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La leggendaria e gustosa Tiella di Gaeta…

Da Labottegadelgusto @DOLdigusto

La leggendaria e gustosa Tiella di Gaeta…La tiella di Gaeta… questi giorni è perfetta per chi si va a fare le gite al mare. Prima passano da DOL o da Il Territorio e poi via… mare, profumo di mare… o comunque in viaggio.

E voi pensate che fosse solo buona… invece è anche leggendaria… per chi non avesse il nostro catalogo vi riportiamo noi quanto scritto…

Una leggenda racconta che si abbatté su Gaeta una spaventosa carestia. I figli del Re non ebbero più di che sfamarsi. Una massaia, utilizzando i residui delle sue provviste, li avvolse, alla rinfusa, in una sfoglia di pasta improvvisata, che mise a cuocere sulla brace. Ne risultò qualcosa che si prestava ad essere divisa in parti uguali e a nascondere i singoli sapori. Nell’800 l’aristocrazia cominciò ad apprezzarla con i calamaretti, mentre sarde, alici, scarola e baccalà erano le più diffuse tra marinai e contadini:
la sua preparazione permetteva di avere un pasto completo che si conservasse anche per alcuni giorni. Caduto il regno Borbonico, nel 1860, divenne pasto principale per tutti gli emigranti che lasciavano Gaeta in cerca di lavoro., negli ultimi anni è ritornata alla ribalta per la sua innegabile bontà.

 

E di seguito ancora il sito dell’Arsial

Si tratta di una focaccia composta di due sottili strati circolari di pasta, sovrapposti e chiusi lungo i bordi per compressione, ripieni di prodotti di terra e/o di mare, rigorosamente autoctoni: alici e/o sarde, polpo, calamari e verdure; ricotta o formaggi come la marzolina e verdure; pomodoro e cipolla; scarola e baccalà; altro ingrediente tradizionalmente utilizzato è l¿oliva di Gaeta. Una buona Tiella è umida nel ripieno, morbida e non inzuppata nella pasta esterna. Quest’ultima deve, invece, essere sottile e ben cotta anche nella sfoglia inferiore. La cottura avviene al forno a 180 – 200°C, per 45 minuti. Altra nota distintiva della tiella è la sua forma, consolidata da secoli di tradizione, simile ad una torta con i bordi (in dialetto affriciegl), sapientemente manipolati, fino ad ottenere un’artistica cornice circolare.



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