioco e spesso costringono il giocatore a vari tentativi per riuscire finalmente a imbracciare una sputafuoco e dare battaglia al nemico.

Verso la prossima patch
In quanto uscita potenziata del precedente capitolo della serie, Battlefield 4 avrebbe dovuto ereditare almeno parte del lavoro compiuto da DICE in questi ultimi due anni. Ma questo, è evidente, non è successo. Si tratta, probabilmente, di un effetto collaterale dovuto alla necessità di lanciare il titolo su due nuove piattaforme, le nuove console next-gen di Microsoft e Sony, ma questo non giustifica una situazione iniziale decisamente difficile, ancora più problematica, e non di poco, di quella sperimentata con il lancio di Battlefield 3. Certo, anche per il capitolo precedente sono serviti mesi per sistemare i problemi di una serie che, ribadiamo, è estremamente complessa ed è l'unica capace di mescolare distruttività e grafica da urlo con un multiplayer massiccio. Ma nessuno si sarebbe aspettato di vedere tutto il lavoro fatto con il capitolo precedente dissolversi nel nulla. Nessuno avrebbe pensato di scivolare in un turbinio di malfunzionamenti, crash, server inaccessibili, respawn bloccati, hitbox imprecisa e quant'altro. Le cose sono leggermente migliorate con le prime patch, poi è uscita l'espansione e i server sono tornati a soffrire. E nonostante le patch successive Battlefield 4 è ancora adesso un'esperienza traballante, flagellata dagli exploit e, soprattutto su PC, resa ancora più ostica dai non pochi cheater. Una capatina su Youtube è sufficiente per avere un'idea di quale sia l'impatto dei trucchi in un titolo di questo tipo che si basa sulla scarsa visibilità e sull'azione caotica. Un tipo di gameplay che, tra l'altro, rende difficile identificare chi sfrutta furbescamente exploit o cheat e c'è chi ha trasformato in arte usare il temibile "wallhack" senza farsi scoprire anche se la modalità spettatore, assente in Battlefield 3, permette di identificare, soprattutto nelle modalità prive di radar, almeno i giocatori più spudorati, quelli capaci di inanellare illimitati headshot in modalità hardcore, senza veicoli, senza mai restare sorpresi dal nemico nonostante i respawn problematici di Battlefield 4. In tutto questo Punkbuster, il sistema anti-infrazione usato da numerosi titoli multigiocatore, resta fin troppo spesso silente e, anzi, finisce per colpire più spesso i giocatori corretti ai quali, magari, è partito lo scan automatico dell'antivirus che viene identificato come un programma secondario. Ma la fruibilità del gameplay non è solo una questione di vulnerabilità del codice. Una peculiare macro, nella versione PC del titolo, consente di effettuare inversioni a 180 gradi degne di una scena di "Hot Shots" e, in tutte le versioni, sono evidenti, e controbilanciati malamente da mezzi contraerei a dir poco devastanti, i velivoli che volano alla velocità di uno scooter disintegrando ogni mezzi terrestre che incontrano con una calma olimpica. Ovviamente in questi ultimi casi ci troviamo sul limite tra exploit e problemi di bilanciamento ma per il giocatore che si ritrova sballottato in un caos poco comprensibile le definizioni contano poco, tanto più quando il troppo spazio concesso a quelli che non si fanno troppi scrupoli si mescola con l'esplosivo C4 lanciato come una granata, elicotteri che roteano fermi per aria e morti accidentali incomprensibili. Tutti elementi che si sommano a un'esperienza già di per sè decisamente caotica e che rendono le cose ancora più complicate per il giocatore medio. E, tornando a parlare nello specifico della versione PC, a quanto sopra dobbiamo sommare scelte incomprensibili come la totale assenza di un countdown iniziale nel server. In Battlefield 4 chi carica prima ha un grosso vantaggio e in certe mappe di Corsa o Conquista si tratta di un vantaggio non da poco. Il bilanciamento delle mappe, infatti, non è quello di Battlefield 3 e non solo a causa di spawn iniziali fin troppo estremi, come in Paracel Storm che in versione Rush fa comparire una squadra in acqua, ma anche a causa del temibile ritornare in partita problematico su tutte le piattaforme che, a differenza di quanto succedeva nel capitolo precedente della serie, è stato allontanato, e di parecchio, dalle bandiere per evitare che chi è sotto attacco possa riapparire automaticamente nella zona di riconquista della base. Ma quando un'intera squadra compare a quasi duecento metri da una bandiera o spunta mostrando la schiena alla base che si trova dirimpetto, spesso piena di nemici pronti ad approfittarne, la frustrazione che ne deriva è anche peggiore.
Bello e impossibile
In definitiva, la situazione di Battlefield 4 è ancora ben lontana dall'essere quella ideale e non abbiamo ancora menzionato la preponderanza dei server pagati da privati che consentono ai gestori di espellere e bandire giocatori nel bel mezzo di una partita e non, come accade in altri ambiti, nel "warm up", ovvero in quel momento neutro che in Battlefield 4 non esiste. Non stupisce più di tanto, dunque, essere espulsi senza giusta causa da un admin o da un team che, non a caso, inanella serie di vittorie degne dei clan di punta pur non mostrando capacità particolarmente esaltanti. Una situazione non proprio esaltante anche se è doveroso ricordare che il meglio di Battlefield lo si trova nelle sfide clan contro clan, con un set di regole definite, compagni validi e avversari riconoscibili.





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