Questa simpatica figura cornuta, che siede sopra una piramide di teschi umani, è Babbo Natale. O meglio una delle fasi della trasformazione di Babbo Natale, da capra offerta in sacrificio, a bonario vecchietto dalla lunga barba e dal vestito rosso.
In particolare, la precedente è la versione antropomorfa, lo stadio intermedio di uomo-capra.
Babbo Natale con la tradizionale maschera caprina
Sì, Babbo Natale era in origine una capra. O meglio, un caprone.
Prima ancora delle commistioni di San Nicola, divenuto poi Santa Claus o semplicemente Santa, che furono un tentativo (riuscito) di inglobare, com’era sempre successo, le più radicate tradizioni popolari nella cosmogonia cristiana, di fatto epurandole della tipica connotazione malvagia, dai tratti sulfurei, c’era – e c’è tuttora – Korvatunturi, una regione nel nord della Finlandia, caratterizzata da fitte foreste di pini, laghi ghiacciati e montagne, considerata il tradizionale luogo d’origine di Babbo Natale, nonché la sede della bottega, dove migliaia di gnomi (non elfi, ma gnomi) sono perennemente indaffarati nella creazione di giocattoli per conto di Joulupukki, il nome finlandese di Babbo Natale.
Joulupukki si traduce in realtà come Yule Goat, il tradizionale caprone della mitologia scandinava dalle enormi corna ritorte. Per la cultura nordica, quindi, Babbo Natale è in realtà un caprone, o meglio ancora, un uomo-capra. Creato, o forse generato, da qualche parte al gelo di Korvatunturi.
Il capro è figura satanica, nell’iconografia cristiana.
Ma c’è da aggiungere che la caratteristica maligna è propria anche della tradizione nordica.
Si pensa che la figura dello Joulupukki sia diretta discendente dei due caproni che, secondo il mito, trascinavano il carro del dio Thor.
Thor che ogni sera li ammazzava entrambi col suo martello per banchettare. cibandosene e, la mattina successiva, li riportava in vita, sempre con l’ausilio del Mjolnir, perché continuassero a trainare il suo carro.
La capra quindi è intesa all’origine come l’animale sacrificale per eccellenza. Una sorta di esistenza concepita unicamente per servire il bene superiore del Nume, in questo caso, il dio Thor.
Lo Joulupukki è, quindi, uno strumento per portare gioie terrene: un caldo pasto alla sera, un trasporto alla mattina. E, come ogni strumento, la sua forma è variata nel corso dei secoli.
Da qualche parte, negli abissi del passato, avendo assorbito contaminazioni culturali, i caproni sacrificati dal dio Thor assunsero sembianze antropomorfe, divenendo una creatura spaventosa, spauracchio dei bambini cattivi: un vecchio barbuto con corna di capro, raffigurato diversamente a seconda della regione, finanche con l’aspetto di un gigante che usa un albero come bastone, alle cui corna sono appesi esseri umani. Lo Joulupukki vaga di notte, bussando a ogni porta delle case in cui ci sono bambini, dispensando doni per coloro che si sono comportati bene e frustando a sangue e portando via dentro un sacco i bambini disubbidienti.
Figura associabile al Krampus dei paesi germanici, il cosiddetto compagno oscuro di Babbo Natale, anche questo simboleggiato da una figura caprina e antropomorfa.
Con il passare del tempo, lo Joulupukki ha perso le corna, lasciando dietro di sé, nel passato oscuro, gli aspetti mostruosi della propria natura, per una netta preferenza della forma umana, quella attuale, del vecchio barbuto vestito di rosso. Ma la capra natalizia è sopravvissuta, scissa dal suo ospite umano, dapprima tornando a servire Babbo Natale come trasporto – nella figura in basso vediamo lo Joulupukki in groppa alla capra – poi, essendo stata messa da parte da Babbo Natale, le cui origini si confondono sempre più con la tradizionale immagine commerciale, il carro trainato da renne, gli elfi, etc… è sopravvissuta come ornamento, oltre che come alimento. diffusissima nei paesi scandinavi, dove può essere trovata persino nei luoghi pubblici, appesa in piccoli esemplari di legno, ai lampioni.
Rare Exports (titolo italiano: Trasporto Eccezionale – Un Racconto di Natale) è un film del 2010 diretto da Jalmari Helander che riprende questa versione oscura del mito legato a Babbo Natale. Consigliatissimo.