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La leadership: un obiettivo essenziale nel mental coaching

Da Certifiedmentalcoachitalia

Nel mental coaching la leadership può essere uno degli obiettivi ultimi che il coachee intende raggiungere. Quando si decide di intraprendere questo tipo di percorso, infatti, lo si fa perché si ha la necessità di migliorare alcuni aspetti della propria vita, siano essi personali o lavorativi: essere il numero uno al lavoro piuttosto che il campione plurimedagliato. Ad ogni modo si intende quindi essere colui che guida, che dirige un’azienda o un progetto, che detiene il primato in quella specialità. Ecco spiegato il motivo per cui nella mente di molte persone tale concetto sia spesso sinonimo di potere, un ragionamento in parte erroneo.

Nel mental coaching la leadership può essere uno degli obiettivi ultimi che il coachee intende raggiungere. Quando si decide di intraprendere questo tipo di percorso, infatti, lo si fa perché si ha la necessità di migliorare alcuni aspetti della propria vita, siano essi personali o lavorativi: essere il numero uno al lavoro piuttosto che il campione plurimedagliato. Ad ogni modo si intende quindi essere colui che guida, che dirige un’azienda o un progetto, che detiene il primato in quella specialità. Ecco spiegato il motivo per cui nella mente di molte persone tale concetto sia spesso sinonimo di potere, un ragionamento in parte erroneo.

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La leadership nel mental coaching, invece, non viene intesa solamente come libertà di dare ordini a propria discrezione e piacimento, come un mezzo per mostrare la propria forza, ma come una via per entrare in contatto con il proprio gruppo di lavoratori o di giocatori, in modo da formarli, educarli e motivarli in maniera vincente.

Il leader è, infatti, colui da cui tutti traggono ispirazione, il punto di riferimento, che data la sua propensione ad attirare attenzione su di sé, sfrutta questa sua dote per fare in modo che la gente attorno a lui agisca sotto la sua spinta in una certa maniera. È questo il vero potere della leadership: la possibilità di plasmare, o quanto meno influenzare, la mente delle persone attorno.

Nel mental coaching la leadership viene considerata come un’abilità che si può ottenere e non come una dote naturale, che dunque hai o non hai. Per ottenerla si punta tutto sul far acquisire al soggetto consapevolezza delle proprie possibilità e potenzialità. Una maggiore consapevolezza significa una maggior fiducia in se stessi. Più fiducia porta ad esporsi e ad agire, due qualità che un buon leader dovrebbe avere. Esporsi vuol dire generare commenti, movimentare le opinioni della gente, che schierandosi contro o favore prende una posizione e decide se farsi guidare o meno da una persona in cui si riconoscono o con cui condividono determinati valori o idee.

La leadership nel mental coaching non deve essere imposta con la forza in quanto porterebbe solo ad effetti controproducenti. Un leader che si autocandida non ha la stessa valenza e lo stesso potere di una persona scelta dalla comunità o dal team. Un leader che si autoincorona appare come un tiranno e tutto ciò che otterrebbe non sarebbe altro che paura e odio.

Nel mental coaching la leadership trascina la persone, dunque il coachee dovrebbe essere leader anzitutto di se stesso, essere in grado di gestirsi in modo da poterlo fare poi con gli altri, avere chiari i propri obiettivi per poterli condividere e sapersi ascoltare per farlo poi, con altrettanta attenzione, con i suoi collaboratori.

È bene tenere a mente che una leadership, ritenuta tale da un gruppo di persone, ha la capacità di convogliare forze ed energie verso un’unica direzione, con la consapevolezza e la tranquillità che ci sia un grande capo a tutela della sua riuscita. Al contrario una leadership imposta non porterebbe a nulla e non creerebbe quello spirito di condivisone e partecipazione indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo.

 


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