Magazine Politica Internazionale

LA GUERRA IN CASA #3: La guerra in Krajina, dal testo al contesto

Creato il 23 aprile 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

di Luca Rastello

LA GUERRA IN CASA #3: La guerra in Krajina, dal testo al contesto

foto da Witness Journal

#0: I conflitti jugoslavi, introduzione a una truffa

#1: Darko il cecchino

# 2: Alla conquista di Vukovar

La storia di Darko si snoda sullo sfondo dell’assedio di Vukovar (agosto-novembre 1991), culmine della guerra fra Croazia e quanto rimaneva della Federazione jugoslava dopo la dichiarazione d’indipendenza delle repubbliche settentrionali (la stessa Croazia e la Slovenia). Sul piano militare la crisi fra Croazia e Federazione raggiunge il suo punto critico nell’estate del 1991, ma la tensione è già alta almeno dalla primavera precedente quando (aprile 1990) le elezioni politiche in Slovenia e Croazia sono vinte a grande maggioranza da raggruppamenti nazionalistici che non nascondono la volontà di secessione da Belgrado. Nel corso dell’anno le elezioni in tutte e sei le repubbliche jugoslave (oltre alle due citate, Serbia, Montenegro, Macedonia e Bosnia Erzegovina) faranno registrare analoghi trionfi dei partiti irredentisti, in generale forze dell’opposizione con la sola eccezione della Serbia dove le parole d’ordine nazionaliste sono la bandiera del partito al potere, guidato da Slobodan Milosevic. 

La crisi ha origine nei territori della cosiddetta Krajina di Knin, abitati da una popolazione a netta maggioranza serba, parte della Croazia secondo i confini stabiliti dalla Costituzione titoista del 1974. Si tratta di regioni dove la presenza serba risale alla seconda metà del XVI° secolo quando l’impero asburgico vi deportò centinaia di migliaia di di guerrieri serbi con le loro famiglie per rafforzare la frontiera con l’impero turco. La regione è nota, infatti, con il nome di Vojna Krajina che significa appunto “frontiera militare”.

La Krajina croata fu, durante la seconda guerra mondiale, il principale teatro della campagna di sterminio condotta dallo “Stato indipendente di Croazia” (proclamato nel 1941 dal movimento filonazista degi ustascia, gi “insorti” guidati da Ante Pavelic) ai danni della popolazione serba oltre che di zingari ed ebrei, e il principale serbatoio di reclutamento per la resistenza titoista.

Nel 1990 la vittoria elettorale di un partito – l’Hdz (comunità democratica croata) del futuro presidente croato Franjo Tudjman – che non rinnega l’eredità storica del movimento ustascia e anzi ne ripristina in gran parte simboli e valori, fornisce alimento all’estremismo separatista serbo (in Krajina, ndr). La radicalizzazione nazionalista fa comodo tanto al regime di Zagabria, in cerca di una nuova legittimità antijugoslava, quanto a quello di Belgrado che fa dei cosiddetti “fuoriusciti” (ovvero i serbi che vivono fuori dai confini della Serbia federale) il perno della sua propaganda nazionalista.

pp. 30-31

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :