Leggerezza di tratto non è mai superficialità. E’guizzo di pensiero inconsapevole oppure “cifra” distintiva,cercata e voluta di proposito (radici culturali implicite), per esaltare quella sensazione di benessere psicofisico che ti può comunicare un determinato contesto, un certo oggetto o un particolare una rapporto interpersonale.
Ed è una verità difficilmente confutabile.
Leggerezza io direi che è amore. Magia che ti coccola anche per un solo istante.
Ed questo, appunto, è lo stato d’animo che riescono a comunicare un po’ tutti i quadri di Maria Vuelta.
L’artista gioca quasi sempre con la brillantezza di color solari,che sposano agevolmente il bianco della tela o d’altro materiale come può essere la carta, quando si tratta d’acquerello.
E Maria Vuelta lo fa con l’intento di gettare “ponti”.
E i “ponti” di Maria sono i “suoi” alati “velieri”,quelli che navigano attraversano le acque impetuose del fiume dell’esistenza per ricordarci che c’è per tutti una peculiarità delle differenti stagioni della vita con gioie e drammi, albe e tramonti, inizio e fine.
Nello specifico di “Proserpina”, il lavoro in mostra, c’è la fusione perfetta,con riferimento al mito greco, di quell’inghippo complesso che è l’essere nel mondo e per il mondo. Ma non solo del mondo.
Un mix di amori drammaticamente differenti per la persona (etimologicamente “dramma” è azione), che ogni tonalità di colore impiegata dalla Vuelta esalta, estrapolandola, in quanto desiderio oltre il confine di tempo e di spazio.
Cioè destino d’essere ontologicamente e metafisicamente insieme.
di Marianna Micheluzzi