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La guerra è finita

Creato il 04 giugno 2012 da Cannibal Kid
Condividi La guerra è dichiarata (Francia 2011) Titolo originale: La guerre est déclarée Regia: Valérie Donzelli Cast: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm, Brigitte Sy, Elina Lowensohn, Michèle Moretti, Philippe Laudenbach, Bastien Bouillon, Béatrice De Staël, Anne Le Ny, Frédéric Pierrot Genere: genitoriale Se ti piace guarda anche: La stanza del figlio, In the bedroom, Tomboy, Polisse, …e ora parliamo di Kevin
“Sapete qual è la differenza tra un chirurgo e Dio? Dio non crede di essere un chirurgo.”

La guerra è finita

"Credo di essermela appena fatta addosso... la prossima volta andiamo sugli autoscontri, ok?"


Diamo a Cesare quel che è di Cesare. In questo caso, diamo al blogger Perso quel che è del blogger Perso. È infatti grazie a lui se ho conosciuto (non di persona, specifichiamo) Valérie Donzelli, regista, sceneggiatrice e protagonista di una perla d’esordio, lo scoppiettante La reine des pommes. Dopo un debutto tanto promettente, non vedevo l’ora di vedere cosa combinava la fanciulla all’opera seconda, La guerre est déclarée, già recensito dallo stesso Perso (e facciamogli una seconda promotion, ché se la merita) e già candidato francese come miglior pellicola straniera agli Oscar di quest’anno. Non un anno qualunque, tra l’altro, bensì un anno stra-mega-ordinardio per il cinema francese. Per uno di quei misteri inspiegabili e che sfuggono a ogni logica umana, ad eccezione dei membri stessi dell’Academy, la pellicola non è poi entrata nella cinquina dei nominati. Polisse, The Artist, Piccole bugie tra amici, 17 ragazze… Questo film conferma sì l’ottimissimo stato di salute del cinema francese, ma va al di là di questo. Qui ci troviamo di fronte a una fuoriclasse assoluta, Valérie Donzelli, che prescinde ogni discorso di nazionalità. Qui ci troviamo di fronte a del talento puro, a un’autrice da applausi. Al fascino delle idee che prendono vita.

La guerra è finita

"Mi spiace dirvelo, ma dopo vari esami risulta che a vostro figlio piace per davvero Justin Bieber. È incurabile."
"Oddio, dottore, è terribile! Ma, tanto per sapere... l'eutanasia è legale in Francia?"

Le premesse da cui parte il film puzzano di bruciato e di possibile ruffianata lontana un miglio. Valérie Donzelli racconta infatti insieme al compagno attore e sceneggiatore Jérémie Elkaïm (già suo partner in triplice veste in La reine des pommes) il dramma vissuto dalla coppia stessa, quello della malattia del figlio. Una storia semplice, ispirata alla loro esperienza personale, raccontata in maniera intensa e sofferta, eppure anche fortemente cinematografica e lo fanno avvalendosi di tutti i mezzi narrativi e filmici a disposizione. A partire da nomi fittizi. E che nomi. Roméo e Juliette (oui, si chiamano proprio così) si vedono, si piacciono, si innamorano e hanno un figlio. Il figlio però ha qualcosa che non va. Sono preoccupati, lo portano a fare delle visite, fino a che scoprono che… (non ve lo dico, guardate il film per scoprirlo anche voi) La cosa notevole non è la storia di per sé, ma come viene raccontata. Da un soggetto del genere, poteva uscirne un drammone alla L’olio di Lorenzo. Invece no. Invece ne è uscito tutto fuorché una ruffianata. Un film sì emozionante, sofferto, a tratti persino straziante, però che non si compiace del suo dolore.

La guerra è finita

"Hey, tu l'hai letto il libro di Cannibal Kid?"
"Ma non ci penso neanche. Almeno fino a che non si sarà sbattuto a tradurlo in francese..."


Valerie Donzelli si diverte e diverte il pubblico. Almeno me. Almeno in vari tratti del film. Pur trattando un tema assolutamente drammatico, il più drammatico immaginabile per un genitore, la giovane fenomena del cinema francese si diletta in invenzioni narrative, aggiunge momenti leggeri, scene cantate, voci fuori campo, fa un uso spettacolare del montaggio, della colonna sonora e del suono. Come una nouvelle Truffaut al femminile. Valerie Donzelli è un pozzo senza fondo di creatività e usa tutte le sue idee al servizio della storia. Alcune di queste idee vengono dalla tradizione sempre preziosa della nouvelle vague, altre erano già presenti nella sua opera d’esordio, però qui la regina delle mele da acerba si è fatta matura e le ha messe a frutto in maniera del tutto compiuta.

La guerra è finita

"Qui dice che gli italiani pensano di vincere gli Europei!"
"Ahahah, che risate! La loro nazionale è messa peggio di nostro figlio..."


La scena del montaggio iniziale, tanto per fare un esempio, è grandiosa. Non voglio fare paragoni eccessivi, però dico solo 2001: Odissea nello spazio. Laddove Kubrick riusciva a passare dall’osso all’astronave, qui la Donzelli passa più semplicemente, ma nemmeno troppo, dalla risonanza magnetica del figlio al momento in cui ha conosciuto il padre del figlio, con un uso del sonoro pauroso!

Un film di una profondità e allo stesso tempo di una leggerezza incredibili. Un gioco di equilibrismo che ha del miracoloso. ATTENZIONE SPOILER: In un momento estremamente drammatico, come quello della notte prima che loro figlio venga operato, c’è un dialogo esilarante tra i due genitori, in cui elencano quali sono le loro più grandi paure per le conseguenze dell’intervento. Così come in bilico tra estremi opposti sta anche la notevole colonna sonora, sospesa tra electro-pop e musica classica. E poi, all’improvviso, ci sa anche regalare momenti di pura poesia sognante, così…

La guerra è dichiarata. A un cinema statico, standard, immobile, senza idee. A un cinema del già visto. E la guerra può ritenersi più che vinta, dalla genia Valérie. Non perdetevi questo film, mi raccomando. Altrimenti la guerra ve la dichiaro io. (voto 9/10)

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