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La guerra silenziosa del Palazzo

Creato il 07 gennaio 2016 da Nonzittitelarte

La guerra silenziosa del Palazzo

 …tra indagini, accuse e nomine

Dopo la decisione di Mura di estromettere il pm Pilia dall’inchiesta sul Lirico

 Non ho niente da dire . Divisi da denunce e rancori, i protagonisti del feuilleton giudiziario trovano l’unità davanti al cronista. Neppure una-parola-una su una vicenda che coinvolge i potenti cagliaritani della politica, dell’imprenditoria e del mondo della musica. Dopo che l’ormai ex procuratore della Repubblica Mauro Mura ha estromesso il sostituto Giangiacomo Pilia dall’inchiesta bis sul Teatro Lirico – Massimo Zedda è indagato per abuso d’ufficio – tutti si chiedono quale sarà il prossimo passo.

RETROSCENA Dietro i silenzi dei magistrati c’è uno scontro che si consuma da anni sottotraccia, dentro e fuori il palazzo di giustizia. La contrapposizione interna è riaffiorata come un fiume carsico il 30 dicembre, giorno in cui il sostituto procuratore ha perso la titolarità dell’inchiesta. Un botto di fine anno subito dopo il brindisi di addio alla magistratura di Mauro Mura. La mossa ha scatenato ogni genere di ipotesi tra gli addetti ai lavori: resa dei conti, mera valutazione professionale del collega, fino all’azzardo di attribuire posizioni politiche ai magistrati coinvolti. Di sicuro l’aver indagato su Mario Marchetti, mentore e maestro di molti dei pubblici ministeri, non ha attirato grandi simpatie a Pilia. Ma perché Mura – notoriamente poco avvezzo a decisioni d’impeto – ha scelto di chiudere la carriera revocando la delega d’indagine a un collega con la prevedibile coda di polemiche? Di certo il 28 dicembre ha trovato sulla scrivania la memoria presentata da Marchetti cinque giorni prima. Chi l’ha consultata sostiene che, una volta letta, il magistrato settantaquattrenne aveva tre possibilità: lasciarla in eredità al collega-amico e aspirante procuratore della Repubblica Gilberto Ganassi, non proprio una cortesia; stilare una lista di contestazioni al magistrato del suo Ufficio che porta avanti l’inchiesta; indagare su Marchetti per calunnia. Il 30 dicembre ha scelto la seconda strada, forse per non compromettere le chance di Ganassi di ottenere l’incarico. Su un punto però tutti concordano: il caos proietta l’immagine di una Procura divisa e danneggia proprio il procuratore facente funzioni, al quale potrebbe essere preferito un esterno.

MARCHETTI La memoria dell’ex pubblico ministero è un lungo elenco di accuse circostanziate a Pilia. Marchetti – indagato per diffamazione dopo la denuncia del direttore artistico Mauro Meli – accusa il pubblico ministero di aver cercato riscontri a un suo ipotetico abuso d’ufficio, mai contestato. Commettendo una serie di irregolarità.
PILIA Il pubblico ministero rifiuta ogni commento. Chi lo conosce bene dà voce ai suoi pensieri. La garanzia dell’anonimato è la condizione per avviare la conversazione: all’accusa di non aver svolto tutti gli accertamenti Pilia replicherebbe sostenendo che ci sono centinaia di atti raccolti in undici faldoni che testimonierebbero il contrario. E poi accuserebbe Marchetti di aver accettato la designazione fatta dal sindaco già sotto indagine.
LA DECISIONE Nei prossimi giorni Ganassi riceverà le controdeduzioni di Pilia e deciderà se rendere definitiva la revoca della delega oppure fare marcia indietro.
Paolo Paolini

Fonte: L’Unione Sarda 7 gennaio 2016

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