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La leggerezza della vita

Da Aquilanonvedente

La leggerezza della vitaNel 1984, durante una licenza dal servizio militare, ho causato un incidente automobilistico: ho tamponato un’altra auto. Fortunatamente, nessuno si è fatto male, soltanto un po’ di comprensibile spavento e di relativi danni.

L’incidente è stato causato da una mia momentanea distrazione. Aveva poca importanza il fatto che questa distrazione fosse stata causata, a sua volta, dal comportamento poco corretto di un altro automobilista: quello che si è distratto e che ha tamponato sono stato io.

Da quel momento, come suol dirsi, ho “capito la lezione” e da oltre 27 anni la mia fedina assicurativa è limpida come un ruscello d’alta quota.

Ho fatto questo esempio per sviluppare un ragionamento (ovviamente), mica per raccontare così tanto per dire i fatti miei.

Vi sono persone che hanno il potere e/o la dote di “alleggerire” la vita; la propria, ma soprattutto quella degli altri. Di vedere, insomma, il bicchiere mezzo pieno (magari di un bel rosso corpulento, o di un bianco alla saltamindosso).

Vi sono altre persone che invece, al contrario, hanno il potere e/o la sfiga di appesantirla, di renderla tragica, angosciosa. Vedono, cioè, il bicchiere mezzo vuoto. In genere questa seconda categoria è anche composta da persone che mantengono sulle spalle, per tutta la vita, i propri fardelli, più o meno reali (vedi post).

A volte capita addirittura che in questa seconda categoria vi si trovino persone che, più o meno consapevolmente, distorcono la realtà dei fatti.

Per restare in tema automobilistico, l’incidente avvenuto 27 anni fa l’ho ormai superato, portandomi dietro soltanto la relativa lezione. Sarebbe ben strano se io continuassi a pensarci, a rimuginare, a dare addirittura la colpa ad altri di quanto accadutomi. E sarebbe ancora più strano se, di fronte al verbale dei vigili urbani dal quale risulta che il responsabile di quell’incidente sono stato io, continuassi comunque a negare la realtà dei fatti, anche di fronte alla prova inconfutabile di come sono andate le cose.

Non sono un esperto, quindi non so se quest’ultima sia una malattia o cos’altro.

Spero di appartenere alla prima categoria di esseri umani, quella del bicchiere mezzo pieno di rosso o di bianco, dipende dai gusti  (e soprattutto dagli effetti  

:wink:
   ).

Di avere la forza e la capacità di regalare sorrisi.

Anche di andarmene con un sorriso…  

:razz:



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