Tra risse congressuali ed insulti a Napolitano sugi sprechi per la parata del 2 giugno, la nuova gerarchia della lega non ha trovato di meglio da fare che scaricare, come consumati bambini delle scuole elementari beccati con le manine nella marmellata, la colpa delle loro sventure sui soliti terroni. "ci siamo terronizzati" così hanno spiegato il loro magna magna padano.
Fosse solo questo. Dalle indagini in corso, come riportato oggi da Il Giornale, si scopre che pochi giorni prima che via Bellerio fosse perquisita dai carabinieri e Bossi si dimettesse da segretario, sotto il fuoco del dossier sui presunti (l'inchiesta è in corso) denari presi dal partito per«The Family», si sono visti bonificare dal partito (precisamente, dal conto del gruppo Lega al Senato) la bellezza di 100mila e 800 euro, come cadeau di Pasqua.Vale a dire 4.200 euro a testa, una gradita sorpresa nell'ovetto pasquale, disposta ovviamente dal capogruppo Bricolo. Ventisette bonifici a fronte di nessuna spesa, senza giustificativo, al di là di una orale e generica destinazione per «attività politiche». Di fatto uno stipendio extra per il mese di marzo, nel pieno dell'inchiesta sull'uso disinvolto dei fondi pubblici da parte della Lega.
Ovviamente non ci si è fermati a Pasqua. Già a Natale, mentre si festeggiava secondo i riti celtici vestiti da asterix ed obelix, i deputati padani avrebbero ricevuto 2000 euro sottoforma di buoni mediaworld da 250 euro.
Così conclude Il Giornale:
A Palazzo Madama la crisi non si sente. Perché i soldi extra dei senatori leghisti si aggiungono ad altri benefit già previsti. Nella busta paga dei senatori c'è infatti già la diaria come «rimborso spese di soggiorno» (3.500 euro mese), poi un «rimborso delle spese per l'esercizio del mandato» (2.090 euro mensili), e infine un «rimborso forfettario delle spese generali » (altri 1.650 euro mensili). Serviva anche il regalo di 4.200 euro a Pasqua?
Insomma, con la scusa del ladri terroni, i veri magnoni dei contrubuenti settentrionali erano proprio quei signori vestiti di verde che andavano in giro con un motoscafo sul Po a raccogliere campoini di purezza ariana in formato acqua fluviale. Con le tasche piene di euro e qualche laurea farlocca.