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LA ISLA MINIMA di Alberto Rodriguez (2014)

Creato il 08 dicembre 2015 da Ifilms
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Scritto da Riccardo Tanco
Categoria principale: Le nostre recensioni
Categoria: Recensioni film in sala
Pubblicato: 08 Dicembre 2015
Alberto Rodriguez  

isla-minima

Dopo aver vinto 10 Premi Goya (gli Oscar del cinema spagnolo) tra cui quello come miglior film, arriva in Italia l'apprezzato La isla minima, sesto film del regista Alberto Rodriguez, autore anche della sceneggiatura assieme a Rafael Cobos.

Nella Spagna post-franchista, in un piccolo villaggio vengono trovati i corpi di due ragazze decedute giorni prima. I detective Suarez (Raul Arevalo) e Robles (Javier Guiterrez) si ritroveranno ad affrontare un caso più complesso delle apparenze. Ambientato in una Spagna che cerca di fare i conti con sé stessa e con la propria Storia, Rodriguez firma un thriller torbido che pur rispettando meccanismi e archetipi tipici del genere riesce a non essere derivativo, ma a costruire un'atmosfera e un'inquietudine narrativa che peggiora di pari passo con gli eventi messi in scena.

Con una prima parte che si appoggia su un ritmo placido e che quasi rifugge l'azione per addentrarsi in territori da noir, La isla minima è un'opera che non accelera mai anche quando potrebbe, ma che si fa forza con un'estetica immersa nel grigiore di un villaggio rurale ed evitando di cadere nella patina visiva o nella rappresentazione troppo scontata di un piccolo mondo oscuro.

Se superficialmente la sceneggiatura può apparire eccessivamente semplicistica, La isla minima poggia comunque su una scrittura solida e fieramente di genere e può fare affidamento sull'ottima prova d'attore dei due protagonisti interpretati dagli attori Raul Arevalo e Javier Guiterrez, che sottraggono ai propri personaggi in accordo al tono dimesso del film (che pare non esplodere nemmeno nel concitato finale), due identità deboli di fronte a troppo male e incapaci di reagire.

Forse quello che colpisce maggiormente de La isla minima è questa visione tutta accennata ma non meno potente di una società, di un mondo che non può fare altro che del male, avvolto nel cinismo e nella banalità dello stesso, dove non c'è né via d'uscita né speranza. E Rodriguez riesce a trasmettere questo senso di malessere senza pietismi ma con grande eleganza cinematografica. Lucidamente, in una delle scene finali del film, trasferisce questo disagio dal particolare all'universale attraverso una menzogna più grande, collegandosi con il passato buio e mai rimosso della Storia del proprio Paese.    

Voto:3/4


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