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La isla (poco) bonita

Creato il 08 dicembre 2015 da Cannibal Kid
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La isla (poco) bonitaLa isla mínima (Spagna 2014) Regia: Alberto Rodríguez Sceneggiatura: Rafael Cobos, Alberto Rodríguez Cast: Raúl Arévalo, Javier Gutiérrez, Jesús Castro, Salva Reina, Nerea Barros, Jesús Ortiz, María Varod, Jesús Carroza, Antonio de la Torre, Perico Cervantes Genere: amarillo Se ti piace guarda anche: True Detective, Broadchurch, Il segreto dei suoi occhi, La vita è facile ad occhi chiusi
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Così diceva Agatha Christie. O così almeno dice Google, visto che io devo ammettere di non aver mai letto niente di Agatha Christie. A parte questa frase. Prima di guardare La isla mínima, ho allora cercato degli indizi. Degli indizi per capire se poteva essere un grande film, una specie di versione cinematografica di True Detective, o se non altro una visione degna di... visione. Il primo indizio che ho trovato pareva piuttosto confortante. La isla mínima ha trionfato ai Goya 2015, gli Oscar spagnoli, dove si è portato a casa ben 10 premi 10, tra cui quelli di miglior film, regia, sceneggiatura, miglior attore protagonista e persino miglior colonna sonora. Hey, un momento. Poi ho pensato che una cosa del genere era successa pure l'anno precedente con La vita è facile ad occhi chiusi, una pellicola che, nonostante il clamore suscitato in patria, a me invece non era piaciuta particolarmente. Dei Goya io quindi non mi fido. Già mi fido a mala pena dei Goi.
Sono così andato a caccia di un altro indizio e ho trovato dei testimoni oculari che hanno visto tutto.
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Ho trovato le opinioni entusiastiche di alcuni testimoni, nonché colleghi blogger, come Nancy del blog Volevo aprire un blog, che lo consigliava vivamente, o come il Bradipo, che chiamato a testimoniare in centrale ha dichiarato che "La isla minima è uno di quei thriller che ti stringe la gola in una morsa e che non si dimenticano tanto facilmente", e pure Lisa Kudrow Costa di In Central Perk, che di solito ha dei gusti vicini ai miei, sosteneva sotto giuramento che "La Isla mínima mantiene alte tutte le sue promesse di sbanca Goya in patria".

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"Avanti! Ci dica tutto, signora Costa."


Due indizi però possono rappresentare una coincidenza, come diceva a quanto pare Agatha Christie, e allora per avere il terzo e ottenere una prova mi sono dovuto sporcare le mani in prima persona. Indagare sul campo. Come? Nel solo modo possibile: guardare il film.
La parte iniziale di La isla mínima cerca di costruire l'atmosfera. Procede in maniera lenta. Qualcuno dirà avvolgente, io dico semplicemente noiosa. La vicenda è quella da thriller classico, che più classico non si potrebbe: due ragazze sono sparite nel nulla e intorno a loro sembrano esserci un sacco di misteri, che coinvolgono la famiglia, uomini più o meno potenti e ci sono pure dei risvolti sessuali. Come in un sacco di altri gialli degli ultimi anni, da Twin Peaks a Broadchurch, fino a True Detective. In particolare è quest'ultimo nome a essere venuto fuori spesso, anzi in pratica sempre, nelle varie recensioni dedicate alla pellicola. A indagare sul caso ci sono infatti due detective dai punti di vista investigativi ed esistenziali in pratica opposti. Come Rust Cohle e Marty Hart nella prima stagione della serie tv, “solo” senza due interpretazioni della Madocina come quelle di Matthew McConaughey e Woody Harrelson, o senza l'efficacia dei loro dialoghi. A mancare è poi anche quella componente mistica e misteriosa che rendeva la stagione 1 di True Detective tanto affascinante.

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"Quando mi avevano parlato di isola spagnola mi immaginavo più qualcosa tipo Ibiza che questo..."


La vicenda thriller di La isla mínima non è particolarmente originale e si sviluppa in maniera sonnacchiosa, fino a un'accelerazione finale che appare piuttosto brusca. Un'ora e passa di film a costruire il caso in maniera lenta, e poi si sono bruciati tutto così, in fretta e furia? Si può dire che anche in True Detective la componente gialla non è che fosse qualcosa di mai visto prima, e che la risoluzione non era la parte più convincente. Il bello della prima stagione della serie americana stava però anche e soprattutto in altro, come nel rapporto tra i due protagonisti e nella figura filosofico-esistenziale di Rust Cohle. Il film spagnolo invece non può vantare due personaggi del genere: uno è vagamente ambiguo, ma il premio a Javier Gutiérrez di miglior attore è parecchio inventato; l'altro invece, Raúl Arévalo, ha lo sguardo perennemente imbambolato per tutto il tempo ed è incapace di dar vita a un personaggio davvero interessante. Sembra un Bobo Vieri con i baffi, ma forse ancora meno espressivo.
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Cosa c'è allora di così fenomenale, che ha entusiasmato tanto critica e blogger? Sinceramente, dopo un'accurata investigazione, non l'ho mica capito. Sarà che come detective sono una schiappa. O sarà che questo film, rispetto a un altro thriller medio qualunque, in più offre giusto un vago sottotesto sociopolitico. Se La vita è facile ad occhi chiusi, il precedente trionfatore dei premi Goya, era ambientato negli anni '60 ancora franchisti, questo La isla mínima è invece collocato nel periodo post-franchista, nei primi anni '80 (ma non c'hanno messo dentro manco una canzone tipicamente 80s, scandalo!). Un tema che contribuisce a dare qualche sfumatura maggiore a questo lavoro, ma per quanto mi riguarda non abbastanza da distinguerlo in maniera così particolare, o almeno non da giustificare tutti i premi e le lodi ricevute. È vero che i premi contano fino a un certo punto. Andando a vedere i David di Donatello, ad esempio, Anime nere dovrebbe essere il miglior film italiano dell'anno e forse anche del secolo, e invece per quanto mi riguardo è a mala pena decente. Fatto sta che questo film è stato applaudito da tutti, ma non da me. La cosa mi fa sentire un po' come Quentin Tarantino alle prese proprio con il citato True Detective.

La isla (poco) bonita

"Bobo, devi puntarla così la pistola a Cannibal Kid quando te lo trovi davanti. Capito come?"
"Boh!"


La isla mínima è un gran film, l'equivalente cinematografico della prima stagione di True Detective? Un paio di indizi li avevo, ma il terzo, che potevano essere un personaggio come Rust Cohle o magari le tette di Alexandra Daddario, non l'ho mica trovato. Per me quindi no, non lo è. Non è manco al livello della pur difettosa stagione 2 di True Detective. Dichiaro il caso chiuso. (voto 6/10)

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