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La lettera della luinese Alessandra Marangon: “Contrastare chi annichilisce la dignità e il valore umano”

Creato il 25 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Una lettera di Alessandra Marangon) – “E’ di due mesi fa l’articolo di denuncia uscito sulla Prealpina, riguardante uno dei tanti casi di inadeguatezza istituzionale nei confronti di persone diversamente abili che puntualmente vengono ignorate e private dei loro diritti. Alessandra Marangon, nasce 50 anni fa a Varese con quello che lei usa definire, “un difetto di fabbricazione” ad una gamba. Sin da giovane è stata sottoposta ad interminabili e dolorosi interventi, riportando conseguenti processi degenerativi che non le hanno però impedito di affrontare la vita con spirito combattivo e determinazione. Per vent’anni ha lavorato in una nota azienda locale fino al 2008, dove si è trasferita a Rimini per gestire un nuovo progetto imprenditoriale che purtroppo ha avuto fine dopo soli 4 anni con l’incalzare dell’attuale crisi. Ora vive a Luino”.

La luinese Alessandra Marangon

La luinese Alessandra Marangon

“Le mie battaglie contro questo sistema avverso, iniziano nel 2004, quando dopo 10 anni dall’aver usufruito della Legge 104 (due ore giornaliere di permesso lavorativo retribuito, il cui importo equivalente veniva prelevato dai miei contributi precedentemente versati), mi viene perentoriamente tolta la possibilità di giovarne; a nulla sono valsi i miei quattro ricorsi. Nel 2007 apprendo di una forma di sostegno della durata di 3 anni, destinato agli invalidi con ridotte possibilità economiche e dal momento che mi trovavo in cassa integrazione, a seguito di specifica valutazione ottengo “l’assegno ordinario d’invalidità” (c.ca € 400,00 al mese…sempre attinti dai miei contributi versati in vent’anni di lavoro). L’anno seguente mi licenzio e cambio attività aprendo P.IVA e trasferendomi a Rimini. Allo scadere del triennio previsto, non rinnovo la domanda di assegno di cui sopra, riuscendo a sostenermi da sola attraverso la mia nuova attività, ma dopo pochi mesi la situazione lavorativa precipita repentinamente e perdo il lavoro. Rinnovo la richiesta per un nuovo ciclo triennale di assegno ordinario ma la ASL di Rimini non l’approva nonostante non fossi più in cassa integrazione ma totalmente priva di risorse. Nullo il ricorso seguente.

Tornata a Luino apro l’iter di iscrizione all’ufficio di collocamento specifico (già testato anche a Rimini), e rivolgendomi inoltre ai vari enti locali preposti all’indirizzo e/o sostegno di persone in difficoltà; “la coperta risulta ormai corta e logora e non vi è più trippa per gatti”. Non mi viene neppure riconosciuta la quota minima prevista per le persone disabili prive di occupazione (c.ca € 270,00/mese), scoprendo dopo 3 anni da tale richiesta che a mia insaputa e senza aver mai ricevuto alcuna comunicazione, mi è stata addirittura ridotta la percentuale d’invalidità dal 75% (irreversibile!) al 50%.

E’ da oltre 3 anni che denuncio questa situazione senza ricevere alcun tipo di riscontro da parte degli organismi patrocinati, se non quello inerente alla non volontà a procedere verso l’ente incriminato (INPS), viste le situazioni “complicate” del mio caso. Per ovvie ragioni non posso permettermi di intentare cause private ma non voglio nemmeno arrendermi di fronte a forme di ingiustizia tanto ignobili e palesi che hanno come fine quello di indurre le persone più in difficoltà, all’accettazione dell’alienante fenomeno volto ad annientare l’attuale stato sociale, mascherato dietro le retoriche frasi di rito: “a causa dei falsi invalidi ci rimettono quelli veri”, “sono finiti i tempi delle vacche grasse” e via discorrendo.

Nel frattempo mio Padre (pensionato) mi mantiene, ma non ho più la possibilità di poter curare funzionalmente lo stato del mio sistema immunitario attraverso le consuete terapie di medicina alternativa da me seguite e non riesco a trovare alcun tipo di occupazione adeguata alle mie condizioni.

Negli ultimi anni seguo da vicino la politica nazionale e locale e in occasione dell’ultima campagna elettorale dove ero candidata in una lista civica (Luino in Movimento Controcorrente), ho avuto modo di conoscere persone che come me versano in situazioni di estremo disagio economico e/o fisico, anche qui, nella nostra splendida cittadina lacustre dove si curano le aiuole e il lungolago, e si ignorano le situazioni di indigenza dei disabili “autentici” o si dimostrano sensibilità da pachiderma, offrendo a persone che possono camminare solo con l’ausilio delle stampelle, lavori di volantinaggio……questa è una genialata comunale proposta ad un ragazzo disabile e disoccupato di Luino.

Il mio grido non vuole essere l’ennesima estemporanea segnalazione pietosa priva di utilità concreta di cui ho già avuto innumerevoli indegni riscontri, ma un vero e proprio richiamo a chi, come me, vive in trincea nel proprio Paese e dall’attuale politica viene svilito e ignorato. Ritengo che il grado di autorevole valore di un Paese, si esprima attraverso atti di rispetto a tutela dell’essere Umano, soprattutto verso le fasce “già” colpite da tragedie di varia natura e verso cui la Vita non ha fatto sconti. Non possiamo assoggettarci all’inumanità imperante ma al contrario, è necessario contrastarla con ogni mezzo, utilizzando e dando voce alle situazioni che vengono ignorate! Esistono stati di diritto acquisiti che attualmente non vengono più concessi e il mio caso ne è un’eclatante dimostrazione. Per 23 anni ho versato tasse e contributi che potrei ricevere in forma ridotta ORA che ne ho necessità (ved. assegno ordinario).

Invito pertanto chi si trova a vivere situazione avverse rese ancor più drastiche dal disinteresse istituzionale, a non lasciare che il silenzio prevalga sul tentativo indotto di annichilire la dignità e il valore Umano, denunciando le angherie subite senza darsi per vinto!

I soli che ora finalmente si stanno occupando di far luce sulla mia situazione sono i Portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione che hanno inoltre il grande merito di aver reso possibile l’introduzione del Reddito di cittadinanza per la regione Lombardia a partire dai prossimi mesi, dopo due anni di “fiato sul collo” sul governo Maroni che ovviamente varierà il nome in “reddito di inclusione sociale”… ma ciò che conta è la sostanza…. Non arrendiamoci e mettiamoci la faccia!!”.

Si chiude così la lettera di Alessandra Marangon.


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