Chi sono io per giudicare? (Cit. Papa Francesco)
laudator temporis acti ‹… tèmporis …› (lat. «lodatore del tempo passato»). – Espressione di Orazio (Ars poetica, 173), che attribuisce questa qualità agli anziani, considerandola, insieme con altre, uno dei tanti malanni da cui è afflitta l’età senile; in realtà l’espressione completa è laudator temporis acti se puero («lodatore del tempo passato, quando egli era fanciullo»). È frase assai frequentemente usata con riferimento sia a chi, essendo per principio conservatore o tradizionalista, mostra di non voler accettare le novità, sia ai nostalgici di passati regimi, sia più genericamente (ma anche con senso più vicino a quello della frase oraziana) a quelle persone anziane che troppo spesso e noiosamente parlano del loro tempo nel quale, a loro parere, tutto andava meglio che nel presente.
Ci aiuta l’ Enciclopedia Treccani a chiarirci le idee rispetto ad alcuni atteggiamenti.
Le (N)ostre radici, la (N)ostra cultura. Le radici classiche, i Greci, i Latini, le Radici Cristiani. Insieme appassionatamente. E naturalmente. Naturale come certe unioni, certe famiglie, certi orientamenti. Magari certe simbologie. Saccheggiate e decontestualizzate, come una classicità ed una naturalità più citata che conosciuta. Una naturalità più immaginaria che reale. Una classicità che ad un esame men che superficiale risulterebbe ben meno “naturale” di quanto il senso comune suggerisca.
La proposta di legge Scalfarotto è la famosa/ famigerata legge anti omofobia.
Si consolino alcuni nostri attenti concittadini, si ispira alle indicazioni della dichiarazione Universale dei Diritti dell’ Uomo, alla convenzione di New York del 1966 e ad un paio di direttive CE (n43/2000 e 78/2000) già per altro recepite da decreti legislativi del 2003.
L’ ispirazione viene tradotta in una modifica della legge Reale(654 del 1975), già modificata dal decreto Mancino( DL 122 e legge 205) del 1993 e dalla legge n. 85 del 2006. Cosa prevede questo imponente impianto legislativo? Prevede la condanna con aggravante per ogni atto violento o discriminatorio nei confronti di chi inciti all’ odio, razziale, etnico, religioso o di appartenenza nazionale, aggiungendo l’ identità sessuale della vittima. Le pene previste, in virtù delle modifiche più recenti all’ impianto legislativo vanno da una multa all’ affidamento ai servizi sociali in caso di accertamento del reato. Che in ogni caso non può essere il semplice “reato d’ opinione”.
La libertà di parola è dunque salva. La libertà di discriminare e di ledere diritti sotto qualunque forma no.
Comodo, in ogni modo, lanciare campagne pretestuose alla vigilia di una tornata elettorale, oltretutto passando per vittime. Vittime sono coloro che per qualsiasi motivo vengono discriminate, sono le persone a cui non vengono riconosciuti i diritti fondamentali, gli ultimi.
Beati gli Ultimi, mi pare sia stato detto. E gli Ultimi, cari signori, non siete certo voi.
(il comunicato è a nome di un comitato di cittadini casalaschi apolitici, apartitici, credenti e non, etero e non, laici, nel senso che pensano che la laicità dello stato sia un valore)