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La guerra in casa - Recensione - Xbox One

Creato il 20 gennaio 2016 da Intrattenimento

Lo spietato survival game di 11 bit studios debutta su console per mostrarci la guerra dagli occhi dei bambini

Quando è uscito su PC, nel novembre 2014, This War of Mine ha colpito tutti per la crudezza delle sue situazioni, nell'ottica di un approccio decisamente diverso dal solito: mettere i giocatori nei panni dei civili che subiscono le conseguenze di un assedio militare, anziché in quelle dei soldati impegnati sul campo. A poco più di un anno di distanza, il gioco debutta su console con una nuova edizione che aggiunge ulteriore durezza al gameplay, visto che ora ci troveremo ad avere a che fare anche con dei bambini.

twittalo! This War of Mine: The Little Ones aggiunge ulteriore complessità all'esperienza survival originale

Sotto assedio

L'ambientazione di This War of Mine: The Little Ones si ispira a fatti accaduti davvero, ed è proprio la crudezza della realtà a far più male. Rifugiati in una casa diroccata insieme a poche altre persone, il nostro compito nel gioco sarà cercare di sopravvivere il più a lungo possibile, sperando in una tregua che non sappiamo quando né se arriverà.

La guerra in casa
Bisogni fondamentali come mangiare, dormire e distrarsi fiaccheranno i nostri personaggi, che dovranno dividersi i compiti durante il giorno e uscire nottetempo alla ricerca di provviste e materie prime con cui costruire utensili rudimentali, armi o quelle cose che normalmente diamo per scontate: un letto, una radiolina, un fornello per cucinare, una stufa improvvisata per riscaldarsi dal freddo. Le sezioni "scavenger", da effettuare utilizzando un personaggio dotato di caratteristiche adatte (in primis la capacità di trasportare un gran numero di oggetti), enfatizzano la componente platform del gioco ma anche l'elemento stealth, in quanto talvolta troveremo uomini armati e ostili ad aspettarci: dovremo cercare di rubare il possibile senza farci ammazzare, ergo muovendoci silenziosamente o, in casi estremi, reagendo agli attacchi. Non aspettatevi però meccaniche complesse: l'obiettivo nel gioco è quello di sopravvivere, dunque gli scontri vanno evitati ogni volta che è possibile, anche perché eventuali ferite riportate in combattimento potrebbero rovinare l'ottimo lavoro fatto fino a quel punto. Quando si muore in This War of Mine, del resto, è finita per davvero.

La questione morale

Nelle situazioni diurne come in quelle notturne, This War of Mine: The Little Ones ci pone interrogativi inquietanti: avremo il cuore di rubare cibo e medicine ad altri rifugiati? Chiuderemo la porta in faccia a chi ci chiederà ospitalità o correremo il rischio di avere una bocca in più da sfamare?

La guerra in casa
Domande a cui dovremo dare una risposta, volenti o nolenti, nel corso di una campagna in cui ogni scelta avrà delle conseguenze. Come accennato in apertura, l'edizione console aggiunge un ulteriore elemento di complessità al gameplay con l'introduzione dei bambini. Assenti nella versione originale, i piccoli sopravvissuti capitano nel gruppo in maniera casuale, come qualsiasi cosa nel gioco, che a ogni nuova partita mischia personaggi, eventi, stagioni e persino la durata del conflitto per offrirci un'esperienza differente. La presenza di una modalità alternativa, "Scrivi la tua storia", permette anche di determinare tutti questi parametri, al fine di ottenere qualche vantaggio iniziale o finanche un pizzico di sfida in più. I ragazzini non rappresentano ovviamente una risorsa, quanto più una preoccupazione: dovremo cercare di distrarli durante il giorno, tenerli il più possibile vicino ai genitori, farli riposare in modo appropriato, sfamarli e curarli nel caso si ammalino. Laddove le cose dovessero andar male, non li vedremo morire come accade agli adulti (sarebbe stato francamente troppo), bensì scappare via, eventualità che avrà pesanti ripercussioni sul morale di chi si stava prendendo cura di loro.

Il debutto su console

Al di là dell'impatto dei bambini, la cui presenza va a inasprire ulteriormente la difficoltà di un titolo che già in partenza non era rose e fiori, eravamo curiosi di scoprire in che modo gli sviluppatori di 11 bit studios avessero adattato su console un'esperienza pensata originariamente per essere fruita con il mouse. Il nuovo layout sfrutta i tasti dorsali del controller, che vengono utilizzati per cambiare personaggio fra quelli disponibili, laddove i grilletti entrano in gioco unicamente quando si entra in modalità combattimento.

La guerra in casa
Gli stick analogici permettono di muoversi e gestire la visuale, con zoom in e zoom out assegnati alla pressione delle levette sulla propria asse, in maniera non proprio intuitiva. I pulsanti centrali servono per le azioni di base, come l'interazione con lo scenario e gli altri personaggi, mentre la croce direzionale entra in gioco nel momento in cui l'interfaccia pone diverse opzioni contestuali, ad esempio aprire una porta oppure guardare dallo spioncino se oltre vi sono delle minacce. Il problema dei comandi "diretti" è che bisogna seguire il sopravvissuto di turno nei suoi movimenti, anche magari quando è stanco e ferito, e dunque si trascina, finché non gli diamo qualcosa da fare, che si tratti di mettersi a letto o mangiare; solo allora si potrà passare a un altro protagonista. Su PC era invece possibile cliccare sull'obiettivo di turno e lasciare che il personaggio facesse il resto, dedicandoci ad altro e ottimizzando dunque i tempi. Una differenza non da poco, considerata la gestione della giornata in This War of Mine: The Little Ones. Sul fronte tecnico, invece, nulla da eccepire: lo stile grafico "tratteggiato" rende molto bene l'atmosfera, le animazioni sono curate e discretamente varie (anche quelle dei bambini), mentre il sonoro appare volutamente essenziale. Una piccola nota di demerito ai caricamenti fra un giorno e l'altro, che su console durano qualche secondo di troppo.

Pro

  • Approccio crudo e realistico
  • Stile grafico originale e gradevole
  • Ha atmosfera da vendere

Contro

  • I controlli lo rendono più lento e macchinoso
  • Fondamentalmente ripetitivo
  • Sa essere molto, molto deprimente

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