Il nuovo film di Davide Manuli “La leggenda di Kaspar Hauser”, dove l’enigma di Kaspar Hauser viene letta in chiave post-moderna. Il film sul personaggio della letteratura che già aveva affascinato Werner Herzog, è ambientato in Sardegna, esattamente in provincia di Oristano.
“La leggenda di Kaspar Hauser” si basa su una storia vera, quella di Kasper Hauser, il ragazzo che affermava di essere stato cresciuto all’interno di una cella. La sua storia, nel corso degli anni, ha ispirato molti registri ma, il lavoro di Davide Manuli si discosta molto da tutte le precedenti opere.
Gli attori principali sono Vincent Gallo, Fabrizio Gifuni, Claudia Gerini, Marco Lampis e altri; il ruolo di Kasper Hauser è interpretato da Silvia Calderoni . A fare da sfondo a questa particolarissima vicende, alcune zone dell’Isola come Fordongianus e la suggestiva penisola del Sinis mentre, la colonna sonora è la musica elettronica del grande artista Vitalic.
Il film ha esordito in anteprima a Roma, mentre a partire dal 13 Giugno è anche nelle sale della Sardegna; alla produzione dell’opera ha partecipato, oltre che il Ministero per i beni e le attività culturali anche la Regione Lazio e la Regione Sardegna.
E’ la storia di un ragazzo nato in Germania probabilmente nel 1812 e morto nel 1833, a Ansbach, e giunto all’improvviso a Norimberga. Aveva passato gli ultimi dodici anni in una cella incatenato al pavimento. Non sapeva parlare, il suo vocabolario era di una cinquantina di parole. Ma sapeva scrivere il suo nome: Kaspar Hauser. Rinchiuso nel carcere di Norimberga, venne a contatto con il barone von Feuerbach, che prestando attenzione al giovane selvatico, scrisse un libro che fondò la leggenda di Kaspar Hauser. I contatti con lui portarono il barone ad ipotizzare che il giovane fosse il figlio di una nobile famiglia fatto sparire in tenera età per escluderlo dall’asse ereditario.
Kaspar Hauser fu poi dato ad un tutore che gli insegnò a leggere e scrivere e così che lo stesso Hauser racconterà la storia della sua vita fatta di anni sotto terra, al buio, senza mai vedere essere umano, unici compagni due cavallucci e un cane di legno. Proprio per questi scritti Kaspar Hauser venne assassinato.