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La lama di Lereon - I prescelti di Naghiton

Creato il 22 ottobre 2012 da Rox186
La lama di Lereon - I prescelti di Naghiton
LA LAMA DI LEREON VOL. 1 - I PRESCELTI DI NAGHITON, di Ivano Manera.
Lampi di Stampa, 309 pagine, € 16,00
Genere: fantasy classico
Giudizio: abbandonato

Scuse scuse scuse a Ivano Manera, autore di questo libro, ma io non riesco ad andare oltre a pagina 56.
Sono una gran rompiscatole, lo so, ma se un romanzo non è scritto in maniera passabile io lo abbandono, sopratutto perché ho una mole impressionante di roba da leggere e non posso perdere tempo.
La Lama di Lereon vol. 1 è scritto male, senza se e senza ma.
Al seguito neppure mi avvicino, tanto non ci capirei nulla, dato che ho letto solo cinquanta pagine del primo.
Comunque, come al solito facciamo una disamina articolata del perché questo libro così com'è non va bene.
Comincia introducendo Amarah, una folletta che scappa dala distruzione del suo villaggio per consegnare un messaggio di aiuto a un cacciatore di taglie.
Succedono varie cose senza senso e se dovessi stare qui a elencarle tutte mi ci vorrebbero duecento pagine.
Comunque la sostanza della trama, fin dove sono arrivata, è che la folletta si unisce ad altri viaggiatori per andare a consultare un oracolo, che potrà illuminarli sul perché c'è qualcuno deciso a distruggere tutto.
Ho già detto che il libro è scritto male?
Beh, vale la pena di ribadirlo.
Esaminerò nel dettaglio l'ultimo pezzettino che ho letto.
I nostri eroi sono in una città, in mezzo a un mercato, e si avvicinano alla bancarella di un alchimista.
"Salve signori, in cosa posso esservi utile, io sono Malor l'alchimista..." si presentò l'uomo incappucciato, infatti, non si poteva vedere la sua faccia perché nascosta dal cappuccio nero.
Già questa singola frase rende palese quanto lo stile dell'autore sia acerbo.
Intanto, dopo "in cosa posso esservi utile" ci andrebbe un punto di domanda, perché altrimenti non è una domanda, ma un'affermazione priva di senso.
I tre puntini di sospensione ala fine del dialogo sono inutili.
A che cosa serve specificare che non si poteva vedere la faccia del mercante perché nascosta dal cappuccio se si è appena detto che era incappucciato? Incappucciato significa esattamente quello!
Inoltre, perché è incappucciato? Non c'è nessun motivo particolare esplicitato dall'autore. Non è automatico che un alchimista debba essere incappucciato perché misterioso fa più cool. In sostanza, è un terribile luogo comune.
Andiamo avanti con la scena.
I nostri eroi chiedono all'alchimista una pozione e lui risponde che costa 30 denari d'argento (aggiungendo alla fine della frase un punto esclamativo, come fanno tutti in questo libro. Devo dire che i dialoghi che finiscono col punto esclamativo anche quando non serve a nulla sono uno dei più evidenti sintomi di dilettantismo in uno scrittore).
Il nostro eroe allora mette a terra lo zaino per vedere se ha i soldi e la folletta Aramah ci sbircia dentro, senza nessun motivo particolare se non quello che lo scrittore aveva bisogno di un pretesto per elencarne il contenuto.
La piccola vide tre pentolini, un piccolo calderone nero, una sacca con diverse erbe aromatiche divise in pacchettini, del salame e del pane, della carne secca, dua fiashette d'acqua, due coperte e un borsellino
Non si capisce:
- come fa a starci tutta questa roba in uno zaino;
- come fa la folletta a individuare tutto con una tale precisione in uno zaino buio in cui la roba presumibilmente è ammonticchiata, e non disposta in bella vista.
Ma, sopratutto, che ce ne frega a noi lettori del contenuto dello zaino?
Continuiamo:
Valion prese in mano il borsellino con i soldi dentro, lo aprì e costatò che possedeva dieci monete bucate in bronzo, cinque in argento e cinque bucate in oro.
"Mi dispiace ma non le ho..." disse demoralizzato l'omaccione.

Di nuovo, che ce ne frega di quantio soldi ha esattamente Valion nel borsellino?
L'intera scena poteva essere riassunta in:
"Valion prese il borsellino dallo zaino, ci guardò dentro e si accorse che non aveva abbastanza soldi."
Sono ben altre le cose importanti nella narrazione su cui bisogna soffermarsi, e sulle quali invece l'autore glissa.
Per esempio, gran parte dei personaggi sono introdotti così di fretta che il lettore non capisce assolutamente chi siano, né che cosa facciano né perché lo facciano.
Ripeterò di nuovo che questo libro non va bene così. Va ripreso in mano e riscritto completamente.

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