Renzi: «Se non passa l’Italicum, il governo cade»
Roma - Un ultimatum alla minoranza Pd sull’Italicum, la fiducia “indiretta” sulla legge elettorale e un doppio schiaffo a Letta e Prodi. Matteo Renzi si presenta negli studi di “Otto e mezzo” alla vigilia della settimana chiave in cui la legge elettorale sarà alla Camera e contrattacca su tutti i fronti. Il braccio di ferro
«Se non passa l’Italicum, credo proprio che il governo cade», dice il premier alla minoranza Pd. Martedì è previsto il primo voto in Aula. Nel Partito democratico la tensione resta alta. Da una parte i ribelli, che chiedono subito lo scrutinio segreto: «Ci dia il testo del nuovo Senato». Dall’altra i fedelissimi del premier, che sottolineano la necessità di rispettare le decisioni della maggioranza del gruppo. La minaccia di elezioni anticipate
Ecco quindi che Renzi minaccia elezioni anticipate: «Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto allora vuol dire che i parlamentari dicono: andate a casa. Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga». Il premier resta comunque ottimista: «Credo che faranno passare l’Italicum perché la legge elettorale sta in un pacchetto di proposte che abbiamo avanzato in varie occasioni e discusso. Ora che facciamo, facciamo finta di niente? Possono mandarmi a casa ma non fermarmi». E non esclude il ricorso alla fiducia: «Decideremo martedì». Letta: «No a una legge con maggioranza risicata»
Parole che cercano di inchiodare l’intera minoranza del Pd, anche se verso una parte di essa è già partita l’operazione di «recupero», a cominciare dal capogruppo dimissionario Roberto Speranza. Ancora oggi dalle file dem non sono mancate frecciate contro il premier. E ancora una volta è sceso in campo l’ex premier Enrico Letta, che su Facebook ha risposto ai rilievi dei costituzionalisti Barbera, Ceccanti e Clementi alla sua posizione su Italicum: «Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso». Il premier tira dritto
Ma Renzi non ci sta. Interpellato da Lilli Gruber sulle critiche arrivate dallo stesso Letta e da Romano Prodi, il premier liquida i due ex presidenti del Consiglio con parole di scherno: «Hanno due libri in uscita...». E ancora: «Rispetto il parere di Enrico, poteva usare un’altra espressione rispetto al metadone ma non faccio polemiche», dice Renzi che a Prodi risponde: «Più che rifare l’Ulivo, io voglio rifare l’Italia». E anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi non risparmia una stoccata a Letta: «Sia la legge elettorale sia le riforme costituzionali portate avanti dal governo Letta si erano completamente fermate, noi abbiamo la forza per superare quel blocco». E anche sul problema di una eventuale approvazione della legge con una maggioranza risicata, Renzi non tentenna: «Se passa offro da bere, sono anni che non passa la riforma della legge elettorale». Operazione recupero dei dissidenti
Sul versante interno al Partito democratico, Renzi punta a recuperare l’intera Area Riformista, la componente che fa capo a Roberto Speranza, una parte della quale sì è già pronunciata per un voto favorevole all’Italicum, come ha oggi detto Dario Ginefra. Renzi ha parlato con Speranza invitandolo a ritirare le dimissioni e a votare per l’Italicum, dopo che la maggioranza del gruppo si è espressa in tal senso. Area Riformista raccoglie 85 deputati, e un suo completo schieramento a favore della riforma renderebbe ininfluenti i voti in dissenso degli irriducibili (Pippo Civati, Stefano Fassina, Alfredo D’Attorre, ecc). Sullo sfondo le opposizioni confermano il loro «Aventino». Andremo avanti a oltranza, dice Grillo, che ospita sul blog un post di Aldo Giannuli, che parla di «colpo di Stato» e chiede l’intervento del presidente Sergio Mattarella. Caso Lo Porto, Renzi: «L’America è stata corretta con l’Italia»
«Gli americani sono responsabili di quello che è accaduto, non c’è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci dovevano informare ma un errore tragico, drammatico. E gli americani ce l’hanno detto quando c’era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti». Così Matteo Renzi a Otto e mezzo sul caso Lo Porto . Oggi il New York Times ha rivelato che Obama, nonostante già sapesse della morte dei due ostaggi, non disse nulla a Renzi nel corso dell’incontro di venerdì scorso alla Casa Bianca .