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La lastra, un mosaico

Da Beadsandtricks

{Beads and Tricks & Fossalonart}
E' abbastanza buffo come nascano a volte i nomi degli oggetti. Io, come sapete bene, sono veramente negata nel dare nomi, ma ancora più strano è quando un oggetto prima di essere realizzato è solo un disegno su un foglio, scambiato via mail, poi ammirato dal vivo. Pare che allora succeda un po' così: si comincia a chiamarlo in qualche modo per necessità e poi quel nome rimane appiccicato addosso all'oggetto, e alla fine cambiarlo sembra un po' tradirne la storia. Che è più o meno questa:
"Ehi, ma che bello quello lì!" (questa sono io che ammiro il disegno, fra gli altri che popolano quel foglio...)
"Già... Per quello dovresti fare una lastra, un rettangolo così e così..." (questo è Alberto che mi spiega...)
"Una lastra, ok, ma le misure?" (sempre io, che ho bisogno di tanti precisi particolari...)
Di mail in mail e di messaggio in messaggio "la lastra" rimane "la lastra", sia quando poi ho il disegno tra le mani che quando discutiamo di come deve essere realizzata.

La lastra, un mosaico                                        Lastra. Rame, corda, sabbia, frammenti di conchiglia. Pezzo unico.
La lastra è stata tagliata, lavorata con la tecnica del foldforming, rifinita, bucata (i fori in cui passa la corda sono ovali), patinata, poi patinata ancora con il blu che vedete nella parte inferiore.
La lastra, un mosaico
Ha continuato a chiamarsi così, semplicemente la lastra. Mentre invece sulla sua superficie si andava componendo un mosaico, di tecniche, di materiali e delle nostre personalità. C'è veramente tanto in questo pezzo: due diverse patine con il colore del mare e quello della terra. Le pieghe sul rame, che pur impresse nel metallo danno un'impressione di morbidezza. La sabbia pura della spiaggia di Fossalon, e la stessa sabbia che fa da tela ad un mosaico di frammenti di conchiglie.
La lastra, un mosaico
Difficile forse chiamare questa collana semplicemente la lastra adesso, ma avremmo l'impressione di definire qualcosa di diverso usando un altro nome.
Cosa fosse nella mente di Alberto quando l'ha disegnata non posso dirlo, ma mi piacerebbe riuscire ad esprimere le emozioni che si provano (per me veramente nuove) nel vedere un oggetto prendere vita a partire da un disegno, comporsi via via, strato su strato. E alla fine vedere che è un'armonia di materiali e colori, che ha vita. 
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Per chi non avesse letto della collaborazione fra me e Alberto:
Beads and Tricks & Fossalonart
E per chi fosse interessato ad avere più informazioni:
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