
Un tracciato in cui la ragione non esiste e la spiritualità è l’antefatto di una cultura antimaterialista. Soltanto la bellezza, sulla linea dostoeskiana, farà da sfondo tra le maschere che opprimono la scrittura e l’apparire e il linguaggio che è l’espressione più vera dell’anima – cuore. È una tematica che annulla la storia per dare spazio completamente al senso dell’infinito. Si parte appunto dal concetto di infinito che è quello leopardiano ma si vive, nel lavoro di Bruni, un legame con l’indefinibile e il misterioso che incarnano la parola di san Paolo e di Sant’Agostino. Sia Paolo che Agostino sono i primi visitatori di una cultura sciamanica che approda al cristianesimo, ma una cristianità che riesce a dialogare con i ricordi della perdizione vissuti sia da Paolo che Agostino. “In fondo la letteratura è perdizione, sottolinea Pierfranco Bruni, e soltanto chi crede alla parola come fatto comunicante di una grazia è un toccato dagli occhi e dallo sguarrdo dello sciamano. Lo scrittore al quale faccio riferimento non è né un professore né un accademico né un saccente ma è un graziato dal linguaggio della luna. Lo scrittore ha bisogno, soprattutto oggi di capire gli occhi dello sciamano e proprio per questo non ha bisogno di una cattedra per esprimersi e vivere ma della vita che chiede allo spazio, afferma sempre Bruni, e al tempo di annullare completamente sia la ragione che la storia. Lo scrittore è oltre la storia ed è quindi oltre ogni forma di concettualismo anche filosofico in quanto è dentro le dimensioni oniriche della poesia”. L’incontro, organizzato dal Sindacato Libero Scrittori, si svolgerà mercoledì 9 marzo alle ore 21.00, Terrazzo delle Culture, Cosenza.