La Joint Venture italo-francese “ATR” prepara le strategie ad ‘alta quota’ per il 2015

Creato il 14 settembre 2014 da Jackfide

Il nuovo “pilota” Patrick de Castelbajac punta ai turboelica di ultima generazione per riprendere il decennio di successi segnati da Filippo Bagnato.

Un passaggio di consegne nella continuità storica. Questo è l’auspicio di Patrick de Castelbajac e di tutto l’entourage di ATR (Aerei di Trasporto Regionale), la joint venture italo-francese formata da Aérospatiale – che fa parte del gruppo Airbus – e da Alenia Aermacchi, di Finmeccanica. 43 anni, avvocato, de Castelbajac ha in precedenza ricoperto un ruolo al vertice della direzione commerciale di Airbus, in qualità di Head of Contracts Negotiations; la sua nomina a Chief Executive Officer (CEO) risponde al criterio della compartecipazione aziendale, in accordo tra l’italiana Finmeccanica e la francese Airbus.

D’altro canto, l’eredità che il nuovo “pilota” di Atr ha ricevuto a fine maggio dal predecessore Filippo Bagnato (66), tramanda i successi che hanno caratterizzato in maniera inequivocabile i due mandati dell’ex amministratore delegato italiano: rispettivamente dal 2004 al 2007, poi di nuovo dal 2010 fino alla scorsa primavera. Tra questi, non da ultimo, il superamento dei cento ordini nel primo trimestre del 2014.

Tuttavia, la situazione che Bagnato trovò all’esordio della sua prima leadership non era delle più floride. All’inizio del 2004 numerosi erano gli azionisti che minacciavano di gettare la spugna, sia a causa dello scarso volume di vendite nell’industria dei jet a reazione – settore in cui la società decise di lanciarsi un anno prima – che per il crollo delle principali compagnie specializzate nella costruzione di velivoli ad elica, come Dornier e Fokker. Atr era dunque prossima al collasso, con un margine di appena venti aerei ATR 500 venduti nel corso del 2004.

Assunto il comando, Bagnato si rimboccò quindi le maniche e con il suo team decise di lavorare sulla realizzazione di un nuovo aereo, l’ATR 600, il turboelica che sarebbe poi stato introdotto sul mercato nel 2010. Da allora, la società ha conosciuto un vero e proprio decollo, dovuto in parte all’aumento congiunturale del prezzo del petrolio e dunque delle spese per il carburante, fattore che ha indotto i clienti a preferire i velivoli ad elica ai jet. In tal modo, le vendite di aerei da parte dell’azienda dal 2004 ad oggi ha toccato un picco di 867, contro i 620 venduti nel ventennio precedente (1984 – 2004): si tratta del traguardo più importante conseguito dalla società fin dalla sua nascita, datata 1981.

In itinere, Atr ha anche raddoppiato il personale presso lo stabilimento principale di Tolosa, che oggi conta 1100 dipendenti: in totale, ci sono 7mila persone che lavorano per l’ATR tra la Francia e l’Italia. Analizzando il giro d’affari nella società, nel 2013 è stato registrato un margine operativo del 9%, a cui ha fatto seguito un fatturato di 1,63 miliardi di dollari. Secondo i dati, l’anno scorso Atr ha consegnato 74 velivoli, arrogandosi una quota di mercato del 48% nel compartimento degli aerei da 50 a 90 posti, tra i quali rientrano i jet. E il 2014 sembra essere cominciato con il piede giusto: infatti la società ha già firmato 107 ordini da gennaio, per un totale di 1,7 miliardi di dollari di vendite. Questi numeri evidenziano i risultati corrisposti da scelte aziendali avvedute e calibrate a seconda delle diverse congiunture economiche; ma di tale prestigio Bagnato preferisce farne un motivo di merito per l’intera équipe, visto che, al momento del congedo, egli stesso ha dichiarato di non credere alla provvidenziale presenza di un uomo giusto al momento giusto: “E’ il lavoro di squadra che fa la differenza”. Di tali virtù sarà ora de Castelbajac a doverne fare tesoro.

A tal proposito, attraverso l’adozione del nuovo statuto entro il 2015, passerà anche l’esame per il lancio di un nuovo velivolo. De Castelbajac si è detto motivato a verificare il motore “turboelica” nuova generazione che alimenterà l’ultimo prototipo di velivolo studiato dalla società, per mezzo del quale il Ceo punta ad ottenere l’approvazione degli azionisti. Il nuovo aereo consentirebbe di rafforzare la gamma che comprende il modello da 50 posti (600 ATR-42) e quello da 70 (ATR-72 600), arrivando a toccare i 90 posti a sedere. A tale scopo, l’obiettivo di De Castelbajac è focalizzato sull’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo, con uno sguardo all’innovazione nel settore delle portaerei.

Nulla dies sine linea. La sfida di Atr è tuttora improntata sull’aumento dei tassi di produzione, che entro il 2015 censiranno un passaggio da 84 a 100 aerei. Il gruppo di interesse economico è oggi leader mondiale nel trasporto aereo regionale; a fortiori, la mission di De Castelbajac sarà quella di prendere ulteriormente quota per garantire al suo gruppo un futuro da pioniere sul mercato dei turboelica.

Articolo scritto per Italie – France



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