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La letteratura araba oltre l’università: consigli e suggerimenti per l’uso

Creato il 01 febbraio 2013 da Chiarac @claire_com_

Venerdì scorso sono andata all’IPOCAN alla presentazione della rivista Arablit e ne ho scritto su Arabismo.

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All’Istituto per l’Oriente Carlo A. Nallino (IPOCAN) di Roma, lo scorso venerdì 25 gennaio, di fronte ad un pubblico attento, anche se ancora poco numeroso, è stata presentata la rivista di Arablit, rivista accademica italiana dedicata interamente alla letteratura araba moderna e contemporanea. Nata nel 2011 e giunta al suo quarto numero, è diretta dalla prof.ssa I. Camera d’Afflitto dell’Università Sapienza di Roma, e nel suo Comitato scientifico si avvale della presenza di nomi noti dell’arabistica internazionale, tra cui: Francesca Corrao (Luiss, Roma), Monica Ruocco (Università di Palermo), Roger Allen (University of Pennsylvania), Hussein Hamouda Mahmoud (MUST, Il Cairo), Sobhi Boustani (Inalco, Parigi). È una rivista online open access, a periodicità semestrale e pubblicata sotto la licenza Creative Commons Attribution – NonCommercial – NoDerivs 3.0 Unported.

Arablit viene pubblicata dall’IPOCAN, non nuovo a pubblicazioni di questo tipo, da cui però la prima si discosta per il taglio diverso: è il suo legame con la contemporaneità, infatti, che la rende una novità nel panorama italiano degli studi di settore. All’interno però non si parla solo di letteratura: la rivista infatti non disdegna di lanciare uno sguardo curioso e informato anche a temi che esulano dall’ambito letterario più stretto: e così, accanto a recensioni e analisi di libri, si trovano interviste e approfondimenti, che muovendo dal casus letterario, indagano gli ambiti della storia, della cultura e della sociologia del mondo arabo. La lettura continua su Arabismo!

Qui di seguito pubblico il video di una parte (solo una parte perchè nel bel mezzo dell’intervento le batterie della digitale hanno pensato bene di abbandonarmi!) dell’intervento di Monica Ruocco, docente di Lingua e Letteratura araba dell’Università di Palermo, autrice di: L’intellettuale arabo tra impegno e dissenso. Analisi della rivista al-Ādāb (1953-1994), Roma, Jouvence, 1999, e traduttrice, tra le varie opere, di: Ho visto Ramallah, di Mourid Barghouti (Ilisso, 2005); All’est del Mediterraneo, di Abd al-Rahman Munif (Jouvence, 1993).

Infine, volevo aggiungere una considerazione stilistica, se vogliamo chiamarla così.

Come ho scritto su Arabismo, il pubblico presente venerdì scorso era compatto, ma poco numeroso. Erano presenti studenti, laureati, dottorati, ricercatori, docenti, i “soliti noti” insomma! Forse la scelta della location, l’Istituto per l’Oriente, ha intimorito le persone che, estranee rispetto al circolo arabista romano, avrebbero voluto assistere (sono un’ottimista per natura).

Un suggerimento che quindi mi sento di dare ai redattori della rivista, per la prossima presentazione, è, se davvero l’obiettivo di Arablit è acquisire un pubblico di lettori che vada oltre questi “soliti noti”, quello di provare ad organizzare anche degli eventi più informali. A partire dal posto in cui farsi ospitare: le prossime presentazioni potrebbero essere ad esempio ospitate in una libreria, una biblioteca o un caffè letterario. Condite magari da letture, immagini, suggestioni di cui la letteratura araba è così ricca.

So bene quanta fatica costi organizzare degli eventi letterari nel nostro paese. Però, so anche quanta soddisfazione si prova nel vedere facce amiche e nuove agli eventi, che ascoltano interessate quanto dicono i relatori e che fanno domande alla fine degli interventi e che, quando vanno via, ti ringraziano per la bella serata. Costerà pure fatica, ma la ricompensa ha un valore che non ha prezzo.


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