La leggenda del cacciatore di vampiri di Timur Bekmambetov
Creato il 21 luglio 2012 da Alexdiro
In sala dal 20 luglio, anche in 3D.
Questo è uno di quei titoli tradotti in italiano che perde completamente appeal e gusto. Letto così, davanti agli schermi delle sale, in coda per scegliere cosa andare a vedere, nessuno gli darebbe due lire. Il solito film sui vampiri. E invece no, almeno sulla carta perchè trattasi di Abraham Lincoln: Vampire Hunter, ovvero il sedicesimo presidente degli stati uniti a caccia dei succhiasangue. E già le cose stuzzicano di più.
Non è una novità, anzi si potrebbe parlare di moda negli ultimi anni, quella cioè di mischiare l'horror con famosi personaggi, reali o inventati, della storia. C'è chi l'ha messa evidentemente sul trash, come la TROMA, paladina del genere, con il suo celeberrimo Jesus Christ Vampires Hunter, dove il figlio di Dio torna sulla terra per salvarci da vampiresse lesbiche, o sempre rimanendo in tema Lincoln, il nuovo di pacca Abraham Lincoln vs. Zombies (dev'essere l'anno dell'onesto Abe). Chi l'ha messa in maniera ironica senza eccedere nel becero come Don Coscarelli, che ha trasposto il racconto di Lansdale, Bubba Ho-tep, in un film dove Elvis è ancora vivo ed è un anziano in una casa di riposo che si ritrova a combattere contro una mummia. E la lista potrebbe continuare, anzi, già dare uno sguardo al futuro, con l'annunciata trasposizione dell'omonimo romanzo di Seth Grahame-Smith Orgoglio e pregiudizio e zombie, ovvero il romando della Austen intriso però di kung fu e non morti.
Per ora ci cucchiamo questo (sceneggiato proprio da Grahame-Smith), dove un giovane Abraham Lincoln, non ancora presidente, si trova a combattere contro i principi delle tenebre. Una notte infatti, il nostro Abe, viene attaccato da un uomo dotato di una forza bruta e una agilità animalesca. Sembra spacciato ma viene salvato da Henry Sturges, che gli rivela che quell'ossesso non era altro che un vampiro vero e proprio. Henry lo addestra alla difesa e alla caccia di essi, molto presenti sul suolo americano, e mentre di giorno lavora in una bottega, di notte corre a staccare teste con la sua fedele ascia d'argento.
Tra combattimenti vari, dopo la scoperta che l'amico Henry è anch'esso un vampiro, decide di smettere e dedicarsi alla vita politica. Diventa presidente degli Stati Uniti e redige la proclamazione dell'emancipazione. Però gli schiavi sono molto importanti per i vampiri che li usano come cibo e questo non va loro giù, tanto da allearsi coi sudisti nella guerra di secessione. Ecco che il presidente Lincoln dovrà salvare la sua amata nazione da un nemico ben più temibile della schiavitù.
La leggenda de... è qualcosa che non ti aspetti. Un personaggio, un icona come Lincoln, che accetta dei vampiri, tse, sarà una cazzata. No, perchè l'intento di Bekmambetov è quello di rimanere il più possibile seri e se gli si concede ciò, se si accetta questo patto di finzione, si possono passare 100 minuti di discreto intrattenimento. Astenersi chi vuole una vaccata pieno di humour o gag di basso livello, ma certo, astenersi anche quegli appassionati di storia che si sentiranno insultati da quello che vedranno.
A proposito di esperti di, in questo caso vampiri. Anche in questo caso si ridefiniscono le leggi e le regole che li definiscono. Prima di tutto possono vagare liberi alla luce del sole, ecco, magari con un paio di occhialetti da sole à la page. Secondo sono fortissimi e velocissimi, tanto da sparire alla vista (una cosa che non capirò mai, cosa li renderebbe superdotati?). E terzo, non possono uccidersi a vicenda, un'aspetto molto importante verso fine film.
Siamo dalle parti di un Burton (qui produttore maddai!) in epoca Sleepy Hollow, di cui magari il film cerca di rubare un pò di atmosfera, ma con una sceneggiatura e un impalcatura più rigida e però anche più impacciata. Grahame-Smith (che ha curato la scrittura anche di Dark Shadows, sempre di Burton) è di sicuro un creativo con idee piuttosto particolari, non rivoluzionarie, a cui manca ancora un pò di pratica, e magari un grande regista, prima di sfornare un vero cult. Però siamo sulla buona strada. Il mix di veri fatti storici e trovate da slasher non sono per nulla male, bisognerebbe solo sfruttarle il meglio possibile. Esempio lampante il finale, notevole e curioso.
Bekmambetov da parte sua invece è un uomo indecifrabile. Impossibile bocciare in pieno i suoi lavori, ma impossibile salvarli da bordate più che meritate. Qui è per la prima volta alle prese con il 3D (presente poco e come "livellatore" e in qualche scena concitata o paesaggistica) e non sembra voler esagerarne l'uso o la qualità, cosa che invece fa con il rallenty, suo fedele alleato, usato in maniera più che fastidiosa. Insomma, con un materiale simile, forse era meglio essere più coraggiosi, in generale.
Nel cast non spicca nessuno. Benjamin Walker assomiglia il giusto a Lincoln ma di certo non ha la sua enfasi o possenza. Dominic Cooper si trova parecchio a suo agio in costumi d'epoca e belle donne, ma non cambia mai espressione. Mary Elizabeth Winstead (la moglie di Linki) sta purtroppo prendendo la brutta china dei film horror adolescenziali, e seppur sempre tanto carina, la vorremmo in ben altri lavori.
In definitva La leggenda de... è un film che si lascia guardare, ma che passata la prima sorpresa per la storia, può perdere un pò di mordente, trasformandosi nel classico horror-vampire. Tutto sommato però è gradevole, anche se il Lincoln che più aspettiamo è quello di Spielberg, in uscita, pare, il 16 novembre in USA, e che tra i tre addirittura film dedicati al presidente nel solo 2012, dovrebbe essere quello più meritevole. Si spera.
Voto: 6 politico o presidenziale.
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