La Hampton musa di Grande

Creato il 25 settembre 2013 da Pasquale Allegro
L'attrice statunitense protagonista di un incontro promosso dallo stilista lametino

ph Pasquale Catanzaro

 di Pasquale Allegro

 Si è parlato di moda, ma forse sarebbe meglio dirlo con il giusto charme. E allora: si è tenuto un Talk Fashion promosso dallo stilista lametino Anton Giulio Grande, ormai arcinoto in lungo e in largo l’emiciclo fashionist.
Al di là degli anglicismi, buoni sui giornali per darsi un certo tono, l’incontro che si è svolto nei locali del Museo Archeologico si è rivelato di grande impatto per il caloroso benvenuto offerto alla modella e attrice statunitense Demetra Hampton, nota ai più per averne turbato i sonni interpretando la Valentina di Crepax a cavallo degli anni novanta. Ma c’è stata pure un’interessante complicità tra i diversi motivi che hanno fortemente desiderato l’evento: lo shooting fotografico con protagonista Demetra, così per destinare agli occhi la sua bellezza, e sullo sfondo la città, così per destinare agli occhi le sue bellezze; e ultimo ma non ultimo, l’amore di Anton Giulio per la sua terra.   Al giornalista Ugo Floro, in qualità di moderatore, il compito d’introdurre l’incontro nella comodità di un elegante salottino nero (in perfetta ossessione grandiana), con due ospiti d’eccezione: il commissario della provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, e la senatrice Doris Lo Moro, entrambi elegantemente infilate in due abiti di Grande; di una composta tenerezza la Ferro, più serenamente indomita la senatrice, come nelle migliori sedute di Palazzo Madama.

ph Pasquale Catanzaro

E lì davanti una prima fila sgargiante, un parterre di politici in una mise impeccabile per l’occasione, tale da imbarazzare cronisti, cameraman e fotografi invece appostati e sbottonati in un più pratico abbigliamento. “Un servizio fotografico ingiro per la città, in riva al mare, al castello, qui nel museo – ha esordito Floro - scatti che non resteranno nostro patrimonio, ma che testimonieranno sulle rivisite patinate le nostre eccellenze”.  A riconoscere il medesimo valore all’impegno dello stilista l’intervento di Doris Lo Moro, la quale ha considerato, né più né meno, “le opere di Anton Giulio delle opere d’arte”, non prima però di aver rinnovato la propria stima sulla persona: “È il simbolo di chi resta umile – ha asserito -legato alla sua terra e alla sua famiglia”.Così come a conferire a Grande l’immagine di vip che non incorre nelle cadute di stile dell’esterofilia, o dello snobbismo indelicatamente affettato di talune eccellenze che “tornano in Calabria solo per ritirare premi”, Wanda Ferro ha indicato lo stilista lametino come “esempio per i giovani che vogliono realizzare con sacrificio i propri sogni”, estendendo poi il suo compiacimento a tutta la città di Lamezia Terme che “esprime genialità e creatività in tanti campi”. In quest’atmosfera di pacato ottimismo nel futuro anche della regione, Anton Giulio Grande, dopo i ringraziamenti di rito verso le numerose presenze – raccolte, come inghiottite dalla solennità di quelle sculture di pietra e di donne in pizzo nero - ha dichiarato a cuore aperto la sua totale dedizione alla Calabria, la sua calabresità sofferta a motivo dei pregiudizi eppure così decantata e mai rinnegata, la sua ricerca di spazi al di là di questi angusti confini, così come la sua predilezione per i ritorni e sempre ritorni. Per poi infine presentare, in perfetta adorazione d’artista a musa, Demetra, la bella di sempre, dal caschetto corvino di Valentina ai sempre sfavillanti occhi di mare, che si sono fatti stretti e lunghi in un sorriso quando ha rivelato che “nell’ambiente Anton Giulio viene chiamato il Re della Calabria”. Lei che lo ama, ha confidato nel suo adorabile italiano con accento americano, “per questo suo saper rimanere con i piedi per terra”, lo ama di “un amore platonico, ma che ci fa sembrare innamorati”. E poi, con un tono di voce più spento, ha trasmesso il ricordo drammatico del grave incidente subìto, di quando su quegli occhi trasparenti scese per tre giorni il buio profondo, e poi ancora i due anni di convalescenza, prima della rinascita che ha segnato il suo nuovo percorso, a infilare di nuovo le perle, ad una ad una, fino ad oggi, fino a questo servizio fotografico con gli abiti di Anton Giulio Grande.E così è finalmente tutto più leggero e soave per Demetra, per lei che in confidenza ha rivelato: “Indossare i suoi vestiti è come volare”. Con un verbo che non si rifà proprio alla tradizione calabrese - e per le origini della canzone a cui rinvia, e per la smania del territorio di sprofondare nello sconforto - ma in intensità è innegabilmente meridionale, con tutto quel blu dipinto di blu.  versione integrale dell'articolo pubblicato su "L'Ora della Calabria - Macondo", 25/09/2013 

ph Carlo Pontoriero



ph Pasquale Catanzaro



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