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LA LEGGENDA DELLE MASCHE. - Primi Dati.

Creato il 14 maggio 2015 da Nickparisi
Il post precedente è uscito QUI
LA LEGGENDA DELLE MASCHE.  - Primi Dati."Non esistono due mondi separati, due realtà diverse, un mondo normale e uno paranormale... esiste un mondo unico, che si può "guardare" o "vedere". "
Carlos Castaneda
"j'o vist l masche"
(Ho visto le masche) 
Antica espressione piemontese.
Una delle cose che più facilmente stupiscono chiunque voglia parlare delle Masche consiste proprio nell'alto numero di fonti e di testimonianze (spesso orali )  sull'argomento.
Laddove in altre realtà locali sembra esistere quasi una sorta di pudore, quasi di vergogna, nel descrivere le proprie leggende, credenze popolari e tradizioni a tema stregonesco, in Piemonte sovente accade il contrario.
Le Masche sembrano quindi una realtà ben integrata nel passato del territorio ed estremamente presenti, sia pure in centinaia di varianti e di versioni contraddittorie tra loro, praticamente un po ovunque Quasi ogni paese, ogni borgo, contrada, valle ha avuto la propria Strega personale ed ognuno l'ha voluta raccontare.
A modo suo.
Esistono due chiavi di lettura che affronteremo in questo secondo post ed anche nel prossimo.
Nella prima, daremo qualche nozione sull'aspetto leggendario e folkloristico della materia, nella seconda cercheremo di trattare la realtà storica e quelli che sono stati gli elementi reali che diedero origine alle leggende stesse.
Ricordiamoci sempre però che tutto nasce nell'ambito di società chiuse su sè stesse.
Ma cosa sappiamo di preciso?

- I MILLE VOLTI DI UNA MASCA.
LA LEGGENDA DELLE MASCHE.  - Primi Dati.
Quello che sostiene la tradizione: 
-La tradizione racconta come la maggior parte della Masche fossero appartenenti al sesso femminile, più rari erano gli esempi in cui gli stregoni fossero uomini ed allora venivano definiti Mascoùn.
Questi ultimi in genere venivano identificati in individui di grande cultura, in possesso di molti libri ed in grado di leggere in latino. Per fare un esempio in alcuni paesi come Balme il Mascoùn ad un certo punto venne identificato nella figura del prete dell'epoca (un prete però che utilizzava le sue arti per irretire le donne del posto) In  altri casi si poteva anche trattare di un insegnante venuto da fuori.
Una possibile spiegazione razionale:  
- I motivi di questa identificazione erano presto detti: una volta preti ed insegnanti ( e molto spesso le due figure si equivalevano) erano gli unici in grado di leggere o che possedessero qualche libro.
E, in un ambiente chiuso c'e sempre diffidenza nei confronti di chi viene da fuori o nei confronti della cultura.
Ma teniamo presente l'elemento "libro, perché ci torneremo sopra più avanti.

Ma per quanto riguarda la Masche vere e proprie?
Quello che sostiene la tradizione:  
- L'iconografia classica descrive quasi sempre le Masche come donne anziane dall'aspetto cadente e ributtante, qualche volta però potevano essere raffigurate come  splendide ragazze dotate di una bellezza mozzafiato.
Primo particolare interessante: la Masca non era per forza una figura negativa, le leggende e la tradizione raccontano sia di streghe in grado di compiere atti di generosità, sia di fattucchiere semplicemente dispettose nei confronti degli esseri umani, anche se - ovviamente- quelle che colpiscono maggiormente l'immaginazione sono i racconti sulle Masche malvagie.
Ad ogni modo sia le Masche che i Mascoùn possedevano il potere di "fare la fisica" cioè di esercitare la magia e il malcapitato che incorreva nei loro sortilegi si diceva che venisse "ammascato"
Ma le leggende abbondano di particolari ancora più inquietanti.
Con sentori sulfurei.


LA LEGGENDA DELLE MASCHE.  - Primi Dati.Tutte le Masche erano in grado di assumere diverse sembianze, sia di animali che di organismi vegetali.
Si tratta davvero di un elenco lunghissimo, quasi illimitato: si va dalle pecore alle galline, dai caproni ai  maiali, perfino alberi o radici e -naturalmente - i sempreverdi gatti  e pipistrelli. Tutti gli avvistamenti  e gli avvenimenti più"strani" venivano attribuiti alla trasformazione di qualche Masca. 
Se vi trovavate dalle parti di Balme  avreste  potuto  avvistare la famosa vatchi tchùca, cioè un bovino facilmente riconoscibile per via del suo unico  e storto corno, ma anche di uno sguardo maligno ed una particolare intelligenza, mentre invece i viaggiatori che si recassero ad Ossola si sarebbero facilmente imbattuti in un neonato piangente, guai però a lasciarsi impietosire, perché in realtà si trattata di una strega chiamata Vaina. Ma ad Ossola operava anche una seconda fattucchiera chiamata Splorcia che amava comparire sotto forma di creatura patchwork: zampe di rospo, testa di maiale ed ali di pipistrello. Vicino a Novara, sul luogo di un'antica battaglia si diceva passasse spesso uno stregone  accompagnato da un gruppo di spiriti. Per non parlare delle varie leggende sorte a proposito della famigerata Masca Micilina o Micillina ( ne parleremo nel prossimo post)
Infiniti erano i poteri attribuiti a questa tipologia di esseri; in buona sostanza erano considerate responsabili di tutti gli eventi negativi o inspiegabili che avvenivano all'interno di una comunità, dalla morte di un figlio alla perdita di un raccolto, da una malattia improvvisa alla sparizione di un qualsiasi oggetto.
Una possibile spiegazione razionale: 
LA LEGGENDA DELLE MASCHE.  - Primi Dati.

- Molti studiosi ipotizzano che quelle che all'epoca venivano considerate come streghe, in realtà fossero - anche in questo caso - solo donne ai margini della società, isolate dal resto delle comunità, quasi con la funzione di catalizzatore, di vittime predestinate ( di capro espiatorio, se vogliamo ) da incolpare per ogni avvenimento imprevisto. Insomma, un modo per giustificare con sé stessi  l'arrivo di una carestia o di un alluvione improvviso oppure ancora la morte di un neonato additando un colpevole tra i diversi e tra i non integrati.

Persone reiette, magari anziane sole che conoscevano le virtù medicinali delle varie erbe, oppure persone poco gradite da qualche vicino, o magari ancora ragazze che avevano respinto le attenzioni di qualche spasimante poco gradito  che per vendetta le aveva calunniate.
C'è tuttavia anche un' altra ipotesi: un residuo di sciamanesimo o di paganesimo di origine celtica che ancora sopravviveva tra le pieghe della società cristiana.
Ma basta questo a spiegare l'inquietante alone che circonda le Masche?  

Bisogna considerare anche che quelli della Masca erano poteri ereditari, di solito si trasferivano di madre in figlia o di nonna in nipote. La strega che non avesse discendenza propria aveva comunque la facoltà di scegliere una erede al di fuori della propria cerchia familiare  (solo in casi disperati potevano  scegliere un uomo come futuro depositario, in quel caso poi il tutto si sarebbe successivamente estinto alla morte del Mascoùn, un uomo infatti poteva ereditare il potere ma non trasmetterlo )
Parlo di casi disperati per un motivo ben preciso.
Già, perché qui giungono le parti veramente macabre dei racconti e delle leggende.

- DI LIBRI DEL COMANDO E DI ALTRI STRUMENTI.


LA LEGGENDA DELLE MASCHE.  - Primi Dati.
Oscure tradizioni sostengono infatti che una Masca che non riesca o che non voglia passare le proprie facoltà ad altri sia condannata a morire in maniera atroce tra enormi dolori e sofferenze. A volte la maga che ritenesse di non voler trasmettere quella che riteneva come la sua maledizione riuscisse a trovare una scappatoia dislocando il potere ad un albero e poi incenerendo, ma in linea di massima il destino di chi non tramandava la sua arte era segnato.
Una variante della leggenda descrive le Masche come creature soggette ad invecchiamento ma virtualmente immortali  e che, solo con la cessione della magia potessero sfuggire alla innaturale durata della loro esistenza.
Diverse le modalità di trasmissione: se nella maggior parte dei casi bastava il semplice contatto fisico, per le Masche attive nel paese di Camburzano preferivano passare uno dei loro strumenti più amati : il gomitül (gomitolo ) stregato. Animato di vita propria il gomitül era difficile da domare e se la prescelta non riusciva a comandarlo era destinata a fare una brutta fine. Mentre le streghe di Pragelato preferivano affidarsi al caso, gettando un bastone in mezzo ad una strada poco trafficata, cosicché la prima persona che avesse raccolto il bastone ereditava il marchio della strega. Dalle parti di Cuneo invece la Masca consegnava un altro importante strumento magico il casül (mestolo) pronunciando alcune fasi di rito.
Ma era un altro strumento il più ambito.
Ed anche il più pericoloso.
Era un libro, ma non un libro qualsiasi.
Un volume pieno di formule, secondo la tradizione scritto direttamente dal Demonio.
Il Libro del Comando.
Il Libèr dël Comànd.
LEGGENDA DELLE MASCHE. Primi Dati.
Ogni Masca ne possedeva uno. Ogni Masca tendeva a consegnare il proprio Libro del Comando in punto di morte all'erede scelto.
Non sempre però questo avveniva, cosicché ancora oggi in Piemonte sentirete raccontare fiabe nere su Libri del Comando nascosti tra i boschi e tra le capanne in precedenza abitate dalle streghe.
E questo, a suo modo, aggiunge ulteriore fascino ad una storia già complessa di suo.
Eppure  questo non è ancora tutto, non siamo giunti alla fine.
C'è ancora tanto da narrare, tanto ancora sospeso tra leggenda e verità storica. Così come  ci furono Masche più famose di altre. Senza dimenticare che ci furono modi in cui le popolazioni delle valli provarono a difendersi e a reagire.
E ci furono anche processi. Processi sanguinosi in cui tante, troppe donne incolpevoli morirono.
L'eredità peggiore fu proprio questa.
(Continua....)

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